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Centrodestra

Schlein a rimorchio di Conte?

Quelle della segretaria del Pd, Schlein, sono posizioni più orientate verso la sinistra radicale. Con il risultato che l'impresa di rifare il campo largo nasce già senza baricentro. La nota di Paola Sacchi.

 

La tecnica dell’assenza nei momenti chiave, i toni sfumati con i quali annuncia, quando è costretta a farlo, le posizioni che la dividono dalle forze alla sua sinistra, i Cinque Stelle e l’ambientalismo e pacifismo ideologico di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Dal sì al sostegno all’Ucraina, pur senza scrivere nei testi nel dibattito delle settimane scorse in Parlamento la parola armi, alla posizione definita “pilatesca” dai suoi critici anche interni sul termovalorizzatore di Roma peraltro voluto dal sindaco Pd Roberto Gualtieri (“Immagino voteremo contro, è stato previsto dai governi precedenti, continueremo il dialogo..”, ha detto ieri in conferenza stampa, riferendosi agli ordini del giorno dei pentastellati e di Bonelli-Fratoianni contrari al termovalorizzatore.

Elly Schlein più che apparire come perno del ricostituendo ex campo largo, appare in mezzo al guado.

La segretaria del Pd, nel tentativo di impedire la scalata grillina, in realtà sembra inseguire il gioco al rilancio di Giuseppe Conte e gli altri. Bonelli secco: “Non siamo una sezione piddina”. Non è la rondine della vittoria al secondo turno di Udine, che ha rimesso insieme Pd, Cinque Stelle e quel che resta del fu terzo polo, che fa primavera. Potrebbe venire in mente il paragone con l’ex Unione- disunione di prodiana memoria. Ma mentre quell’alleanza-arlecchino, che vedeva i ministri in piazza contro lo stesso governo, aveva comunque il collante dell’esecutivo, Schlein è la leader del principale partito di opposizione. E a differenza di Romano Prodi, che guidò quel governo per neppure due anni, ha posizioni meno di “centro”.

A differenza di Prodi, quelle della segretaria dem sono posizioni più orientate verso la sinistra radicale. Con il risultato che l’impresa di rifare il campo largo nasce già senza baricentro. E la Margherita di allora così come I Ds avevano una linea meno radicale rispetto a quella del Pd di Schlein, dove in segreteria la stessa responsabile Ambiente non è entusiasta neppure lei del termovalorizzatore.

È un quadro, quello dell’opposizione al governo di centrodestra di Giorgia Meloni, che appare schiacciato sulla sinistra radicale, dove i cattolici della ex Margherita e i cosiddetti riformisti del presidente, lo sfidante sconfitto Stefano Bonaccini, sono in sofferenza. E con l’ex sottosegretario alla Difesa, Lorenzo Guerini, area ex renziana, devono fare sforzi acrobatici per cercare di mantenere almeno una unità apparente. Che però verrà ritrovata in tutto l’ex campo largo nel campo stretto in vista del 25 aprile di accuse agli avversari basate sul fantasma di un fascismo che non c’è più da 80 anni. Accuse di “supremstismo bianco” al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che ieri ha corretto le sue parole sulla “sostituzione etnica“, pur ribadendo il concetto centrale del suo discorso sulla necessità di un controllo dell’immigrazione clandestina ormai trasformatosi in un esodo, a favore proprio dei flussi di immigrati regolari.

Ma la correzione dell’errore lessicale di Lollobrigida, che ha ribadito il punto vero del suo ragionamento, non è bastata al solito per un’opposizione, di cui tuttora non si conoscono le vere contro-proposte, a partire da quelle sull’emergenza immigrazione. Il risultato è quello di apparire come un’opposizione a prescindere.

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