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Lockheed Martin, Boeing e non solo. Ecco come Trump per difendere le aziende Usa stritola Mogherini e l’Europa sulla Pesco

Tutte le nuove tensioni fra Stati Uniti ed Unione europea in materia di difesa e sicurezza

 

Il tema della Difesa comune e della cooperazione tra Paesi membri Ue nel settore militare non sembra essere tra le priorità più visibili di una competizione elettorale che, tra meno di dieci giorni, porterà alla formazione del nuovo Europarlamento e, quindi, alla nascita di un nuovo esecutivo comunitario.

La questione, com’è noto, si affaccia periodicamente nel dibattito pubblico, dove i voli pindarici di qualche sostenitore di una maggiore autonomia dell’Europa dall’America e dalla Nato anche, se non soprattutto, in termini di capacità industriali, vengono di norma rintuzzati da chi, invece, ritiene intoccabile lo status quo.

Succede così che iniziative come la Pesco – la cooperazione strutturata permanente varata nel 2017 – siano considerate, a seconda degli occhi di chi la guarda, o come colpo d’ala di un’Europa che finalmente si decide a fare da sola, o come un vero e proprio azzardo strategico che gli Usa, guidati oggi da un leader tutt’altro che indulgente nei confronti degli alleati e delle loro bizze, non tarderebbero a farci pagare.

Se la posizione degli Usa non fosse già sufficientemente nota, ecco spuntare una lettera vergata da due sottosegretari alla Difesa Usa – Ellen Lord e Andrea Thompson – e indirizzata a Lady Pesc Federica Mogherini che mette in chiaro una volta per tutte le cose.

La missiva, ma sarebbe meglio chiamarla un editto, è stata trasmessa all’inizio del mese ed è stata visionata dal quotidiano tedesco Der Spiegel. Start Magazine, tuttavia, ne è venuto a conoscenza da un articolo di Stars and Stripes, magazine americano di affari militari che, nel suo sito, si presenta come organo di stampa “autorizzato dal Dipartimento della Difesa”.  Più che un articolo, dunque, sarebbe meglio parlare di un comunicato o, se si preferisce, della posizione ufficiale del Pentagono.

E la posizione che filtra attraverso gli stralci della lettera è nitida e categorica. Si tratta, scrive Stars and Stripes, di un “avvertimento agli alleati dell’Unione Europea”, chiamati a riflettere su una realtà che gli Usa di Donald Trump vogliono enfatizzare: “La partnership decennale” tra America ed Europa, sottolinea Stars and Stripes commentando la lettera, è messa “a rischio” dalla Pesco.

Il peccato originale individuato dagli Usa nella Pesco è il timore che l’industria della Difesa a stelle e strisce possa essere esclusa dai contratti per i nuovi progetti militari dell’Ue. Parlano, i due sottosegretari, di “pillole velenose” nelle regole della Pesco, che sarebbero state scritte anche – è il sospetto  – con l’intento di tenere fuori le industrie Usa dalle ricche commesse militari.

Infatti, nota ancora Stars and Stripes, se le regole della Pesco non escludono esplicitamente i competitori di Paesi terzi, prevedono comunque che la loro partecipazione sia decisa “caso per caso dai membri Ue”. Una situazione, ovviamente, inaccettabile per gli Usa. I quali, come se non bastasse, sono preoccupati anche che l’Ue intenda “bloccare” quelle imprese non comunitarie, dunque americane, che “esportano sistemi d’arma sussidiati”.

La conclusione cui giungono Ellen e Thompson è che, se attuata in questo modo, la Pesco porterebbe ad una “drammatica inversione” di “tre decenni di crescente integrazione del settore transatlantico della Difesa”. Minerebbe alla radice, dunque, la “cooperazione congiunta nell’industria degli armamenti dentro l’Ue e attraverso l’Atlantico”. E si tradurrebbe, aggiunge il magazine, in “duplicazioni non necessarie all’interno della Nato” in termini di “sviluppo di capacità militari”.

Un altolà molto chiaro, dunque, quello del Pentagono. Che, per favorirne il recepimento, lo fa culminare con una minaccia nemmeno troppo velata. “È chiaro”, scrivono Lord e Thompson nella lettera, che “analoghe restrizioni imposte reciprocamente dagli Usa non sarebbero benvenute dai nostri partner ed alleati europei, e non vorremmo doverle considerare in futuro”.

Una bella gatta da pelare, insomma, per chi ha concepito la Pesco intendendola come dichiarazione d’indipendenza. E un intervento a gamba tesa in una competizione elettorale in cui sono in ballo questa ed altre questioni esistenziali per il progetto europeo. Questioni su cui anche l’America, a quanto pare, pretende di dire la sua. E lo fa, ovviamente, in puro stile trumpiano.

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