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Svizzera

Covid-19 in Svizzera: numeri, problemi, paradossi e rimedi

Che cosa succede in Svizzera con la pandemia Covid-19. Fatti, dati e commenti

Aumentano i casi di coronavirus in Svizzera, ma più lentamente di quanto non facessero nelle scorse settimane. Per Patrick Mathys, responsabile della Sezione gestione crisi dell’Ufsp “il picco è stato raggiunto”, mentre si pensa a come allentare le misure restrittive a partire dal 26 aprile.

“La Svizzera, sul fronte della pandemia, è stata protagonista di un doppio paradosso: si è fatta sorprendere dal virus all’alba del contagio con 1.136 morti è al sesto posto nel continente incidenza di decessi in proporzione alla popolazione – e per recuperare il terreno perduto (spoiler, ci sta riuscendo) ha messo in campo l’esercito. Berna ha richiamato 5 mila riservisti per mandarli in soccorso agli ospedali”, ha scritto Repubblica.

Ecco tutti i dettagli.

I NUMERI

In Svizzera i casi di coronavirus Covid-19 sono saliti a 25.834, 254 in più nelle ultime 24 ore, secondo i dati comunicati dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). I decessi sono 900. Tutti i cantoni e il Principato del Liechtenstein registrano casi, ma sono i Cantoni Ginevra, Ticino, Vaud e Basilea Città ad essere più colpiti.

Le persone ricoverate sono in totale 2.974 (nel 61% si tratta di uomini).

POCHI TEST NEL WEEKEND DI PASQUA

I numeri, che fanno pensare ad un rallentamento dell’epidemia potrebbero dipendere dal fatto che nel weekend pasquale siano stati effettuati pochi test, secondo Patrick Mathys, responsabile della Sezione gestione crisi dell’Ufsp.

PICCO RAGGIUNTO?

Nonostante questo, Mathys spera che la diffusione del virus si sia stabilizzata: “Pensiamo che il picco sia stato superato”, ha detto durante la conferenza stampa.

INCIDENZA TRA LE PIU’ ALTE

La Svizzera ha una delle incidenze più alte in Europa, pari a 301 contagi ogni 100 000 abitanti. Fino ad oggi i test eseguiti sono 199.000 ed il 15% di questi è positivo.

PEDIATRIA IN DIFFICOLTA’

E il coronavirus ha colpito anche i bambini. Nonostante studi ed eventi portino a pensare che il virus non rappresenti un grave pericoloso per i bambini, l’unità di terapia intensiva dell’ospedale pediatrico dell’Università di Zurigo registra diversi casi. E secondo quanto denunciato da Neue Zürcher Zeitung iniziano a scarseggiare farmaci e personale medico.

DAL 26 APRILE STOP A MISURE RESTRITTIVE?

Intanto, il Governo pensa ad unaeventuale allentamento delle misure restrittive a partire dal 26 Aprile. La Svizzera non ha imposto il totale lockdown. Il Consiglio federale ha imposto delle norme igieniche alle diverse aziende, vietato gli assembramenti di più di 5 persone, consigliato il confinamento (soprattutto per gli ultra sessantacinquenni) e chiuso bar e ristoranti (alcuni cantoni hanno adottato delle misure maggiormente restrittive).

“Abbiamo deciso che le misure andranno avanti fino al 26 aprile e poi per gradi allenteremo la presa”, la presidente della Confederazione Svizzera Simonetta Sommaruga. Si sta valutando l’utilizzo della mascherina per quella che potremmo definire fase 2.

CROLLO CONGIUNTURALE IN VISTA?

E nonostante il lockdown non abbia completamente bloccato il Paese, “Il coronavirus provocherà un grave crollo congiunturale”, secondo il Consiglio federale, che ha analizzato i dati della Segreteria di Stato dell’economia.

L’ANALISI DI REPUBBLICA

Ha scritto oggi Repubblica: “I colpi a vuoto sanitari – tra cui una sorprendente carenza di medicinali – sono stati recuperati con un boom di tamponi (in proporzione 4 volte quelli italiani). Poi è partita una macchina degli aiuti finanziari che ha funzionato come un orologio, meglio di quella italiana: nella prima settimana dopo l’ok alle garanzie pubbliche, 15 dei 20 miliardi di franchi stanziati erano finiti già nella tasca delle imprese. E quando l’esecutivo ha raddoppiato la posta a 40 miliardi, il flusso ha continuato a correre rapidissimo. Merito di istituti che conoscono molto bene i loro clienti e hanno i mezzi per gestire queste emergenze con Ubs, per dire, cha ha messo al lavoro 100 robot e 300 dipendenti per le richieste di prestiti. Un fiume di denaro che sommato ai 22 miliardi stanziati per rinviare le scadenze fiscali e aiutare chi lavora a orario ridotto (il 29% degli occupati) aiuterà ad ammortizzare un Pii previsto in calo tra il 7 e il 10%”.
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