skip to Main Content

Facebook

Facebook ha violato la privacy in accordo con Apple, Amazon, Microsoft e Samsung?

Facebook avrebbe consentito ad Apple, Amazon, BlackBerry, Microsoft e Samsung di accedere alle informazioni private degli utenti del social. Articolo di Giusy Caretto La popolarità ha un prezzo. Caro. E a pagarlo sono gli utenti. Sì, mentre Facebook provava ad affermarsi come primo servizio di social media al mondo, come denuncia il New York Times Mark…

La popolarità ha un prezzo. Caro. E a pagarlo sono gli utenti. Sì, mentre Facebook provava ad affermarsi come primo servizio di social media al mondo, come denuncia il New York Times Mark Zuckerberg stipulava accordi con i produttori di smartphone e altri dispositivi per accedere a una grande quantità di informazioni personali degli utenti.

Nell’ultimo decennio, la piattaforma nata per far incontrare virtualmente i vecchi amici avrebbe stipulato accordi con almeno 60 produttori di smartphone, tablet e altri dispositivi mobili, tra cui Apple, Amazon, BlackBerry, Microsoft e Samsung.

PIU’ POPOLARITÀ, MENO PRIVACY

La partnership ha permesso a Facebook di espandere la propria portata e ai produttori di dispositivi di offrire e diffondere ai propri utenti alcuni dei servizi più popolari che caratterizzano il colosso dei social media. E non solo. Facebook avrebbe anche consentito al dispositivo di accedere ai dati degli amici degli utenti senza il loro esplicito consenso, anche dopo aver dichiarato che non avrebbe più condiviso tali informazioni con gli estranei. In pratica, i produttori di smartphone potevano recuperare informazioni personali anche degli amici degli utenti.

Secondo alcuni test effettuati da The Times, i partner possono recuperare tra gli altri dati lo stato delle relazioni degli utenti di Facebook, la religione, la tendenza politica e gli eventi imminenti.

“È come avere le serrature delle porte installate, solo per scoprire che il fabbro ha anche dato le chiavi a tutti i suoi amici in modo che possano entrare e cercare tra le tue cose senza doverti chiedere il permesso”, ha detto Ashkan Soltani, consulente sulla privacy e già capo tecnico della Federal Trade Commission.

PARTNERSHIP ANCORA IN VIGORE

La maggior parte di questi accordi, scrive il New York Times, è ancora in vigore, anche se il social avrebbe iniziato a ridurli ad aprile.

La società è finita sotto i riflettori per lo scandalo Cambridge Analytica, società di consulenza politica che avrebbe sfruttato le informazioni private di decine di milioni di utenti di Facebook.

Mark Zuckerberg aveva assicurato che Facebook aveva preso già dei provvedimenti nel 2015 per interrompere l’acquisizione di dati personali. Peccato, però, che lo stesso Zuckerberg si è dimenticato di precisare che esenti da questi divieti rimanevano, ancora, i produttori di cellulari, tablet e altri hardware da tali restrizioni.

GRAVI RISCHI PER LA PRIVACY

“Potresti pensare che Facebook o il produttore di dispositivi sia affidabile”, ha dichiarato Serge Egelman, esperto di privacy e ricercatore presso l’Università della California, a Berkeley. “Ma il problema è che mentre sul dispositivo vengono raccolti sempre più dati, ed è anche possibile accedervi tramite app, la cosa crea gravi rischi per la privacy e la sicurezza.”

LA DIFESA DI FACEBOOK

Per Facebook non si tratta di una violazione delle privacy: la società, infatti, avrebbe ribadito di essere coerente con le sue politiche sulla privacy e di essere nel pieno rispetto del decreto sui consensi, del 2011, varato dalla Federal Trade Commission.

“Queste partnership funzionano in modo molto diverso dal modo in cui gli sviluppatori di app utilizzano la nostra piattaforma”, ha dichiarato Ime Archibong, vicepresidente di Facebook. A differenza degli sviluppatori che forniscono giochi e servizi agli utenti di Facebook, i partner dei dispositivi possono utilizzare i dati di Facebook solo per fornire una nuova “esperienza di Facebook”, hanno spiegato i funzionari.

Back To Top