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Covid, ecco come Bertolaso sballotta Governo, Protezione civile e Regioni

File per i tamponi? Serve la Protezione civile per un servizio h. 24. I vaccini anti influenzali? Il governo deve centralizzare. La Protezione civile? Senza medici ora al vertice. Banchi con le rotelle? Una follia. Parla Guido Bertolaso, medico, già capo della Protezione civile

 

Chiaro, breve, nessun tono polemico, atteggiamento costruttivo e propositivo. Con stilettate garbate seppure ben assestate.

Guido Bertolaso, medico, già capo della Protezione civile, ha parlato poco ma chiaramente oggi nel corso della trasmissione L’Aria che tira su La7.

Non ci sono tante chiose da fare alle parole di Bertolaso. Eccole.

MANCATO COORDINAMENTO SUI VACCINI ANTI INFLUENZA

“Qualcuno ci deve spiegare per quale ragione alcuni materiali legati alla lotta contro il Covid sono stati centralizzati per quello che riguarda l’acquisto e la fornitura, penso alle mascherine, ai tamponi, ai banchi per le scuole, con risultati discutibili, poi per gli antinfluenzali hanno dato la responsabilità alle regioni, già oberate”.

COME EVITARE LE CODE PER I TAMPONI

“Nessuna polemica, la cosa che mi ha più colpito a Napoli è che aprono i lavori per fare i tamponi alle 8 di mattina. Non va bene, siamo in emergenza, si lavora 24 ore su 24. Non basta il personale? Abbiamo un milione di volontari della Protezione Civile. Perché non sono chiamati?”.

CONTAGIO

“Ho provato brividi squassanti, è stata un’esperienza drammatica – ha detto Bertolaso parlando della sulla sua esperienza di malato Covid vissuta in primavera – Voglio dire grazie pubblicamente al professor Zangrillo e al professor Tresoldi del San Raffaele che mi hanno tirato fuori da questo dramma”.

GLI ERRORI

“Abbiamo una capacità di resilienza che nessun altro popolo al mondo ha. Nei primi mesi di questo dramma totale nessuno è stato perfetto, in Lombardia l’errore più grande è stato quello di sottovalutare all’inizio”.

LA PROTEZIONE CIVILE

“Quando c’ero io alla Protezione civile, c’erano cinque medici – compreso me – nello staff di vertice. Ora c’è nessun medico”.

L’OSPEDALE LOMBARDO PER LE TERAPIE INTENSIVE? COME UN ESTINTORE

“Questo è un estintore, è presente in tutti i luoghi pubblici, è l’apparecchio più presente in tutta Italia ma per fortuna il meno utilizzato di tutti, però costa”: ovvero l’ospedale in Fiera di Milano con le terapie intensive come una sorta di estintore da azionare in caso di emergenza.

“Fin dal primo giorno era stato detto che l’ospedale della Fiera di Milano sarebbe stato messo a disposizione di tutto il Paese e mi pare che il ministro Speranza fosse assolutamente d’accordo, tanto che aveva sottolineato che bisognava fare qualcosa di analogo anche nel Centro e nel Sud Italia. Ben venga quindi se questa operazione si mette in moto”, ha detto giorni fa Bertolaso, consulente dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per realizzare l’ospedale Covid in Fiera a Milano, contattato dall’Adnkronos: “Si deve sempre lavorare per il bene comune del Paese e non solo per una realtà locale”, ha aggiunto Bertolaso. Per l’ospedale alla Fiera di Milano, realizzato lo scorso marzo, sono stati investiti 17,2 milioni di euro. La struttura, da 221 letti di terapia intensiva in atmosfera controllata negativa e filtri assoluti, si sviluppa su circa 24mila metri quadrati e dispone di due sale Tac, due sale Rx, due sale per piccoli interventi chirurgici, due aree triage, due ingressi distinti per ambulanze, tripla riserva di ossigeno con serbatoi per 82mila litri e 20mila di azoto, e stanze per 64 posti anche di degenza di tipo non intensivo da due o quattro letti.

BANCHI ROTANTI

Ha detto oggi Bertolaso in un evento pubblico a Catania: “I banchi a rotelle sono una enorme sciocchezza, pericolosissimi nei territori altamente sismici”.

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