Quella foto fresca ancora di scatto e di stampa dell’incontro visibilmente cordiale negli Stati Uniti col presidente Zelensky, simile peraltro a quelle di tanti altri avuti dai due in occasioni precedenti, anche in Italia, è la smentita più plastica, direi, alla rappresentazione mediatica e politica della premier italiana Giorgia Meloni in ritirata dalla posizione di sostegno politico, militare ed economico all’Ucraina aggredita dalla Russia di Putin. U
na rappresentazione derivata anche dal pasticcio – come l’ha definito Angelo Panebianco sul Corriere della Sera – delle votazioni sul sostegno, appunto, all’Ucraina svoltesi recentemente al Parlamento europeo. Dove i deputati riconducibili anche ai partiti di governo in Italia, e non solo quelli delle opposizioni, hanno votato contraddicendosi come ubriachi. Molti di essi hanno votato contro il paragrafo che autorizza l’uso ucraino delle armi occidentali anche in territorio russo e poi a favore del documento che lo conteneva.
Se non vogliamo scambiare Zelensky e Meloni, o viceversa, per la coppia del famosissimo film del “portiere di notte”, in cui vittima e aguzzino si desiderano alla follia, quella foto conferma quanto la premier italiana ha detto ricevendo proprio nella sua trasferta americana il premio dell’Atlantic Council dalle mani, da lei stessa preferite, di Elon Musk. “In un tempo dominato dal caos – ha ribadito la premier – l’Italia con fermezza è schierata accanato a chi difende la propria libertà e la propria sovranità non solo perché è giusto farlo, ma anche perché è nell’interesse dell’Italia e dell’Occidente impedire un futuro nel quale prevalga la legge del più forte”.
Anche la foto, o soprattutto quella, con Musk è emblematica della trasferta americana della Meloni in occasione della 79.ma assemblea generale delle Nazioni Unite. Di Musk, definito dalla Meloni un “prezioso genio”, non piacciono alle sinistre i tanti soldi che guadagna, e gli rimangono dopo averne dati all’ex presidente americano Donald Trump in corsa per tornare alla Casa Bianca, le abitudini di vita e naturalmente le idee generalmente definite di destra.
Ispiratone direttamente, o attraverso le rappresentazioni mediatiche, il vignettista del Foglio si è divertito a riproporre la coppia della cerimonia della consegna del premio dell’Atlantic Council che sogna in una vignetta di sbarcare un giorno su Marte, visto che Musk ha i soldi e persino i mezzi per arrivarvi, portandovi il “fascismo”. Il vignettista del giornale fondato da Giuliano Ferrara ha peraltro scelto da tempo una firma – Makkox – che assomiglia un po’ al cognome vero del “genio” promosso dalla Meloni.
Dell’album della trasferita americana della premier italiana fa parte infine una foto della premier, con lo stesso abito dell’abbraccio di Zelensky, col presidente americano Joe Biden. Dal quale cronache e retroscena hanno invece rappresentato la Meloni in fuga. Ah, quanto riescono ad essere galeotte le foto.