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Grecia

Perché l’economia ha decretato la vittoria di Mitsotakis in Grecia

Nuova Democrazia, il partito del primo ministro Mitsotakis, vince il primo turno di elezioni in Grecia; molto male Syriza di Tsipras. L'economia è il tema decisivo. Ecco perché. Fatti, nomi, numeri e approfondimenti

 

Nuova Democrazia, il partito conservatore di destra guidato dal primo ministro Kyriakos Mitsotakis, in carica dal 2019, ha vinto le elezioni parlamentari che si sono svolte domenica in Grecia, ottenendo quasi il 41 per cento dei voti. Il principale partito della sinistra, Syriza di Alexis Tsipras, già primo ministro dal 2015 al 2019, ha preso invece il 20 per cento: un risultato ben al di sotto delle aspettative, come riconosciuto dallo stesso Tsipras.

COME SONO ANDATE LE ELEZIONI PER MITSOTAKIS

Nonostante il buon risultato, Nuova Democrazia non dovrebbe riuscire a ottenere il numero di seggi necessari alla maggioranza in parlamento, fermandosi a 146 anziché 151 su 300.

Fino a quattro anni fa – spiega la BBC – ottenere il 41 per cento dei voti era sufficiente a garantirsi la maggioranza nel parlamento greco; adesso bisogna superare il 45 per cento, perché il partito vincitore al primo turno elettorale non ha più diritto al bonus di cinquanta seggi.

SECONDO TURNO IL 25 GIUGNO

Il secondo turno di votazioni si terrà probabilmente il 25 giugno. Syriza potrebbe allearsi con il partito socialista Pasok, che domenica scorsa ha ottenuto intorno all’11,5 per cento dei voti.

grecia
Grafico via BBC.

LA QUESTIONE ECONOMICA

Come ha scritto Bloomberg, la sfida principale di Mitsotakis in vista delle elezioni di domenica scorsa è stata – sfida che si riproporrà nelle settimane che separano dal secondo turno – convincere i greci che non sono stati lasciati indietro nel percorso di transizione dalla “vecchia Grecia”, come la chiama lui, alla nuova.

La “vecchia Grecia” è quella del default nel 2010. La nuova, a detta del primo ministro, è quella della ripresa economica e dell’investment grade: il prodotto interno lordo è tornato grossomodo ai livelli pre-crisi, dopo essersi contratto di oltre un quinto; il tasso di disoccupazione si è più che dimezzato rispetto al picco del 28 per cento; le obbligazioni greche sono cresciute di valore e nel 2023, secondo la Commissione europea, l’economia crescerà del 2,4 per cento.

Non è tutto rose e fiori, però: le politiche di austerità perseguite in questi anni hanno avuto un impatto sui redditi delle persone, ulteriormente aggravato prima dalle conseguenze della pandemia e poi dall’aumento dei prezzi del cibo e dell’energia legati alla guerra in Ucraina.

COME VA LA GRECIA

Nel 2022, sotto Mitsotakis, la Grecia ha ridotto il suo rapporto debito-PIL più di ogni altro paese dell’Unione europea. Il premio di rischio sui titoli di stato comparati a quelli tedeschi (percepiti come i più affidabili dagli investitori) è diminuito di circa un terzo e i bond greci si scambiano oggi a un valore simile a quelli italiani.

Tuttavia, nonostante i miglioramenti, il paese mantiene l’indice di indebitamento più alto dell’area euro.

ECONOMIA E PIL PRO CAPITE DELLA GRECIA

Le previsioni di Eurostat dicono che nel 2023 l’economia della Grecia raggiungerà i 223 miliardi di dollari, più o meno lo stesso valore del 2010. Ma il PIL pro capite, 21.200 euro, è oggi del 29 per cento più basso di quello della Repubblica ceca: prima della crisi del debito, era del 37 per cento più alto.

I PIANI DI MITSOTAKIS E TSIPRAS PER GLI STIPENDI

Mitsotakis ha promesso di alzare il salario minimo mensile a 950 euro (oggi è di 780 euro) nei prossimi quattro anni. Tsipras, invece, ha detto che lo porterà a 880 euro entro i primi cinquanta giorni di governo. Nel 2010, prima della crisi, il salario minimo greco era di 740 euro al mese.

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