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Ddl Concorrenza

Scazzo Reuters-Formiche su Vodafone-Huawei

Fatti e scazzi mediatici su una decisione del governo Draghi che riguarda una fornitura di Huawei a Vodafone

 

Il governo Draghi mette i paletti a Huawei anche per Vodafone e scoppia una baruffa giornalistica con un botta e risposta fra Formiche e Reuters. Ecco tutti i dettagli.

Vodafone Italia potrà utilizzare apparecchiature della cinese Huawei per costruire la sua rete in tecnologia 5G. Ma dovrà rispettare le rigide condizioni che il governo le ha imposto attraverso l’esercizio del golden power.

Il 20 maggio, il Consiglio dei ministri ha autorizzato la fornitura in favore di Vodafone da parte di Huawei. Ha dettato, però, una serie di prescrizioni. Huawei, ad esempio, non potrà intervenire da remoto per risolvere problemi tecnici della rete. In generale, fonti governative – citate dall’agenzia d’informazione Reuters – parlano di un livello di sicurezza particolarmente alto che Vodafone dovrà assicurare, ha scritto Repubblica.

Da mesi gli Stati Uniti fanno pressioni sull’Italia e su altri Paesi europei per evitare l’uso di apparecchiature Huawei nelle loro reti di telecomunicazioni di nuova generazione e per limitare il ricorso agli impianti di un secondo fornitore cinese (Zte), sostenendo che le due aziende rappresentano un rischio per la sicurezza. Huawei e Zte negano fermamente le accuse.

Negli ultimi 12 mesi, l’Italia ha adottato una posizione più dura nei confronti di Huawei, pur non bandendola completamente dalle infrastrutture 5G. Il governo Conte ha impedito al gruppo di telecomunicazioni Fastweb di firmare un accordo con Huawei per la realizzazione della sua rete centrale 5G (core), che elabora dati altamente sensibili, ha ricordato Repubblica.

“La scelta del governo Conte II – ha rammentato Formiche – fu duramente criticata da Pietro Guindani, allora presidente di Asstel e da luglio 2008 presidente del cda di Vodafone Italia. Come avevamo raccontato su Formiche.net, Guindani definì l’esercizio dei poteri speciali “una forzatura””.

A marzo del 2021, poi, Draghi ha imposto condizioni stringenti a due altre intese: tra Fastweb e Zte e tra Linkem, Huawei e Zte.

Sulla notizia si è innescata una polemica: un giornalista di Formiche di Paolo Messa ha accusato di fatto Reuters di non aver citato l’articolo su Formiche.net diretto da Giorgio Rutelli alla base – secondo lo stesso Carrer, autore dell’articolo – del lancio Reuters di alcune ore successivo al pezzo di Formiche.

Secondo Giuseppe Fonte di Reuters, invece, “l’estratto del decreto è reperibile sul sito di Montecitorio: https://documenti.camera.it/…/leg.18.sed0517.allegato_a…. Si trattava di chiarire chi fosse il fornitore. E Draghi non stoppa (di nuovo) la Cina, ma autorizza con prescrizioni l’accordo di fornitura”.

Di seguito il carteggio Formiche-Reuters.

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Ecco il post di Gabriele Carrer pubblicato sul suo profilo Facebook:

UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI AGENZIE DI STAMPA AL MONDO PUÒ TOLLERARE I VIZIACCI DEL GIORNALISMO ITALIANO?

Ieri ho commesso un errore: dopo rivelato su “Formiche” che il governo Draghi ha utilizzato i poteri speciali sulla rete 5G di Vodafone in relazione al fornitore cinese Huawei, ho taggato Reuters e Reuters Italia nel post su Twitter. Speravo di dare visibilità al mio scoop. E invece…
Ecco la lettera che ho scritto ad Alessandra Galloni, direttore di Reuters. Mi farebbe molto piacere leggere le opinioni dei colleghi.

Gentile direttore,

sono Gabriele Carrer, giornalista di “Formiche”.

