skip to Main Content

Berlino

Germania, che cosa succede al partito di destra AfD?

L’analisi di Stefano Grazioli

 

In Sassonia Anhalt ha vinto nettamente la Cdu oltrepassando il 37% e la Alternative für Deutschland (AfD), il partito della destra nazionalpopulista forte soprattutto nelle regioni dell’est, si è fermata poco oltre il 20%. I sondaggi che davano un testa a testa si sono rivelati errati. Bene per Reiner Haselhoff, il ministro presidente conservatore che rimarrà alla guida della regione, male per Oliver Kirchner, il candidato della AfD che non è riuscito a dare la sperata spallata.

Commentando l’esito del voto i media tedeschi sino sono concentrati soprattutto sul largo successo della Cdu, buon viatico per il partito della cancelliera Angela Merkel e per Armin Laschet, suo probabile successore. Ci sono però altri aspetti importanti.

Quella della destra estrema è stata una battuta d’arresto, la AdD rimarrà comunque fuori dai giochi di coalizione, ma rallegrarsi troppo di fronte a un risultato che vede un elettore su cinque votare l’ala radicale e due su cinque non andare a votare, è quantomeno peccare d’ottimismo. L’Alternative für Deutschland, che perde sì circa tre punti rispetto alle regionali del 2016, ma guadagna leggerissimamente rispetto alle parlamentari del 2017 e alle europee del 2019, sia in percentuale che in voti, si conferma comunque la seconda forza della Sassonia Anhalt, con quasi il doppio dei consensi rispetto alla Linke, il partito della sinistra estrema erede di quello comunista della DDR, e “pesante” come i socialdemocratici (SPD), Verdi (Grünen) e Liberali (FDP), messi insieme. Di fronte a questi numeri, accompagnati appunto dalla moderata affluenza alle urne (60%), anche i rappresentati della Cdu, sia nel capoluogo regionale Magdeburgo, sia a Berlino, devono riflettere sul fatto che l’ondata nazionalpopulista ha perso slancio, soprattutto rispetto ai sondaggi, ma la AfD rimane una forza con cui i conti si devono fare. Concretamente, non solo a parole.

Il partito guidato a livello nazionale da Jörg Meuthen e Tino Chrupalla, quest’ultimo nominato candidato di punta alle elezioni del 27 settembre insieme con Alice Weidel, è particolarmente forte nei Länder della vecchia Germania Est, mentre a Ovest continua a faticare. In Brandenburgo, Turingia, Meclemburgo e Sassonia è andato ampiamente oltre il 20% ed è la seconda formazione ormai da diversi anni; nelle regioni orientali invece viaggia tra il 5% e il 10%, ma è comunque presente ovunque. Otto anni dopo la sua fondazione, trasformatasi rapidamente da partito euroscettico a formazione dai principali tratti nazionalisti ed estremisti, tanto da aver suscitato l’interesse del Verfassungsschutz, i servizi segreti interni, la AfD è ormai una presenza costante nell’arena politica tedesca, tenuta a debita distanza da tutti gli altri. Resta da vedere ancora per quanto.

La collaborazione con i nazionalpopulisti è esclusa a ogni livello dalla Cdu e dalla Csu, i partiti conservatori che hanno da sempre monopolizzato i voti della destra, fino a che appunto non sono stati scavalcati dalla AfD, che ha raccolto consenso all’ala estrema anziché al centro. La crescita della destra radicale e i rapporti con essa sono diventati per l’Unione (Cdu-Csu) un dilemma ormai da qualche anno, soprattutto in concomitanza con le crisi legate all’Europa e all’immigrazione. In Sassonia Anhalt il problema è stato risolto brillantemente da Reiner Haseloff, ma non è escluso che nel prossimo futuro, tra cinque o dieci anni, se l’AfD resterà un punto di riferimento per gli elettori di destra all’est e se magari ammorbidirà i toni (decisiva sarà linea dettata o dai falchi destrorsi o dalle colombe centriste), i mutamenti nel resto dello spettro politico non possano condurre a forme di collaborazione.

Quello che viene escluso adesso in ogni angolo della Germania è infatti già accaduto in Austria, con la nazionalista FPÖ che in un paio di occasioni è arrivata al governo con i popolari dell’ÖVP. Certo, fino a che i numeri lo consentiranno l’Unione non si alleerà mai con questa AfD, il futuro potrebbe riservare però anche qualche sorpresa, per lo meno a livello locale, soprattutto all’est.

Back To Top