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Raisi

Non solo Hamas: tutte le mosse dell’Iran tra Sudan, Iraq, Yemen e Siria

L’Iran sta portando avanti una politica di proiezione di potenza in Sudan, Libano, Iraq e Siria. Il punto di Giuseppe Gagliano

Si commetterebbe un grave errore, dal punto di vista dell’analisi politica, se si trascurasse il fatto che l’Iran ha una politica di proiezione di potenza di tutto rispetto in Sudan. Da diverso tempo l’ Iran intende creare le condizioni per essere presente in modo rilevante in Sudan poiché ciò gli consentirebbe di consolidare il suo dispositivo di pressione sul mar Rosso: non dimentichiamoci infatti che sono ben 700 i km di costa che si affacciano sul mar Rosso e di particolare interesse per l’Iran è naturalmente Porto Sudan.

COSA FA L’IRAN IN SUDAN

Ci sono naturalmente precedenti storici rilevanti tra l’Iran e il Sudan già a partire dagli anni 90: il Sudan rappresentava un importante alleato nel mondo arabo e infatti i guardiani della rivoluzione erano presenti in modo discreto. Tuttavia, dopo l’attacco dell’ambasciata all’ambasciata saudita a Teheran da parte di manifestanti iraniani, le relazioni bilaterali si sono interrotte e hanno ripreso vita dopo il 7 ottobre quando l’Iran è ritornato in Sudan a sostegno del generale Abdelfattah al-Burhan.

Dal 2023 il Sudan è investito dalla guerra civile che vede contrapposte le forze armate sudanesi Sudanesi (FAS), guidate dal generale al-Burhan, e le Forze di Supporto Rapido (FSR), la milizia paramilitare di Mohamed Hamdan Dagalo “Hemetti” (attore attivo nei massacri del Darfur). Quale ruolo ha l’Iran in tutta questa vicenda? Quello di fornitore di armi. Nello specifico l’Iran fornisce droni Mohajer 6 e altri piccoli UAV all’esercito regolare sudanese.

IL SOSTEGNO A HEZBOLLAH IN LIBANO

Tuttavia l’Iran, contrariamente a quanto si suppone, ha un approccio anche di natura pragmatica. Lo dimostra la sua presenza in Libano dove ha sostenuto i suoi fratelli sciiti. Proprio in Libano, d’altra parte, negli anni 80 fu creata una milizia finanziata e formata dai guardiani della rivoluzione, e cioè Hezbollah, che da allora non ha smesso di crescere fino a diventare un vero e proprio Stato nello Stato.

Si deve certamente al leader Hassan Nasrallah se questo movimento è diventato un efficacissimo strumento politico: non dimentichiamoci che infatti questo movimento è sostenuto da una parte rilevante della popolazione libanese ed è molto presente nell’istituzione chiave del paese. Inoltre ,sotto il profilo strettamente militare, l’esercito di Hezbollah è diventato un vero e proprio esercito professionale.

LA PRESENZA IN SIRIA E IRAQ

Per quanto riguarda la sua presenza in Siria e in Iraq, l’Iran ha compreso che sostenere la rivoluzione islamista universale non era un progetto fattibile. Nonostante ciò la persecuzione degli sciiti in tutto il Medioriente era sfruttabile a livello politico: infatti le logiche tribali che ancora dominano in Medioriente hanno fatto comprendere all’Iran che gli sciiti organizzati erano diventati un vero e proprio Stato.

Per quanto riguarda l’Iraq, l’Iran, attraverso i guardiani della rivoluzione, ha sostenuto le milizie Hachd al-Chaabi, prevalentemente sciite, contro i soldati dello Stato Islamico (2014). Una volta che lo Stato iracheno era stato controllato dagli sciiti, queste milizie sono state poi mandate in Siria per sostenere il regime di Assad, le cui forze erano state massacrate dalla guerra contro gli islamisti sunniti. Anche in questo caso l’Iran non solo mise a disposizione i suoi finanziamenti, ma anche l’esperienza militare dei guardiani della rivoluzione e di Hezbollah fino a costituire un vero e proprio asse politico Libano-Siria-Iraq.

L’IRAN IN YEMEN

E veniamo allo Yemen dove la politica iraniana si proietta attraverso gli Houthi. Questa organizzazione non è altro che il compimento più evidente del movimento Ansar Allah formato negli anni ’90 per combattere l’influenza dell’Arabia Saudita nel paese.

Nonostante non abbiano bisogno di ingenti finanziamenti perché ormai hanno il controllo sia della capitale Sanaa, oltre che delle principali città dello Yemen, l’appoggio dato dall’Iran conferisce loro una credibilità politica a livello internazionale, in cambio della quale attuano operazioni di destabilizzazione del mar Rosso minacciando costantemente l’Arabia Saudita, alleata degli Stati Uniti e dell’Occidente.

I RAPPORTI CON HAMAS

Veniamo infine ad Hamas. Quando si tratta di combattere Israele, Teheran pragmaticamente è disposto a sostenere anche i sunniti poiché avere un nemico comune aumenta la proiezione di potenza e soprattutto il consenso, e indubbiamente Hamas ha bisogno di sostegno politico, economico e militare che viene dato attraverso l’Egitto e le sue frontiere facilmente penetrabili, attraverso le quali sono passati i guardiani della rivoluzione e Hezbollah, dando ad Hamas armi e munizioni hanno consentito di attuare l’operazione del 7 ottobre contro Israele.

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