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Ecco come gli hacker hanno violato pure il Pentagono

I sistemi informatici gestiti e controllati dalla Defence Information Systems Agency sono stati saccheggiati dai pirati digitali che si sono presi tutte le informazioni relative almeno a 200.000 persone. Lo scoop di Reuters e il commento di Rapetto

Lo ha ammesso lo stesso Dipartimento della Difesa americano. I sistemi informatici gestiti e controllati dalla Defence Information Systems Agency (DISA, la sigla per gli addetti ai lavori) sono stati saccheggiati dai pirati digitali che si sono presi tutte le informazioni relative almeno a 200.000 persone. Parola di Umberto Rapetto sulla scia delle rivelazioni dell’agenzia Reuters.

CHE COSA HA SVELATO LA REUTERS SUL PENTAGONO

L’agenzia di difesa americana che gestisce le comunicazioni sicure per il presidente Donald Trump ha detto che le informazioni previdenziali e altri dati personali nella sua rete potrebbero essere stati compromessi, secondo le lettere viste da Reuters giovedì che sono state inviate a persone probabilmente colpite.

LE LETTERE

Le lettere, datate 11 febbraio 2020, affermano che tra maggio e luglio 2019, i dati personali potrebbero essere stati compromessi “in una violazione dei dati” di un sistema ospitato dalla Defense Information Systems Agency.

CHE COSA FA L’AGENZIA

L’agenzia fornisce telecomunicazioni dirette e supporto IT per il presidente, il vicepresidente Mike Pence, il loro personale, il servizio segreto degli Stati Uniti, il presidente del Joint Chiefs of Staff e altri membri senior delle forze armate, secondo il suo sito web.

LE LETTERE

Le lettere DISA hanno fornito alcuni ulteriori dettagli. Ad esempio, non hanno detto quale parte della rete DISA era stata violata, né hanno identificato quali soggetti potrebbero aver compromesso i loro dati.

IL DATA BREACH

Il cosiddetto “data breach”, ovvero la breccia virtuale del perimetro di protezione hi-tech, ha interessato gli archivi elettronici che ospitano informazioni della Casa Bianca, dei diplomatici statunitensi e delle truppe impegnati in scenari bellici in giro per il mondo.

IL COMMENTO DI RAPETTO

Ha scritto l’esperto Umberto Rapetto: “Fonte della notizia è la lettera indirizzata dal DISA alle persone i cui dati sono stati depredati in un “incidente” che sarebbe avvenuto tra maggio e luglio 2019 e avrebbe determinato la compromissione dei sistemi informativi ad evidenti criticità. Gli ottomila dipendenti dell’Agenzia, in cui lavorano sia militari sia civili, non sono bastati a salvaguardare la riservatezza dei dati e al momento non sono in grado di definire l’effettiva gravità dell’impatto dell’incursione. Il tweet di un veterano, Andy Piazza, è certamente emblematico. Oltre a pubblicare la foto della missiva cartacea appena recapitatagli, ha scritto “Eccezionale! Ho ricevuto dal Pentagono un’altra lettera di furto di dati personali (PII, Personal Identifiable Information). E’ come a Pokemon Go dove bisogna catturarli tutti?”.
L’apparentemente ironico commento sui social è mirato a ricordare che il DISA non è alla prima brutta esperienza di questo genere. E’ almeno la seconda volta che il Pentagono – nell’arco di due anni – è costretto a constatare la breccia nei propri sistemi informatici”.

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