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Farmaci made in Italy, ecco il progetto reshoring per il Pnrr

Che cosa emerge da un documento del dipartimento per le Politiche comunitarie sul progetto “Reshoring di farmaci e principi attivi farmaceutici in Italia”. Fatti, numeri e indiscrezioni sui piani finora presentati dalle aziende aderenti a Alisei, Farmindustria, Egualia e Aschimfarma   “Le aziende hanno finora presentato schede progettuali per investimenti complessivamente pari a 1.871 milioni…

 

“Le aziende hanno finora presentato schede progettuali per investimenti complessivamente pari a 1.871 milioni di euro, finanziati con fondi dalle aziende, che dispongono delle capacità produttive (tecnologie, impianti, expertise) e sono pronte a realizzare il rafforzamento della capacità produttiva, ed una parte saranno investimenti pubblici sotto forma di finanziamenti a fondo perduto pubblico e di altre misure di sostegno”.

E’ quanto si legge in uno documento del dipartimento per le Politiche comunitarie, che fa parte della presidenza del Consiglio, predisposto nell’ambito del Recovery Plan.

Il documento contiene i primi elementi del progetto per il Reshoring di farmaci e principi attivi farmaceutici in Italia di Alisei, Farmindustria, Egualia e Aschimfarma.

Il progetto contribuisce all’obiettivo strategico – fanno notare da Palazzo Chigi – “di aumentare la resilienza del sistema sanitario italiano e promuovere l’indipendenza strategica dell’Ue nel settore della salute: la dipendenza dalle importazioni nella filiera farmaceutica costituisce un rischio per la salute umana ed una preoccupazione per l’autonomia dell’Unione europea in circostanze normali, e diventa potenzialmente più pericolosa nelle situazioni di crisi dovute alle epidemie”.

Si tratta in sostanza – rimarcano aziende del settore – “di un progetto di sviluppo industriale che punta a potenziare la produzione italiana di farmaci e principi attivi farmaceutici, quindi risponde ad un obiettivo di protezione della salute, ma anche di rilancio della crescita e creazione di posti di lavoro”.

Gli investimenti industriali servirebbero oltre che per potenziare la produzione, e quindi creare nuovi posti di lavoro, anche per innovare i processi produttivi, in termini di ottimizzazione dei processi e riduzione dell’impatto ambientale, (efficienza energetica e controllo delle emissioni), contribuendo quindi ad una crescita sostenibile, si evince dal documento in fieri del dipartimento governativo.

Le aziende coinvolte nel progetto – secondo le indiscrezioni istituzionali raccolte da Start Magazine – hanno finora presentato schede progettuali per investimenti complessivamente pari a 1.871 milioni di euro tra produzione di farmaci (1.222 milioni) e produzione di principi attivi farmaceutici (649 milioni di euro).

A guidare il maxi-progetto – ha sottolineato nei giorni scorsi il Sole 24 Ore – “c’è Alisei, il cluster tecnologico nazionale Scienze della vita, ai cui vertici c’è Diana Bracco. Insieme al cluster c’è la filiera. Farmindustria, con le sue duecento aziende e un fatturato di 34 miliardi dei quali l’85% generato dalle esportazioni. E c’è Egualia (farmaci generici), con oltre 50 aziende, un fatturato che supera i tre miliardi e un export a quota 39%. Poi Federchimica Aschimfarma (produzione di principi attivi), che raggruppa una cinquantina di imprese per un fatturato di quasi 3,5 miliardi con una esportazione del 90%”.

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