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Elezioni Comunali

Come sono andate le elezioni comunali

Vittoria progressista in 6 capoluoghi di regione. I commenti di Schlein e Donzelli. E il caso Perugia. La nota di Paola Sacchi.

Elly Schlein parla di “chiaro segnale” al premier Giorgia Meloni rivendicando la “vittoria storica del Pd e del campo progressista in 6 capoluoghi di regione, Firenze, Perugia, Potenza, Campobasso, Bari e Cagliari, quest’ultima già al primo turno”. Ma il dato complessivo di “questa tornata di ballottaggi – rileva il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli – dice che il centrodestra cresce più del centrosinistra”.

Nello specifico strappa quattro capoluoghi di provincia al centrosinistra: Lecce con il volto storico di Adriana Poli Bortone, Rovigo, Verbania e Caltanissetta. “Soltanto tre – spiega Donzelli – passano invece dal centrodestra al centrosinistra: Perugia, Potenza e Vibo Valentia”.

Comunque la si metta, più che la riconferma di Firenze, molto prevedibile anche per la propensione, quando si tratta di scegliere, dei renziani per il rosso antico, seppur non sia da sottovalutare per il futuro quel quasi 40 per cento raccolto per il centrodestra dall’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt, la vittoria più simbolica per il cosiddetto “campo largo”, stavolta comprensivo di tutti: dal Pd ai Cinque Stelle a Avs di Fratoianni e Bonelli a Iv di Matteo Renzi, è quella di Perugia con la dem Vittoria Ferdinandi (nella foto), primo sindaco donna del capoluogo umbro. La città torna a un rosso antico particolarmente elogiato dalla sinistra più radicale di Avs. E questo nel capoluogo dell’ex fortino rosso quale era l’Umbria prima del clamoroso cambio del 2019 alla guida della Regione con il centrodestra trainato allora dalla Lega di Matteo Salvini.

Ma prima ancora Perugia, con il trentenne sindaco Andrea Romizi, aveva abbattuto il muro dei 60 anni di potere rosso. Romizi, che è anche coordinatore regionale di Forza Italia, dopo 10 anni alla guida del capoluogo umbro, ancora quarantenne, avvocato, esponente dell’alta borghesia perugina, dato in posizione rilevante dai sondaggi, non si è più potuto ricandidare in assenza del terzo mandato. E Margherita Scoccia, di FdI, candidata da tutto il centrodestra, non ce l’ha fatta a succedere all’azzurro Romizi.

Antonio Tajani sottolinea riferendosi ad altre realtà che il centrodestra vince con le candidature “moderate”. Ma forse l’amaro risultato di Perugia potrebbe aprire anche una riflessione sulla contrarietà di FdI e FI finora al terzo mandato per cui si è battuta invece la Lega. Matteo Salvini saluta soddisfatto per l’Umbria le conferme dei sindaci di centrodestra di Orvieto, Roberta Tardani (a Orvieto il candidato per il consiglio comunale più votato è stato Gianluca Luciani della Lega, assessore della giunta uscente, e Tardani premiata anche dalla sua tela di alleanze) e di Foligno, Roberto Zuccarini. Insieme con la novità per Gubbio di avere per la prima volta un primo cittadino di centrodestra.

Ma dopo la sconfitta di Perugia, che fa seguito a quella di Terni, dove un altro candidato di FdI non ce la fece e vinse Stefano Bandecchi, per il centrodestra è campanello d’allarme per le Regionali in autunno nel cuore verde d’Italia. E la questione del terzo mandato per il centrodestra, a maggior ragione dopo il risultato di Perugia, si riproporrà in dimensione maggiore con il Veneto sul plebiscitato Luca Zaia.

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