DRAGHI VISTO DA FORMICA
Perché Mattarella ha scelto Draghi?
"E' il garante della nostra credibilità internazionale", risponde Rino Formica.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 4, 2021
LA FAMIGLIA DRAGHI
Serena Cappello, di Padova, ha origini nobili: è discendente della sposa del Granduca di Toscana Francesco de’ Medici, Bianca Cappello. I due si sono conosciuti quando Draghi aveva 19 anni, nel 1966. L’occasione: una vacanza a Stra, lungo la riviera del Brenta. (Corsera)
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La coppia Draghi ha due figli, Federica e Giacomo. La prima è investment director di Genextra (biotecnologie), laurea alla Sapienza e master alla Columbia business school. Il secondo ha lavorato a lungo in Morgan Stanley per poi passare al fondo hedge Lmr. (Corsera)
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In Umbria Mario Draghi e Serena Cappello sono stati avvistati su una Panda tra vigne e campi di zafferano nei dintorni di Città della Pieve dove hanno acquistato una villa una decina di anni fa e dove il figlio Giacomo ha festeggiato il suo matrimonio. (Corriere della sera)
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LE DIAVOLERIE DI M5S SU DRAGHI
Nel 2014 Grillo chiedeva che Draghi fosse messo sotto processo per aver portato i soldi pubblici alle banche europee. L’anno dopo lo accusava di rubare i soldi del welfare per i medesimi scopi. Nel 2016 Luigi Di Maio ha invitato Draghi a «facce Tarzan». (Mattia Feltri)
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Nel 2015 i deputati M5s, con una nota, hanno detto che Draghi dava risposte surreali, da maestrina, che era pieno di conflitti d’interessi e che la sua gestione della Bce era da cieco. (Mattia Feltri)
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I deputati M5s, nel 2017, hanno detto che Draghi era alla canna del gas, che il Qe (l’acquisto dei titoli di Stato da parte della Banca centrale per tenere basso lo spread) non serviva a niente, e che Draghi non capiva un’acca di economia. (Mattia Feltri)
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DRAGHI IL PRAGMATICO
"Non ha senso parlare di Draghi come uomo dell’austerità. Come presidente Bce, fece due passi agli antipodi della austerità: il “Whatever it takes” (2012) e il “Quantitative easing” che iniziò nel 2015". (Giampaolo Galli, economista)
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"Draghi fu il protagonista delle privatizzazioni nella seconda metà degli Anni Novanta perché quella era la cosa di fare allora. Non perché sposasse un’ideologia liberista ma perché bisognava entrare nell’euro. In lui vedo più pragmatismo che ideologia" (Giampaolo Galli)
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CONTE VISTO DA FORMICA
"Conte? E' un avvocato a parcella", dice Rino Formica.
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DRAGHI VISTO DA ZANDA
«Draghi, lo si è già visto dalle sue dichiarazioni al Quirinale, cambierà il linguaggio della politica. Noi dovremo adeguarci alla sua chiarezza e alla sua precisione. Ha un modo di esporre che è molto lontano dai nostri discorsi spesso molto bizantini». (Zanda, senatore Pd)
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RENZI NON AMA LA THAILANDIA
Perché ce l’ha tanto con Bettini? Le scocciano le sue critiche feroci?
«Se mi scocciassero le critiche farei un altro mestiere. La corrente thailandese del Pd non mi riguarda, io sto sui contenuti», dice Renzi.
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I CONSIGLI DI RENZI A CONTE
Il Recovery va riscritto integralmente o si può aggiustare quello di Conte e Gualtieri?, domanda Rep.
Risposta di Renzi: "Fossi il premier io lo farei. Una buona squadra scrive il Recovery in tre giorni".
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"Prima si mandano a casa i responsabili del fallimento
Anpal o Inps, meglio è", dice Matteo Renzi a Rep.— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 4, 2021
COSA DICE IL CENTRODESTRA DI DRAGHI
"Per spirito di unità noi saremmo disposti ad astenerci sulla fiducia al governo Draghi. Ma solo se tutti i presenti facessero lo stesso", avrebbe detto Meloni al vertice del centrodestra. Senza una risposta compatta, liberi tutti: e FdI voterà no alla fiducia. (fonte: Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 4, 2021
I 4 ERRORI DI CONTE
4 gli errori di Conte: aver snobbato Draghi (sui consigli indiretti), aver ignorato Gentiloni (sulle procedure del Recovery), il pasticcio dei Costruttori, aver sottovalutato Renzi. (Sebastiano Messina, Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 4, 2021
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ESTRATTO DELL’ARTICOLO DI SEBASTIANO MESSINA SU REPUBBLICA:
Errore numero uno, aver snobbato Draghi. L’estate scorsa, martedì 18 agosto, l’ex presidente della Banca Centrale Europea è l’ospite d’onore del Meeting di Cl a Rimini. Non fa nomi, non attacca nessuno, ma il suo discorso è una sferzata alle politiche assistenzialiste come il reddito di cittadinanza. C’è la pandemia ed è sacrosanto fare debito, dice Draghi, ma c’è il «debito buono», quello per investimenti, infrastrutture e ricerca, e c’è il «debito cattivo», per esempio quello per «sussidi non sostenibili nel tempo».
Errore numero due, aver ignorato Gentiloni. Dopo l’inutile passerella degli Stati Generali — con 122 organizzazioni convocate a Villa Pamphilj per ricavarne solo un’inutile collezione di belle pensate — Conte viene richiamato a dicembre dal commissario europeo per gli Affari economici, quello che più di tutti ha aiutato l’Italia nella battaglia del Recovery Fund. «Abbiamo messo sul tavolo un bazooka, non possiamo trasformarlo in un mezzo bazooka» avverte Gentiloni, allarmato per i ritardi del governo. «Il diavolo — dice a Repubblica — non è nei dettagli del piano ma nelle procedure per eseguirlo», che devono essere «straordinarie e con corsie preferenziali».
Errore numero tre, il pasticcio dei «costruttori». Solo Berlusconi, prima di lui, si era avventurato nella caccia all’uomo per trovare i voti necessari a salvare il governo. Con la differenza che dieci anni fa l’ex Cavaliere riuscì nell’impresa, reclutando i «responsabili» guidati da Razzi e Scilipoti, mentre Conte non solo ha fallito (il tabellone di Palazzo Madama si è fermato a 156, sotto la soglia della maggioranza assoluta) ma si è esposto in prima persona raccogliendo una pattuglia Brancaleone dalla quale è già cominciata la fuga.
Errore numero quattro, aver sottovalutato Renzi. Prima ha creduto che bastasse un post su Facebook a soddisfare le richieste di Italia Viva sul Recovery Plan. Non ha funzionato. Poi ha accettato la sfida in aula convinto di vincere la conta dei voti. Si sbagliava. Quindi ha minacciato di lasciare fuori i renziani dalla sua maggioranza, se fossero usciti dal governo: non gli hanno creduto. Infine, dopo le inevitabili dimissioni, si è convinto che pur di evitare lo scioglimento delle Camere minacciato da Bettini e Zingaretti anche i fedelissimi avrebbero abbandonato Renzi, provocando la definitiva frantumazione del suo piccolo gruppo: ma non è andata così.