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Salvini

Tutte le novità su elezioni regionali e commissioni parlamentari

Governo e opposizioni su regionali e non solo. La nota di Paola Sacchi

 

Mentre viene varato dal parlamento il primo provvedimento del governo Meloni con la Nadef, propedeutica alla legge di bilancio, e il premier debutta al suo primo incontro con i sindacati, dove viene inaugurato il “metodo del confronto”, a partire da lavoro ed emergenza energetica, al centro del dibattito politico le elezioni Regionali.

Opposizioni divise sia nel Lazio che in Lombardia, dove però il centrodestra ufficializza la candidatura dell’attuale governatore, il leghista Attilio Fontana, con l’obiettivo di riaffermare “il valore della coalizione unita” per “il buon governo”. In Lombardia, spaccato dal caso Moratti, candidata dal terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, il centrosinistra resta ancora senza candidato. Mentre nel Lazio sembra in pole l’assessore del Pd Alessio D’Amato, voluto dal terzo polo, ma c’è la forte incognita dei Cinque Stelle e della sinistra radicale.

In Lombardia, invece, le danze le guida la formazione di Calenda e Renzi, spina nel fianco del Pd, da dove a favore di Moratti si leva solo qualche voce autorevole ma isolata, come quella di Luigi Zanda. Ma sulla ex sindaco di Milano c’è è no secco, come il coordinatore del Pd lombardo, Vinicio Peluffo, ha subito annunciato. Difficile l’ipotesi di candidare il sindaco di Milano Beppe Sala e sembra anche quella di colui che batté Moratti al secondo mandato a Palazzo Marino, Giuliano Pisapia, il Pd starebbe pensando anche a giocare la carta di Lorenzo Guerini, ex ministro alla Difesa, che però sembra più destinato per il Copasir.

L’ipotesi più gettonata al momento sembra quella del sindaco di Brescia Emilio Del Bono, caldeggiato da Sala. Alle obiezioni secondo le quali Brescia non è Milano si replica che Brescia con Bergamo dopo Milano è una delle città più grandi della Lombardia e significative per l’attività economica e produttiva. Sono due città dove Moratti, così come Milano, naturalmente, potrebbe erodere qualche consenso anche al centrodestra che però forte della sua compattezza ha ben altra situazione rispetto a quella del Pd.

Ieri, intanto, anche l’elezione delle presidenze delle commissioni alla Camera, dopo la formazione della squadra di viceministri e sottosegretari, ha contribuito a consolidare la maggioranza di governo. Sette presidenti a Fratelli d’Italia, quattro alla Lega e tre a Forza Italia. Silvio Berlusconi, tornato in Senato per votare la Nadef, è soddisfatto, insieme con i capigruppo di Senato e Camera, Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo.

A Montecitorio, infatti, FI riesce a compensare alcuni incarichi, che non avevano trovato posto nella squadra dei sottosegretari, alla guida di commissioni significative. Giuseppe Mangialavori, nome caldeggiato da Ronzulli e Cattaneo, è eletto alla guida della commissione Bilancio di Montecitorio. FI ottiene anche la presidenza della Affari costituzionali con l’abruzzese Nazario Pagano, e Affari sociali con Ugo Cappellacci, l’ex governatore sardo, molto vicino al Cav, anche lui rimasto fuori dalla partita per i sottosegretari.

La Lega ottiene quattro presidenze in Commissioni chiave sul piano economico: Attività produttive con Alberto Gusmeroli, Agricoltura con Mirco Carloni, Difesa e Politiche Ue con Alessandro Giglio Vigna e Nino Minardo. Tra le sette presidenze di Fratelli d’Italia il ritorno in campo di Giulio Tremonti alla guida della Affari esteri.

Intanto, il ministro e vicepremier Matteo Salvini accelera sulla road map per le Infrastrutture e lo sblocco delle opere pubbliche, dal Ponte sullo Stretto, con tutte le opere viarie in Calabria, temi al centro del tavolo permanente con i governatori della Calabria e la Sicilia, gli azzurri Roberto Occhiuto e Renato Schifani, al Nord con il completamento di opere centrali come la Pedemontana veneta. Ieri vertice con il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia con il quale ha affrontato anche altri importanti punti sui collegamenti viari e portuali della regione. Oggi in consiglio dei ministri il decreto da 9 miliardi contro il caro bollette.

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