Spero mi perdonerai per l’utilizzo dell’italiano. È, però, la lingua che più facilmente mi permette di esprimere lo stupore e la delusione per quanto recentemente accaduto.
E infatti proprio l’italiano – con la sua complessità e le sue sfumature, che fanno del non detto un elemento essenziale – rappresenta una delle possibili spiegazioni a una peculiarità del giornalismo italiano, le interviste con domande e risposte. “Le interviste sono articoli rubati”, ha recentemente detto Vittorio Feltri. In diverse occasioni mi sento di condividere questo approccio.

Questo è uno dei due vizi del giornalismo italiano che proprio non sopporto: preferisco l’approccio anglosassone di pochi ma decisivi virgolettati.
L’altro è la difficoltà dei giornalisti italiani a citare i colleghi e le altre testate come fonti. So bene che arrivare per primo sulla notizia è tutto. Ma (tentare di) farlo ingannando il lettore e appropriandosi del lavoro altrui è una squallida bassezza. Figurati che sono dell’idea che citare il lavoro altrui – specie se una notizia conferma e/o non smentita – rappresenti un valore aggiunto. In questo senso, secondo me, il punto più alto, il giornalismo anglosassone lo raggiunge quando utilizza formule tipo “Un’altra testata first reported this story”. Forse, però, mi illudo: siamo ovunque una categoria in larga parte avida e sleale.

Comprenderai dunque il mio stupore e la mia delusione per un articolo uscito ieri su Reuters. Il tema era l’utilizzo dei poteri speciali (la normativa Golden power) da parte del governo italiano sulla rete 5G di Vodafone in relazione al fornitore cinese Huawei. Gli autori parlano di ”sources”. Ma dimenticano di citare la vera fonte, ciò che probabilmente ha fatto accendere la lampadina: il mio articolo di sei ore prima su “Formiche”, in cui rivelavo – con fonti aperte, altro che “sources”! – e spiegavo la decisione dell’esecutivo guidato da Mario Draghi. Forse ho sbagliato io a taggare Reuters e Reuters Italia nel post su Twitter pubblicato dal profilo della testata per dare visibilità al mio scoop. Forse ho confidato troppo nelle buone maniere del giornalismo anglosassone.

Qui trovi il mio articolo: https://formiche.net/…/dpcm-draghi-su-5g-vodafone-huawei/.

E qui il vostro: https://www.reuters.com/…/italy-gives-vodafone-5g-deal…/.

A breve pubblicherò questa lettera sui miei profili social auspicando possa stimolare una riflessone tra i colleghi – non sul caso specifico bensì sui nostri vizi. Nel caso in cui trovassi il tempo e avessi piacere di rispondermi, il nostro scambio rimarrà evidentemente riservato a meno di tue diverse indicazioni.

Grazie per l’attenzione e buona giornata.

Con stima,

GC

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Ecco il primo commento di Giuseppe Fonte di Reuters; altri commenti in fondo al post di Carrer:

Scoop? L’estratto del decreto è reperibile sul sito di Montecitorio: https://documenti.camera.it/…/leg.18.sed0517.allegato_a…. Si trattava di chiarire chi fosse il fornitore. E Draghi non stoppa (di nuovo) la Cina, ma autorizza con prescrizioni l’accordo di fornitura. Il titolo di Formiche suggerisce che Draghi abbia posto — “stoppa” — un veto su un accordo di fornitura tra Huawei e Vodafone. Nel testo si legge che nel consiglio dei ministri del 20 maggio 2021, il ventesimo dell’era Draghi, è arrivato il via libera al decreto del presidente del Consiglio con l’“esercizio dei poteri speciali, con prescrizione”, senza chiarire in cosa consista l’esercizio e quali siano le prescrizioni. E per essere chiari, chi conosce la materia sa che il fornitore doveva necessariamente essere Huawei. Vodafone ricorre a Nokia e Huawei, ma il golden power sul 5G non si applica a fornitori Ue. Un po’ pretenzioso chiedere di essere addirittura citato”.

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