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RAISI

Tutto su Raisi, il presidente iraniano morto

L'elicottero sul quale viaggiava il presidente dell'Iran Ebrahin Raisi è precipitato. Fatti e approfondimenti

Raisi è morto.

“Non è stato trovato alcun segno di passeggeri vivi dopo la scoperta della posizione dell’elicottero precipitato”, ha detto al canale televisivo Irib il capo della Mezzaluna Rossa iraniana Pir Hossein Kolivand. Oltre a Raisi il velivolo trasportava tra gli altri il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian, il governatore della provincia dell’Azerbaigian orientale Malek Rakhmati e l’imam di Tabriz della preghiera del venerdì Mohammad Ali Ale-Hashem

CHE COSA È SUCCESSO AL PRESIDENTE IRANIANO RAISI

L’elicottero sul quale viaggiava il presidente dell’Iran Ebrahin Raisi è precipitato. Anzi, ha avuto un non meglio definito incidente. O forse è dovuto ricorrere ad un atterraggio di emergenza. Il presidente sarebbe disperso, dopo che il convoglio di velivoli sul quale viaggiava è caduto.

Le notizie in queste ultime (poche) ore, si rincorrono tra smentite e conferme. Quanto si sa di certo è quanto è stato divulgato dalla tv di Stato Iraniana, comunicato che è stato seguito da diverse altre notizie e diverse altre fonti, spesso discordanti.

COSA SAPPIAMO DELL’INCIDENTE AD EBRAHIM RAISI

Alle 15.08 ora di Roma la tv di Stato dell’Iran ha diffuso la notizia di un incidente occorso al convoglio del quale faceva parte l’elicottero sul quale viaggiava il Presidente dell’Iran, un Mil Mi 171 di produzione sovietica.

Raisi stava viaggiando attraverso la zona orientale dell’Azerbaigian, dove aveva inaugurato una diga sul fiume Aras con il presidente Aliyev nella prima mattina di oggi. Da li in poi tutto si è fatto poco chiaro. Secondo alcune fonti si sarebbe trattato di un incidente, secondo altre di un atterraggio di emergenza.

Poco meno di mezz’ora dopo il primo comunicato, fonti di stampa iraniane hanno diffuso la notizia di ricerche a tappeto. Poco dopo le autorità dell’Azerbaigian (nel cui territorio si sarebbe consumato l’incidente) l’elicottero del presidente Raisi risultarebbe ancora disperso in una zona montana.

CHI È EBRAHIM RAISI

Sayyid Ebrahim Raisol-Sadati (questo il suo nome completo) è il 13esimo presidente dell’Iran dal 3 agosto 2021, ed è da molti considerato il favorito nella “successione” come leader supremo ad Ali Khamenei, al quale è particolarmente vicino. Raisi è considerato anche particolarmante vicino alla leadership dei Pasdaran, le temutissime guardie della rivoluzione islamica, macchiatesi di atroci repressioni nel Paese.

A segnare la leadership politica di Rais, considerato nel suo Paese un intransigente, la rottura dei negoziati con gli Stati Uniti per il JCPOA, l’accordo sul nucleare iraniano, che imponeva limiti rigorosi all’attività nucleare dell’Iran ed ampi margini di verifica all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.

CARRIERA RELIGIOSA E GIUDIZIARIA DI EBRAHIM RAISI

Ebrahim Raisi è nato il 4 dicembre 1960 a Mashhad, città santa per gli Sciiti iraniani. Rimase orfano di padre all’età di 5 anni. Si è laureato in diritto islamico all’Università Motahari di Teheran dopo aver frequentato la scuola dell’Ayatollah Sayyed Muhammad Mousavi Nezhad prima e la scuola dell’Ayatollah Borujerdi a Qom nel 1976. E’ stato allievo di Seyyed Hossein Borujerdi, Morteza Motahhari, Abolghasem Khazali, Hossein Noori Hamedani, Ali Meshkini e Morteza Pasandideh. È stato uno dei giovani rivoluzionari di Khomeini.

Nel 1981 diventa procuratore di Karaj, incarico che in seguito affiancherà a quello di procuratore di Hamadan. In seguito diventa procuratore della provincia di Hamadan. Si trasferisce una prima volta a Teheran nel 1985, quando viene nominato Vice Procuratore della capitale iraniana.

IL COMITATO DELLA MORTE

Nel 1988 Raisi è stato uno dei 4 componenti del cosidetto “comitato della morte”, il gruppo responsabile delle esecuzioni dei prigionieri politici che per 5 mesi ha insanguinato l’Iran, alla fine del 1988. Ebrahim Raisi si è reso così co-responsabile della morte di oppositori interni del regime iraniano.

Il “comitato della morte” era stato voluto da Khomeini alla fine della guerra Iran-Iraq, e fu uno degli strumenti di persecuzione contro i Mujaheddin dell’Esercito di Liberazione Nazionale dell’Iran.

EBRAHIM RAISI PRESIDENTE DELL’IRAN

Sono le elezioni presidenziali del 2021 ad incoronare  Raisi presidente dell’Iran, sancendo il ritorno al potere della frangia ultraconservatrice del clero sciita. Già 4 anni prima Ebrahim Raisi aveva sfidato Hassan Rouhani per la presidenza, ma quest’ultimo era stato eletto con poco meno del 60% delle preferenze, in una elezione che vide la partecipazioni di oltre il 70% degli aventi diritto al voto, contro un tasso di partecipazione intorno al 50% registrato nel 2021.

Ultraconservatore, sciita, secondo molti “longa manus” della guida spirituale Ali Khamenei, Raisi si è attirato critiche dalla comunità internazionale per le brutali e sanguinose repressioni delle diverse ondate di protesta che si sono succedute in Iran dopo la sua elezione. Gli Usa nel 2019 lo hanno inserito nella lista degli alti funzionari iraniani sanzionati a causa della violazione dei diritti umani.

I PRECEDENTI

La notizia dell’incidente dell’elicottero su cui viaggiava Ebrahim Raisi ha richiamato l’attenzione sui precedenti di incidenti aerei in cui sono stati coinvolti in passato due presidenti iraniani: Abolhassan Banisadr, il defunto primo presidente della Repubblica islamica dell’Iran, e il falco Mahmoud Ahmadinejad. Nell’agosto del 1980, sullo sfondo dell’escalation di tensioni con l’Iraq di Saddam Hussein, l’elicottero militare su cui viaggiava Banisadr, in una zona al confine, ebbe problemi tecnici che fecero perdere il controllo al pilota: il velivolo si schianto’, ma il presidente ne usci’ quasi illeso. Il 2 giugno 2013, l’elicottero che trasportava il Ahmadinejad e un gruppo di funzionari governativi fu costretto a effettuare un atterraggio di emergenza in una regione montuosa nel nord dell’Iran. Il pilota riusci’ a far atterrare il mezzo in sicurezza sulla catena montuosa dell’Alborz e nessuno rimase ferito. Ahmadinejad stava andando ad inaugurare tre progetti stradali nella provincia di Mazandaran.

(Articolo  – con integrazioni – pubblicato da Policy Maker)

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