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Wagner

Tutto sul Gruppo Wagner che ha fatto tremare la Russia di Putin

Aria di colpo di Stato in Russia ad opera del Gruppo Wagner che si è ribellato alle autorità russe. Poi la retromarcia. Ecco un approfondimento sul Gruppo Wagner.

Aria di colpo di Stato in Russia ad opera del Gruppo Wagner che si è ribellato alle autorità russe.

Poi la retromarcia.

Ecco un approfondimento sul Gruppo Wagner.

MOSSE E RETROMARCIA DEL GRUPPO WAGNER

“Ci fermiamo e torniamo alle basi. Torniamo in Ucraina”. Il capo della compagnia Wagner di mercenari Evgenij Prigozhin annuncia in un messaggio audio di voler “evitare un bagno di sangue” e di aver accettato la mediazione del presidente bielorusso Alexandr Lukashenko per far finire la crisi innescata oggi.  Prigozhin non ha detto una parola sui negoziati con Lukashenko, ma ha detto di non voler versare “sangue russo”. “Stavano per mantellare Wagner”, ha detto Prigozhin nel messaggio audio.

Il fondatore del gruppo ha fatto notare che i suoi uomini oggi hanno marciato per 200km in direzione di Mosca e in questo lasso di tempo non hanno “versato una sola goccia di sangue dei nostri combattenti”. “Ora è giunto il momento in cui il sangue può essere versato. Pertanto, per evitare che accada, riportiamo indietro le nostre colonne e andiamo nella direzione opposta, verso i campi di battaglia rispetto al piano”. Quale fosse questo piano, Prigozhin non lo spiega e non commenta neppure il negoziato con il presidente bielorusso, negoziato di cui ha dato conto la presidenza a Minsk.

L’annuncio di Prigozhin è arrivato quando il convoglio di mercenari si stava avvicinando alla periferia di Mosca: secondo l’agenzia Reuters, quel convoglio conta circa 5.000 uomini ed è guidata dal comandante di Wagner, Dmitry Utkin. Wagner in tutto può contare su 25mila uomini, 5mila dei quali sono a Rostov-sul-Don, che Prigozhin sostiene di controllare.

COME È NATO IL GRUPPO WAGNER

Ma come è nato il Gruppo Wagner? L’idea iniziale era di costituire una milizia sul modello del gruppo di contractor americano Blackwater che operò in Iraq spesso e volentieri ben al di là delle leggi di guerra. Era il 2014 quando Yevgeny Prigozhin, ormai da tempo entrato nell’inner circle di Vladimir Putin, fondava il gruppo Wagner. Da lì in poi per questa brigata, mai ufficialmente riconosciuta dal Cremlino, è stata solo una lunga discesa.

LE AZIONI DEL GRUPPO WAGNER

La Wagner si è resa protagonista in Siria, Libia, nell’Africa sub-sahariana, creando alleanze con signori della guerra, golpisti, capi di governo. E arrivando ad essere, dal 24 febbraio del 2022, uno dei bracci armati del Cremlino nell’invasione dell’Ucraina. Secondo Prigozhin, ma anche secondo i dati del Consiglio Nazionale per la sicurezza americano, la Wagner ha schierato nel Donbass 50.000 uomini. Di questi, spiegavano gli Usa, diecimila sarebbero contractor e i restanti 40.000 ex detenuti.

L’ARRUOLAMENTO NEL GRUPPO WAGNER

L’arruolamento nella Wagner, nei mesi scorsi, è stato facilitato e anche pubblicizzato dallo Stato centrale russo. Ma un vero e proprio riconoscimento ufficiale delle azioni della brigata in Ucraina non è mai arrivato dai vertici della Difesa. Il binomio tra Mosca e la Wagner, del resto, è sempre stato segnato da una certa ambiguità e dall’assenza di qualsiasi cornice legislativa. Eppure, per conto di Mosca, il gruppo Wagner ha operato in diverse aree di guerra. In Siria tracce della brigata hanno sin dal 2015, ovvero nello stesso periodo in cui la Russia ha optato per un intervento al fianco di Bashar Assad.

LA MAPPA MONDIALE DEL GRUPPO WAGNER

La Wagner viene coinvolta nell’offensiva di Palmira, nel 2017, nella cacciata dei ribelli anti-Assad dalla città di Hama e l’anno dopo nella battaglia tra l’esercito siriano e le milizie curde a Deir ez-Zor. In Africa l’ascesa della Wagner non ha conosciuto sosta. Nel 2018 la brigata approda in Libia, fornendo i suoi servigi a Khalifa Haftar e partecipando alla sua offensiva – fallita – verso Tripoli.

I NUMERI DEL GRUPPO WAGNER

Nel 2020, secondo un report dell’Onu, tra gli 800 e i 1200 miliziani della Wagner sono dispiegati in Cirenaica. Sono ben equipaggiati e nei loro ranghi ci sono anche combattenti siriani. Il raggio d’azione del gruppo di Prigozhin si allarga, l’obiettivo non cambia: destabilizzare.

LA PRESENZA DEL GRUPPO WAGNER IN AFRICA

La Wagner opera dal 2021 nella guerra civile nella Repubblica Centrafricana dove, secondo Human Rights Watch, si è resa colpevole di torture, abusi e omicidi nei confronti dei civili. E tra i suoi obiettivi c’è anche il controllo delle miniere d’oro. Simile la strategia in Mali: è sulla Wagner che la giunta militare si appoggia nella battaglia all’Isis soprattutto dopo che Bamako ha rotto ogni alleanza con l’Occidente, portando l’esercito francese ad abbandonare il Paese.

Ultimo in ordine cronologico, l’intervento in Sudan. La Wagner era da tempo presente nel Paese sul Nilo, attratta dalle enormi risorse naturali dell’area. È Mohamed Dagalo a sfruttare il supporto della brigata nella guerra civile scoppiata contro il presidente de facto Abdel Fattah al-Burham.

In tutte queste sue azioni la Wagner è sempre stata accusata di atrocità e crimini di ogni tipo. Washington a gennaio l’ha definita “un’organizzazione criminale transnazionale”, inserendola nella back list. Nel novembre scorso anche il Parlamento europeo si è mosso, facendola rientrare nelle organizzazioni terroristiche. Ma la sua influenza ha continuato a crescere. Arrivando, secondo alcuni analisti, a lambire anche la nuova crisi in Kosovo.

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