Kallas rifiuta un “accordo sporco” e promette sostegno all’Ucraina anche senza Trump – L’Alto rappresentante, Kaja Kallas, ieri ha cercato di far sentire la sua voce a sostegno dell’Ucraina, dopo l’accordo tra Donald Trump e Vladimir Putin per negoziati immediati alle spalle degli europei. “Qualsiasi accordo alle nostre spalle non funzionerà”, ha detto Kallas. “Ogni facile soluzione è un accordo sporco che abbiamo già visto in passato con Minsk per esempio. E semplicemente non funzionerà”. L’Alto rappresentante ha assicurato che l’Ue continuerà a sostenere Kyiv, se Volodymyr Zelensky rigetterà un accordo negoziato tra Donald Trump e Vladimir Putin. “Se l’Ucraina decide di resistere, l’Europa sosterrà i principi, l’Europa sosterrà l’Ucraina, anche con il 20 per cento in meno se gli Usa decidono di ritirarsi”, ha detto Kallas. Restano da convincere una parte importante dei ventisette Stati membri. Kallas ha criticato sia Trump sia il segretario alla Difesa Pete Hegseth per le concessioni preventive a Putin sull’ingresso dell’Ucraina nella Nato e le cessioni di territorio. “Non dobbiamo togliere niente dal tavolo prima ancora che i negoziati siano iniziati, perché gioca a favore della Russia ed è ciò che vogliono i russi. Perché gli diamo tutto ciò che vogliono prima ancora che i negoziati siano iniziati? È appeasement. Non ha mai funzionato”, ha detto Kallas.
Il silenzio di von der Leyen sull’accordo Trump-Putin – La portavoce della Commissione, Paula Pinho, ieri ha confermato che l’Ue non è stata informata dall’Amministrazione americana della telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin sull’avvio dei negoziati sull’Ucraina. Ma la Commissione ha minimizzato il significato dell’accordo tra il presidente americano e il leader russo, definendolo “l’inizio di un processo”. Pur ricordando che non possono esserci negoziati senza l’Ucraina, la portavoce ha assicurato che “ci saranno sicuramente anche degli incontri”, ad esempio “nel contesto della Conferenza sulla sicurezza di Monaco”. Ursula von der Leyen da ieri è a Monaco con un numero consistenti di commissari, insieme al presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e all’Alto rappresentante, Kaja Kallas.
Tusk insiste sull’unità con gli Stati Uniti, Zelensky chiede coordinamento con gli europei – La Polonia ha la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue e ieri il suo primo ministro, Donald Tusk, si è attivato per coordinare una risposta europea chiamando Volodymyr Zelensky, i tedeschi Olaf Scholz e Friedrich Merz e lo svedese Ulf Kristersson. “Il messaggio è chiaro: Ucraina, Europa e Stati Uniti devono essere completamente uniti e impegnarsi in colloqui di pace”, ha detto Tusk. Zelensky ha spiegato di aver concordato con Tusk “che nessuna trattativa con Putin può iniziare senza una posizione unita da parte di Ucraina, Europa e Stati Uniti”. Il presidente ucraino ha sottolineato “la necessità di coordinare le posizioni di tutti gli europei per raggiungere risultati positivi per l’intera Europa”. Ma “l’Ucraina deve negoziare da una posizione di forza, con garanzie di sicurezza forti e affidabili, e l’adesione alla Nato sarebbe la più conveniente per i partner”, ha spiegato Zelensky.
Baltici e nordici non rinunciano alla Nato per l’Ucraina – I ministri della Difesa dei paesi Baltici e Nordici non vogliono rinunciare all’adesione dell’Ucraina alla Nato, malgrado l’opposizione del segretario alla Difesa di Donald Trump, Pete Hegseth. “Non rendiamo i negoziati facili per Putin”, ha avvertito l’estone Hanno Pevkur: “Per noi la più forte garanzia di sicurezza per l’Ucraina rimane l’appartenenza sia all’Ue sia alla Nato”. “Non prevedo che l’appartenenza della Nato in quanto tale sia fuori dal tavolo per l’Ucraina”, ha detto lo svedese, Pal Jonson: “Il futuro dell’Ucraina è dentro la Nato, ovviamente una volta che avrà riempito tutte le condizioni”. Anche Kaja Kallas è intervenuta sulla questione. “L’adesione alla Nato è la garanzia di sicurezza piu’ forte che esista e, in realtà, è anche la più economica. Se diciamo che non ci sarà l’adesione alla Nato, ma altre garanzie di sicurezza, allora tutti devono rispondere a una domanda: quali sono realmente queste garanzie di sicurezza?”, ha detto l’Alto rappresentante.