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Londra

Ecco come Bailey (BoE) incalza Fed, BoJ e Fed nelle misure anti crisi

Il punto di Daniele Meloni su parole e auspici del governatore della Bank of England, Andrew Bailey

 

La recessione più grave di sempre, il rapporto debito/pil salito per la prima volta dal 1960 a oltre il 100% e il debito pubblico a oltre 2 trilioni di sterline: l’impatto sull’economia britannica del coronavirus è stato devastante ma così come nel recente passato, la Bank of England (BoE) si trova al centro delle manovre per riattivare la fiducia dei consumatori e degli investitori. Questa volta però non è il canadese Mark Carney a tenere le redini di Threadneedle Street, ma il nuovo governatore, Andrew Bailey, che ha debuttato nel simposio dei banchieri centrali di Jackson Hole nel Kansas settimana scorsa.

Una figura discreta quella di Bailey, che sta collaborando con il governo Tory nella gestione di quella che sembra una crisi diversa rispetto a quella generata dai mutui subprime e dal crollo, quasi a catena, di Northern Rock e Lehman Brothers nel biennio 2007/2008.

Nel suo intervento telematico Bailey ha sottolineato come il ruolo delle banche centrali si sia ampliato negli ultimi 10 anni e che “la grande Crisi Globale ha determinato un aumento degli asset di liquidità di alta qualità nelle riserve delle banche”. Inoltre per il Governatore le banche sono state fondamentali nel fornire azioni di stimolo monetario nelle economie dei rispettivi paesi. Azioni che si sono concretizzate nell’“acquisto di asset, e, nello specifico, di titoli di debito emessi dai governi”.

Quanto ai tempi più recenti, segnati dalla crisi legata alla pandemia del coronavirus, Bailey ha affermato che “la politica monetaria deve rispondere a una recessione economica senza precedenti per velocità e scala”.

L’invito ai colleghi – specialmente a quelli americani, giapponesi ed europei – è stato quello di essere più audaci nelle misure di sostegno alle economie danneggiate dal Covid-19. Il Regno Unito ha perso oltre il 20% del Pil nel secondo trimestre su base annua, ma Bailey è convinto che le banche centrali non abbiano utilizzato tutte le munizioni in loro possesso per invertire il trend. A differenza della Crisi Globale però, l’instabilità non è stata generata all’interno del settore bancario ma nel mondo del trading, dei grandi fondi d’investimento e delle imprese. La BoE – così come le altre banche centrali – si è attivata con i tradizionali mezzi per iniettare liquidità nelle banche attraverso le operazioni di “Repo”, ma queste non sono state sufficienti.

Il mezzo principale usato per fare fronte all’emergenza è stato il Quantitative Easing, che è stato impiegato con una velocità e una consistenza senza precedenti. Le banche centrali – secondo Bailey – si sono nuovamente re-imposte come dei centri diretti di intervento politico e monetario. Lo scorso marzo la BoE ha annunciato acquisti di titoli di stato per 200 miliardi di sterline, giudicati necessari per sostenere l’economia e assicurare un ritorno sostenibile dell’inflazione secondo i target prefissati.

Ora però in Gran Bretagna si sta viaggiando verso la fine delle misure prese dal Cancelliere Sunak per mettere al riparo le imprese e le persone dalla crisi. Ieri è terminato il popolare progetto Eat Out Help Out, che consentiva agli inglesi di mangiare fuori casa usufruendo di uno speciale sconto governativo. A fine ottobre terminerà anche il furlough, il congedo lavorativo per tutte quelle persone che non hanno potuto proseguire le loro attività a causa del lockdown. Johnson, Sunak e tutto il governo conservatore avranno bisogno di una BoE collaborativa per fare rimettere in moto una delle economie più importanti del mondo.

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