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Angela Merkel

Covid-19 in Germania: cosa succede, cosa dice Merkel (in isolamento) e come bisticciano i Lander

Tutti gli ultimi aggiornamenti su Covid-19 in Germania nell'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

Angela Merkel finisce in quarantena a casa per un contatto con un medico risultato positivo nella domenica che porta a un’ulteriore stretta verso il lockdown e lascia trapelare una profonda divisione istituzionale fra i Länder. Prima di ricevere la notizia che la obbligherà per le prossime due settimane a lavorare da casa, alle cinque e mezzo del pomeriggio (qui non si aspettano le ore piccole) la cancelliera si è ripresentata in tv. Non un messaggio alla nazione questa volta, ma una comunicazione per annunciare le nuove misure concordate telefonicamente con i presidenti dei Länder, in vigore da domani.

Il passo in avanti è costituito dal divieto di contatto (Kontaktverbot) che proibisce qualsiasi assembramento di più di due persone. Si può uscire, ma solo in coppia e mantenendo le distanze: l’eccezione alla regola del due è ammessa per stretti nuclei familiari e per coloro che vivono nello stesso appartamento. Una soluzione sulla quale si sono trovati concordi i presidenti di 12 Länder su 16, maturata dopo uno scontro (le cronache dicono feroce) fra il presidente del Nordreno-Vestfalia Armin Laschet e quello della Baviera Markus Söder. Il primo ha accusato il secondo di aver infranto l’accordo di agire in maniera coordinata, introducendo da venerdì per la sua Baviera il divieto di uscita. Misura poi introdotta anche dal Saarland.

Da venerdì, Monaco e i centri bavaresi hanno assunto l’aspetto spettrale ormai tristemente noto in Italia, con le auto della polizia che invitano dagli altoparlanti i cittadini a restare in casa. Una procedura che gli altri presidenti non hanno apprezzato: la corsa fra i Länder a chi introduce la misura più restrittiva crea insicurezza e panico fra i cittadini, hanno detto. Il federalismo mostra il suo limite in un’emergenza che non conosce confini, ma Merkel ha provato di nuovo a tracciare una linea comune: “I cittadini sappiano che il governo, i Länder e i comuni lottano insieme contro la diffusione del virus”. Da Monaco tuttavia fanno sapere che il Kontaktverbot non sarà adottato, in Baviera continuerà a valere il divieto di uscita (con eccezioni) già varato due giorni fa.

Con il divieto di contatto scatta in tutti gli altri Länder anche la chiusura di ristoranti ed esercizi nei quali è impossibile rispettare la nuova regola: serrande abbassate per parrucchieri, tatuatori, massaggiatori. È ammesso per i ristoratori il servizio di consegna a domicilio.

Si può portare fuori il cane (vediamo se qualcuno si ingegnerà a portar fuori il peluche). Si può fare una corsa in strada o nei parchi, ma da soli. Si può andare a fare la spesa. Si può uscire per andare a trovare un parente. Si può andare dal medico, in banca o al benzinaio. E naturalmente si può uscire per andare a lavorare.

Sono i lavoratori dei settori ritenuti essenziali per il proseguimento della vita pubblica a scartamento ridotto. Le città deserte sono percorse da medici e infermieri, poliziotti e vigili del fuoco, alcuni funzionari amministrativi e bancari, farmacisti e assistenti sociali per anziani e disabili, autisti dei mezzi pubblici, addetti ai supermercati e cassieri, maestri ed educatori di asili e scuole elementari che accolgono e assistono i figli di tutte le categorie sopra menzionate che non sanno dove lasciarli. Non dai nonni, che rappresentano la fascia da proteggere. Abbiamo descritto questi mestieri al maschile, come le regole della grammatica italiana ancora suggeriscono, ma il grosso di questo reggimento di salvezza nazionale va declinato al femminile.

D’altronde, già ai tempi delle vecchie guerre erano le donne a mantenere in funzione le strutture vitali del fronte interno, mentre gli uomini andavano a combattere su quello esterno. Oggi, le donne sono ancora nei gangli vitali della società, gli uomini in gran parte a casa a vedersela con l’homeworking. I salari dovrebbero tenerne conto, ma non è così. Secondo un rapporto dell’ufficio federale del lavoro, le donne rappresentano il 72,9 per cento della forza lavoro negli esercizi alimentari, il 73 nel settore dell’assistenza sociale, il 76% degli addetti negli ospedali e il 92,9 in asili e scuole.

La cancelliera, che l’altroieri è stata pizzicata dalla Bild a fare la spesa in un piccolo supermercato del centro spingendosi il carrello da sola (ha comprato pochi beni, dando l’esempio contro il fenomeno dell’accaparramento), non vuole arrivare alla misura estrema del completo divieto di uscita. Teme le difficoltà psicologiche dell’isolamento, come scriveva ieri la Süddeutsche Zeitung rivelando i suoi colloqui durante le riunioni di governo, i suicidi, le violenze domestiche, la lacerazione della vita familiare. Teme che i morti di queste misure possano superare quelli dell’epidemia. Durante la comunicazione di oggi (giornalisti presenti in sala in numero ristrettissimo, ma con possibilità di porre domande) ha detto: nelle condizioni previste è possibile uscire a prendere una boccata d’aria.

Il divieto di contatto consente di puntare ancora sulla responsabilità individuale dei cittadini. In questa settimana le città si sono svuotate, i mezzi pubblici hanno viaggiato mezzi vuoti, la consapevolezza ha fatto strada. Il calo delle multe per infrazioni a Berlino è stato costante. “Vi ringrazio tutti”, ha detto Merkel rivolgendosi a coloro che hanno seguito le regole restrittive introdotte nei giorni scorsi. Ma qualcosa in più andava fatto. Come era accaduto altrove, i giovani sembrano faticare a comprendere la gravità della situazione e ad adeguarvisi. Nella città più festaiola d’Europa, i ragazzi orfani di scuole e università ma soprattutto dei club si sono inventati i corona-party, feste a suon di musica e alcool nei parchi o negli appartamenti privati. In molti casi è dovuta intervenire la polizia, da domani scatteranno le multe perché l’introduzione del divieto di contatto li proibisce ufficialmente.

Nel frattempo la vita si è velocemente spostata su Internet, una grande prova per un sistema infrastrutturale digitale spesso non ritenuto all’altezza di un paese sviluppato come la Germania. Il sacro e il profano si inseguono online. I dj della scena tecno berlinese organizzano performance serali gratuite, le sale di musica classica offrono concerti a porte chiuse, i sacerdoti hanno celebrato messe domenicali in streaming. Scuole e università sperimentano le lezioni via rete, molte aziende hanno scoperto che l’homeoffice può essere ugualmente produttivo.

Non manca anche la versione tedesca dei canti dal balcone, riprodotta anch’essa in filmati rilanciati sui social media. Allergici all’inno nazionale, i tedeschi ci hanno provato con l’inno alla gioia. Ma l’appuntamento comune più sentito è alle nove della sera, per applaudire dalle finestre il personale infermieristico impegnato sul fronte caldo degli ospedali. Ma siamo in Germania e anche gli infermieri pensano al sodo: non abbiamo bisogno di applausi, ma di un salario migliore.

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