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Germania, tutti i subbugli nella Cdu tra Merkel e Kramp-Karrenbauer

Annegret Kramp-Karrenbauer, presidente della Cdu ha deciso di lasciare, rinunciando così anche a correre per la cancelleria nelle elezioni del prossimo anno. Fatti e scenari nell'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

Il terremoto politico in Turingia ha raggiunto il punto nevralgico della politica nazionale. Annegret Kramp-Karrenbauer, presidente della Cdu, il primo partito del paese guidato fino a poco tempo fa da Angela Merkel, ha deciso di lasciare, rinunciando così anche a correre per la cancelleria nelle elezioni del prossimo anno. Non sarà lei, dunque, a succedere ad Angela Merkel, come aveva fatto nel partito. Secondo quanto riportato da diversi organi di stampa, la decisione sarebbe maturata nel corso di un vertice della Cdu, tenutosi questa mattina a Berlino. La cancelliera Merkel avrebbe tuttavia confermato Kramp-Karrenbauer nel ruolo di ministro della Difesa (ruolo che la ministra manterrà solo se confortata dal consenso dell’intero partito) e l’avrebbe ringraziata per il lavoro sinora svolto alla guida della Cdu.

L’addio, secondo le sue intenzioni, non sarà immediato. Kramp-Karrenbauer (per la quale si è spesso utilizzato l’acronimo AKK), vorrebbe restare in sella fino all’estate, per organizzare il processo che dovrà condurre alla scelta del candidato (o della candidata) alla cancelleria del partito e per preparare la Cdu alle sfide future. Un modo per gestire la propria successione, come Angela Merkel aveva fatto con lei: ma non è detto che le varie componenti del partito – in particolare quelle che si erano opposte alla sua elezione nel congresso del dicembre 2018 – le concederanno questo vantaggio.

Secondo indiscrezioni della Bild, AKK avrebbe maturato la decisione di abbandonare nel corso di una cena ieri sera con i suoi collaboratori più stretti, ai quali avrebbe confessato di sentir svanire il supporto da parte dei vertici del partito. Angela Merkel non avrebbe saputo nulla fino a questa mattina, quando alle nove in punto è iniziato il presidio della Cdu. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Dpa, l’annuncio di Kramp-Karrenbauer sarebbe stato seguito da lunghi minuti di silenzio.

Annegret Kramp-Karrenbauer era finita nel tritacarne delle critiche per l’accusa di non aver saputo gestire la complessa fase post-elettorale in Turingia. Alla fine di mesi di trattative infruttuose, la scorsa settimana un voto che sommava i deputati regionali della Cdu, dei liberali dell’Fdp e dei nazional-populisti di Alternative für Deutschland (Afd) aveva sbalzato di sella il presidente in carica per gli affari correnti Robo Ramelow (della Linke) per eleggere l’esponente liberale Thomas Kemmerich. Era stata la rottura di un tabù, quello di non collaborare a livello istituzionale con esponenti di Afd, partito ritenuto dalle altre forze politiche troppo estremista e con legami oscuri con ambienti dell’estrema destra radicale e anche neo nazista.

Le conseguenze sono state devastanti per il già fragile equilibrio politico berlinese. Kemmerich è stato costretto a dimettersi direttamente su pressione del leader nazionale dei liberali Christian Lindner, precipitatosi a Erfurt all’indomani del voto. Lo stesso Lindner si è dovuto confrontare con un voto di fiducia all’interno del suo partito: superato ma le pressioni esterne per le dimissioni restano. Poi è toccato alla Cdu. Kramp-Karrenbauer è stata accusata di aver lasciato soli con una decisione difficile i deputati cdu della Turingia senza fornire alcun supporto strategico dal centro. Nella successiva riunione congiunta con i dirigenti regionali, Kramp-Karrenbauer non è riuscita a imporre la propria opzione di chiedere nuove elezioni e così l’impasse in Turingia prosegue, con i partiti alla ricerca di un improbabile compromesso tra le forze del centro. Dal canto suo Angela Merkel, rientrata da un viaggio ufficiale in Sud Africa, aveva licenziato su due piedi il delegato del governo per le regioni orientali, il cristiano-democratico Christian Hirte, che si era complimentato su Twitter con i protagonisti della votazione in Turingia.

Pressata all’interno (dai gruppi Cdu in Turingia che non è riuscita a tenere sotto controllo neppure dopo il famigerato voto) e all’esterno (dal partner del governo nazionale Spd che ha sfruttato il momento di difficoltà), Kramp-Karrenbauer ha ancora una volta mostrato una crisi di leadership che l’ha condotta sul sentiero dell’abbandono.

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