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Merkel Macron

Ecco come Germania e Francia uniscono gli sforzi sui dati per contrastare Cina e Usa

Di che cosa si è parlato nel corso 50esimo Consiglio economico e finanziario franco-tedesco svoltosi nei giorni scorsi a Bercy

 

Germania e Francia intendono unire gli sforzi per creare una “infrastruttura di dati sovrana” per l’Europa in modo che i dati del continente possano essere memorizzati ed elaborati internamente piuttosto che migrare negli Stati Uniti o in Cina. Ad annunciare la novità, secondo quanto riferisce Afp, sono stati il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire e l’omologo tedesco Peter Altmaier nel corso del 50esimo Consiglio economico e finanziario franco-tedesco svoltosi nei giorni scorsi a Bercy.

ABBIAMO DECISO DI CREARE UN’ALTERNATIVA EUROPEA PER UN’INFRASTRUTTURA DI DATI SOVRANA

Per il ministro Le Maire, che nella stessa occasione ha anche annunciato un progetto comune per la realizzazione di batterie per auto elettriche, si tratta di “due importanti iniziative industriali” in settori in cui l’Europa è in ritardo rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. Altmaier, ha riferito Reuters, ha dichiarato che i colloqui in corso sulla questione in Germania si concluderanno a breve e il loro risultato potrebbe essere combinato con un lavoro esplorativo in corso in Francia. “Ci sono sempre più volumi di dati che devono essere memorizzati ed elaborati, e a causa della mancanza di capacità in Europa questo spesso accade negli Stati Uniti o in Cina – ha detto -. Così abbiamo deciso entrambi di creare un’alternativa europea per un’infrastruttura di dati sovrana”.

GERMANIA E FRANCIA GIA’ MOBILITATE

La Francia si è già mobilitata con OVH, Thales, Dassault Systèmes e Atos. Il vecchio progetto Cloude Andromede previsto nel 2011 “allo scopo di fornire un cloud sicuro e nazionale per il settore pubblico e le imprese” è stato abbandonato per disaccordi tra Orange da un lato e Thales e Dassault dall’altro, dando via a due progetti nel 2012: “Cloudwatt gestito da Orange e Thales e Numergy capeggiatato da Sfr e Bull”. Stesso discorso in Germania dove le “iniziative pubbliche relative al cloud sono state introdotte all’interno di strategie più ampie di intervento sulle infrastrutture IT”. Iniziative più recenti del 2015 lo Sharing Government IT – Bundescloud “hanno previsto il consolidamento applicativo all’interno di un cloud federale ad architettura privata così come il consolidamento operativo delle infrastrutture all’interno di una rete di proprietà pubblica, la ITZbund entro il 2020”.

CHE COSA BOLLE IN PENTOLA NEL CLOUD DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ITALIANA

Anche in Italia il dibattito ferve: durante il governo giallo-verde si era parlato di un cloud della Pubblica amministrazione a trazione “nazionale”, per sganciarsi dalle multinazionali del settore, sia statunitensi sia asiatiche, come Amazon, Microsoft, Google e Alibaba. Questo perché attualmente, i servizi cloud della pubblica amministrazione italiana dall’1 aprile scorso possono essere affidati solo a Cloud Service Provider (Csp) qualificati e pubblicati sul “Catalogo dei servizi Cloud qualificati per la PA”, realizzato da Agid. Si tratta di un ristretto numero di società abilitate da Agid scrutinate attraverso una autocertificazione in linea con gli standard indicati dalla stessa Agid: ma nella quale sono presenti al momento sia multinazionali (tra cui Amazon, Microsoft, Oracle e Salesforce), sia alcune società private nazionali di medie dimensioni e società pubbliche come Csi-Piemonte e Infocamere. Ora sarà compito del nuovo governo giallo-rosso decidere se procedere verso la strada percorsa da Francia e Germania. Ma questa direzione di marcia sarà confermata anche dal nuovo governo M5s-Pd?

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