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Svezia

Non solo Svezia: tutte le cose turche di Erdogan tra Nato, Ue, grano, curdi e non solo

Erdogan dà il via libera all'ingresso della Svezia della Nato, ma non senza condizioni. La Turchia ottiene l'impegno di Stoccolma contro l'attivismo curdo. E potrebbe stringere un grosso accordo con gli Usa sugli F-16. Intanto, negozia il rinnovo dell'intesa sul grano tra Ucraina e Russia.

 

Dopo un anno di ostruzionismi, lunedì il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha detto di essere aperto all’ingresso della Svezia nella Nato. Il segretario generale dell’alleanza militare, Jens Stoltenberg, ha parlato di “giornata storica” e si è detto fiducioso che, dopo il via libera di Erdogan, il parlamento turco ratificherà l’accesso di Stoccolma alla Nato in breve tempo. Sarà tuttavia necessario – questo genere di decisioni richiedono l’unanimità – anche il voto favorevole dell’Ungheria, alleata della Turchia, che finora si è opposta ma ha fatto sapere di non volere essere l’ultimo membro a ratificare l’adesione svedese, riporta il Washington Post.

L’ingresso della Svezia sarebbe importante per la Nato sia perché il paese possiede un forte esercito, sia perché permetterebbe all’alleanza di migliorare la sua proiezione sul mar Baltico.

COSA HA OTTENUTO ERDOGAN DALLA SVEZIA E DALLA NATO

Erdogan, tuttavia, ha posto diverse condizioni. Innanzitutto, ha ottenuto dal governo svedese la prosecuzione della collaborazione anti-terrorismo con la Turchia. Ankara accusa Stoccolma di accogliere i membri del PKK (il Partito dei lavoratori del Kurdistan), considerato un’organizzazione terroristica dalla Turchia, dagli Stati Uniti e dall’Unione europea per via dell’insurrezione armata che, dagli anni Ottanta, ha causato la morte di oltre 40.000 persone.

La Svezia, inoltre, ha detto che premerà sulle autorità europee per una riduzione delle barriere commerciali con la Turchia e per facilitare l’ingresso dei cittadini turchi nel territorio dell’Unione. Dal 1999 la Turchia è un paese candidato all’ingresso nell’Unione europea, ma poi le trattative si sono bloccate anche per via del crescente autoritarismo di Erdogan.

Stoltenberg ha accettato di istituire un coordinamento antiterrorismo all’interno della NATO, una richiesta che la Turchia avanzava da parecchio tempo. Nel comunicato stampa dell’accordo tra Turchia e Svezia si legge inoltre che Stoccolma “ribadisce” che non sosterrà i gruppi considerati organizzazioni terroristiche da Ankara, ovvero il PKK e una milizia curda in Siria.

L’ACCORDO PER I CACCIA F-16

Ma gli occhi della Turchia sono puntati innanzitutto su un’altra cosa, ha scritto il Washington Post: sulla finalizzazione di un accordo da 20 miliardi di dollari per i caccia statunitensi F-16; un accordo sostenuto dal presidente americano Joe Biden ma osteggiato da una parte del Congresso. Degli aerei, però, non si fa menzione nella dichiarazione turco-svedese, e non è chiaro se Ankara abbia raggiunto un qualche tipo di intesa laterale con Washington. Biden ed Erdogan, comunque, si incontreranno oggi.

L’ACCORDO PER IL GRANO

Oltre che con la Svezia e gli Stati Uniti, sul versante diplomatico la Turchia è impegnata anche con l’Ucraina e con la Russia.

Venerdì scorso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è infatti incontrato con Erdogan per discutere dell’estensione della Black Sea Grain Initiative, l’accordo per l’esportazione di grano e prodotti alimentari dai porti ucraini attraverso il mar Nero; implementato quasi un anno fa, è in scadenza il prossimo 17 luglio.

Il rinnovo, però, necessita dell’approvazione di Mosca. Il mese prossimo Erdogan si riunirà con l’omologo russo Vladimir Putin: i due parleranno anche di ampliare la durata delle estensioni della Black Sea Grain Initiative, ma l’incontro risentirà probabilmente della recente decisione turca di rimpatriare in Ucraina cinque comandanti del battaglione Azov che sarebbero dovuti rimanere sul suo territorio fino alla fine della guerra.

Il patto sul grano è fondamentale per le finanze dell’Ucraina, visto che dal mar Nero continua a transitare circa il 30 per cento delle sue esportazioni. Nell’ultimo anno – ricorda l’ISPI – la Black Sea Grain Initiative “ha permesso l’esportazione di quasi 33 milioni di tonnellate di grano ucraino verso i mercati globali”, evitando l’impennata dei prezzi di un bene agricolo fondamentale.

Erdogan, peraltro, ha dichiarato che l’Ucraina “merita l’adesione alla NATO”.

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