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Sanzioni Russia

Cosa fa e chi vede Giorgetti negli Stati Uniti

Fatti, nomi e curiosità sulla visita del ministro leghista, Giorgetti, negli Usa. Le note di Formiche di Messa e i rilievi della Verità di Belpietro.

 

Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega e noto per il suo orientamento atlantista, è negli Stati Uniti per una visita di tre giorni.

LA VISITA AD HARVARD E LA PREMIAZIONE DELLE START-UP

Ieri è stato agli stabilimenti dell’azienda di biotecnologie Moderna e poi all’Università di Harvard, a Boston, accompagnato dall’ambasciatrice italiana Mariangela Zappia. Qui ha partecipato alla cerimonia di premiazione di due start-up italiane – Genoa Instruments e ViamadeinItaly – che hanno preso parte al progetto Showcase Italian Innovation.

“Abbiamo bisogno di giovani imprenditori che possano fare la fortuna del nostro paese”, ha dichiarato Giorgetti, “accettando sia gli aspetti positivi, come la crescita, sia negativi, come la sconfitta”. Ha aggiunto che “come ministro potrei dire che il governo predispone finanziamenti per lo sviluppo delle start-up, ma io sono convinto – anzi, sono sempre stato convinto – che la dimensione finanzia è sì importante, ma non necessaria”. Ha parlato della necessità di rimuovere i “vincoli burocratici italiani” che ostacolano l’imprenditoria.

Genoa Instruments opera nel settore delle apparecchiature per l’osservazione dei tessuti patologici, come le cellule tumorali. Viamadeinitaly, invece, è una piattaforma digitale che permette alle aziende di entrare in contatto diretto con gli acquirenti internazionali. Le due start-up saranno sostenute da Harvard nella ricerca di finanziatori e nell’ingresso sul mercato statunitense.

In serata, Giorgetti ha incontrato il governatore del Massachusetts (lo stato in cui si trova Harvard), il repubblicano Charlie Baker.

GLI INCONTRI A WASHINGTON

Oggi, invece, Giorgetti sarà a Washington: si riunirà con Isabel Guzman, direttrice dell’Agenzia per le piccole imprese, e poi con Gina Raimondo, segretaria al Commercio dell’amministrazione Biden.

Per il pomeriggio è previsto un vertice con il Consiglio economico nazionale della Casa Bianca, che si occupa di consigliare il presidente su questioni di politica economica globale. E poi una visita alla sede di Lockheed Martin, azienda americana attiva nei settori dell’aerospazio e della difesa (che collabora con l’italiana Leonardo).

LA GIORNATA DI SABATO

Sabato Giorgetti andrà prima in visita al Cimitero nazionale di Arlington, dedicato ai veterani di guerra; poi sarà a Villa Firenze, residenza dell’ambasciatrice Zappala, per incontrare gruppi di ricerca e di impresa americani.

La giornata terminerà con il galà della National Italian American Foundation: tra gli invitati c’è anche l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono.

IL SIGNIFICATO DEL VIAGGIO

Sul quotidiano La Verità, Stefano Graziosi scrive che il viaggio di Giorgetti “ha come obiettivo principale quello di consolidare i rapporti tra Roma e Washington”: l’esecutivo di Mario Draghi, prosegue, ha operato una svolta atlantista – cioè di riavvicinamento agli Stati Uniti – dopo che nel marzo 2019 il governo guidato da Giuseppe Conte aveva siglato un accordo politico con la Cina sulla Belt and Road Initiative, il grande piano infrastrutturale-geopolitico di Pechino. Il memorandum era stato firmato da Luigi Di Maio, oggi ministro degli Esteri ma allora dello Sviluppo economico e del Lavoro.

IL GOLDEN POWER

Graziosi aggiunge che il nuovo titolare del MiSE, Giorgetti, “ha più volte dimostrato in questi mesi” il suo atlantismo, “contrastando i tentativi di influenza cinese soprattutto nel delicato settore delle telecomunicazioni”. Si riferisce all’utilizzo del cosiddetto golden power, ovvero quello strumento che permette al governo di orientare le decisioni di certe aziende strategiche o di bloccare alcune acquisizioni da parte di società straniere.

Ad aprile Giorgetti dichiarò di voler estendere l’ambito di applicazione del golden power “anche anche a filiere che allo stato [attuale] ne sono esclude e rivestono un evidente rilievo nell’assetto economico nazionale”.

IL PONTIERE GIORGETTI

Sempre su La Verità si legge che Giorgetti starebbe cercando di avvicinarsi sia al Partito democratico americano, sia a quella corrente del Partito repubblicano ostile a Donald Trump: vi appartiene il governatore del Massachussets, Baker. Del Partito democratico fa invece parte la segretaria Raimondo.

Formiche di Paolo Messa (nominato da poco Executive Vice President di Leonardo per curare le relazioni geostrategiche con gli Stati Uniti d’America) fa notare come Giorgetti abbia sempre mantenuto un rapporto diretto con gli Stati Uniti. Prima da sottosegretario a Palazzo Chigi durante il governo Conte I, quando alla Casa Bianca c’era Trump, occupandosi di questioni sensibili come 5G (l’America vuole contrastare la diffusione dell’azienda di telecomunicazioni cinese Huawei) e golden power. Poi Giorgetti ha fatto “da pontiere” tra la Lega di Matteo Salvini (colpita dalle inchieste sui presunti fondi dalla Russia) e l’establishment americano.

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