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Spagna Sahel

Covid-19 in Spagna: contagiati, morti e polemiche

In Spagna il numero di morti per Covid-19 potrebbe essere molto più alto di quello comunicato ufficialmente, secondo la denuncia dei quotidiani El Mundo ed El Pais. Le critiche di Cebrián, co-fondatore di El Pais

Mentre il numero dei morti per Coronavirus, in Spagna, torna a crescere e i numeri sui ricoveri in terapia intensiva non vengono più comunicati, il ministro delle Finanze e portavoce del governo, María Jesús Montero, ipotizza un ritorno graduale alla quotidianità a partire dal 26 aprile. Ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità chiede di mantenere alta la guardia.

Tutti i dettagli.

I NUMERI

Partiamo come sempre dai numeri. Il numero di pazienti contagiati da Covid-19 in Spagna, secondo i numeri diffusi dal Ministero della Salute, sono 146.690, più 6.180 nelle ultime 24 ore, con un incremento del 4,4%. Oltre 10.000 in più dell’Italia, nonostante l’epidemia si sia diffusa in ritardo. 48.021 sono le persone guarite dopo aver contratto l’infezione.

Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza, il ministero della Sanità di Madrid non comunica i dati su quante siano le persone ricoverate in terapia intensiva, per problemi, si legge nel rapporto, dovuti al calcolo diverso presentato dalle diverse comunità: “alcune comunità autonome riferivano i casi accumulati dall’inizio della crisi, altri trasferivano ogni giorno una foto del numero di pazienti nelle loro unità di terapia intensiva, scontando dimissioni e decessi”, si legge su El Pais.

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MORTI IN RIALZO

Torna a salire il numero dei morti. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 757 nuovi decessi. “Sta avvenendo quello che molti esperti avevano previsto: una volta che la caduta sarebbe iniziata, non sarebbe stata continua, ma si sarebbero verificati alti e bassi”, scrive El Pais.

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Il numero totale di decessi per Covid-19 in Spagna è ufficialmente di 14.555.

MORTI REALI PIU’ ALTE DI QUELLE COMUNICATE?

Numeri sui morti che potrebbero non riflettere i numeri reali. “Il numero totale di decessi ammonta ufficialmente a 14.555, sebbene sempre più indicatori, incluso il numero di sepolture , indichino che la cifra effettiva è molto più elevata”, scrive El Pais.

“Diverse Comunità autonome calcolano che il numero effettivo dei defunti può essere il doppio di quello ufficiale registrato dal Ministero della Salute”, si legge su El Mundo, che riporta i dati comunicati da fonti dei governi regionali di Madrid, Castilla-La Mancha e Castilla y León. In alcuni casi, le Comunità autonome “ritengono che le cifre reali potrebbero essere moltiplicate fino a sei”.

COMUNITA’ DI MADRID

Nella Comunità di Madrid, la più colpita dalla pandemia (42.450 casi e 5.586 morti ufficiali), i dati sulle morti registrate “nella seconda metà di marzo – si legge su El Pais – suggeriscono che il numero reale di decessi per coronavirus nella comunità è molto più elevato di quello riflesso dai dati ufficiali. C’è un aumento inspiegabile della mortalità di circa 3.000 decessi”.

RIAPERTURA DAL 26 APRILE?

Mentre i dati su contagi e morti da Covid-19 in Spagna sono ancora pessimi, il Governo guarda al futuro e pensa ad una riapertura graduale a partire dalla fine di aprile.

A partire dal 26 di aprile (data fino a cui le restrizioni attuali sono state prorogate), ipotizza la ministra delle finanze e portavoce del governo, María Jesús Montero, potrebbero essere introdotte misure per un graduale ritorno alla “vita normale” per i cittadini.

LE PAROLE DELLA MINISTRA MONTERO

“Al momento non possiamo dare nulla per scontato, solo l’estensione fino al 26 aprile delle misure attuali. Da lì si svilupperà la de-escalation, con misure grazie a cui i cittadini saranno gradualmente in grado di recuperare, in modo ordinato, la vita normale, le strade, le piazze, evitando che ci siano picchi e quindi un ritorno alle infezioni “, ha detto Montero.

OMS: NON ABBASSARE LA GUARDIA

Ma proprio ieri, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto alla Spagna, come all’Italia e all’Europa intera di mantenere alta la guardia. “Non è il momento di allentare le misure di contenimento in atto ma anzi va raddoppiato o triplicato lo sforzo collettivo per contenere la diffusione del coronavirus”, ha affermato Hans Kluge, direttore per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

“Chiedo a tutti i governi non importa in quale fase essi siano dell’epidemia, di non abbassare la guardia”, ha continuato Kluge.

“Il coronavirus ci ha colto in inverno e ora siamo vicini alla Pasqua ma non è il momento di abbassare la guardia. Dobbiamo continuare a lottare, a rimanere uniti perché uniti ne usciremo. In ogni caso devono continuare i test a tappeto”, ha concluso Hans Kluge, notando che le misure di restrizione di Italia e Spagna stanno dando i primi risultati.

LE CRITICHE ALLA GESTIONE

Misure di restrizione arrivate tardi, secondo il giornalista Juan Luis Cebrián, co-fondatore di El Pais: “Con quasi due settimane di ritardo sull’Italia rispetto all’inizio della crisi, le autorità spagnole non sembrano aver imparato molto dalla tragedia vissuta lì. Una delle principali preoccupazioni del governo è stata in ogni momento il controllo delle informazioni. È iniziato da parte del responsabile della Sanità che, solo un paio di giorni prima che partissero ufficialmente gli allarmi, ha continuato a ripetere che in Spagna non ci sarebbero stati quasi casi di contagio. Paradossalmente, lui stesso ora è positivo al tampone, così come il comandante in capo delle operazioni della Guardia civile e il capo della polizia; tre su cinque tra i responsabili delle attività per contenere la pandemia ne sono rimasti vittima. Molti trovano irritante l’oscurantismo ufficiale”, ha scritto Juan Luis Cebrián, in un articolo ripreso e tradotto da La Stampa.

“Le conferenze stampa sia del presidente che dei ministri si svolgono per via telematica senza la presenza, nemmeno virtuale, dei giornalisti, che devono inviare le loro domande per iscritto. Da lì il Segretario alla Comunicazione del governo seleziona le domande che egli stesso pone, redigendole anche in un altro modo. Per questo motivo, non vi sono repliche dopo le risposte generalmente irrilevanti ed evasive degli interrogati”, ha aggiunto il giornalista ed editorialista.

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