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Russia Cina Iran

Cosa c’è nel documento sull’alleanza tra Russia e Cina

L'articolo di Giuseppe Gagliano.

Il presidente russo Vladimir Putin era a Pechino per l’inaugurazione delle Olimpiadi invernali il 4 febbraio. Mentre era lì, ha anche tenuto discussioni significative con il leader cinese Xi Jinping su una serie di questioni globali. La lunga dichiarazione congiunta di 99 paragrafi che ha seguito il loro incontro descrive in dettaglio come Russia e Cina siano arrivate ad adottare posizioni condivise su diverse questioni globali e regionali. La visita è stata significativa poiché questo è stato il loro primo incontro faccia a faccia dal 2019.

La dichiarazione congiunta riflette il sostegno reciproco. La Russia deve essere molto soddisfatta del sostegno della Cina alle proposte russe “di creare garanzie di sicurezza giuridicamente vincolanti a lungo termine in Europa”. Anche se la dichiarazione congiunta tace sull’Ucraina, la Cina condivide la necessità di opporsi a un ulteriore allargamento della NATO e chiedono all’Alleanza del Nord Atlantico di abbandonare i suoi approcci ideologizzati alla guerra fredda, per rispettare la sovranità, la sicurezza e gli interessi di altri paesi. Proprio come la Cina sostiene gli obiettivi russi per quanto riguarda l’espansione della NATO, la Russia sostiene la visione della Cina dell’Indo-Pacifico e l’illegittimità del ruolo degli Stati Uniti. La dichiarazione congiunta, ad esempio, afferma che i due paesi sono “contro la formazione di strutture a blocchi chiusi e campi opposti nella regione Asia-Pacifico e rimangono molto vigili sull’impatto negativo della strategia indo-pacifica degli Stati Uniti sulla pace e la stabilità nella regione”.

La dichiarazione congiunta critica anche le idee di democrazia che sia la Russia che la Cina considerano imposte dagli Stati Uniti e dall’Occidente. Secondo la dichiarazione congiunta, Russia e Cina “condividono la comprensione che la democrazia è un valore umano universale, piuttosto che un privilegio di un numero limitato di Stati”. La dichiarazione ha inoltre aggiunto che “Non esiste un modello unico per guidare i paesi nella creazione della democrazia” e che spetta alle singole nazioni “scegliere” le diverse “forme e metodi di attuazione della democrazia che meglio si adattano al suo particolare stato”, a seconda di una serie di condizioni locali tra cui il background sociale e storico e “caratteristiche culturali uniche”.

Niente di tutto ciò suggerisce un’alleanza militare formale; tuttavia, la dichiarazione dice che “le nuove relazioni interstatali tra Russia e Cina sono superiori alle alleanze politiche e militari dell’era della Guerra Fredda” e che “l’amicizia tra i due Stati non ha limiti, non ci sono aree di cooperazione “proibite”, il rafforzamento della cooperazione strategica bilaterale non è né rivolto ai paesi terzi né influenzato dal mutevole contesto internazionale e dai cambiamenti circostanziali nei paesi terzi”.

La volontà da parte degli Stati Uniti di mantenere la propria egemonia a livello globale sia in una prospettiva di natura unilaterale come nel caso delle scelte poste in essere da Trump che in una prospettiva di natura apparentemente multilaterale come nel caso della politica estera posta in essere da Biden non stanno facendo altro che rafforzare la sinergia tra Russia e Cina. Naturalmente resta da vedere quanto durerà questo matrimonio d’interesse considerando che comunque Cina e Russia hanno interessi a livello globale divergenti.

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