skip to Main Content

Cosa celano i rapporti tra università del Regno Unito e la Cina

L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

Secondo il periodico inglese The Times quasi 200 accademici britannici di 12 università del Regno Unito sono indagati con l’accusa di aver aiutato inconsapevolmente il governo cinese a costruire armi di distruzione di massa.

Gli studiosi sono sospettati di aver violato inconsapevolmente le leggi sull’esportazione progettate per impedire che la proprietà intellettuale relativa ad argomenti altamente sensibili venga consegnata a stati ostili.

Secondo la legge britannica gli accademici potrebbero rischiare un massimo di 10 anni di carcere se trovati in violazione dell’Export Control Order 2008.

I servizi di sicurezza temono che la ricerca possa aiutare Pechino a sviluppare armi di distruzione di massa e ad essere utilizzata nella repressione dei dissidenti politici e delle minoranze, compresi gli uiguri.

La ricerca di Civitas, un think tank della società civile con sede a Londra, nel frattempo, ha affermato che 20 università britanniche avevano rapporti con 29 università cinesi e nove società con legami militari, anche con conglomerati di armi cinesi.

Radomir Tylecote, l’autore principale dello studio ed ex funzionario del Tesoro, ha espresso la preoccupazione che la ricerca sponsorizzata da organizzazioni cinesi possa avere “un duplice uso involontario” a titolo militare. Ha evidenziato altresì potenziali problemi con la ricerca sulla tecnologia ipersonica in un momento in cui Pechino sta cercando di sviluppare missili ipersonici e la ricerca sul grafene mentre il materiale inizia a essere utilizzato negli elicotteri cinesi corazzati.

A tale proposito non dimentichiamo che nel 2019 l’esercito cinese aveva  presentato il DF-17, un nuovo missile nucleare balistico ipersonico, a un’enorme parata militare in occasione del 70° anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese. Gli analisti militari ritengono che l’arma sia in grado di violare tutti gli scudi antimissili esistenti schierati dagli Stati Uniti e dai loro alleati.

Tutto ciò non deve destare alcuna sorpresa sotto il profilo della Intelligence poiché già l’Australia ha sottolineato ripetutamente la pericolosità dello spionaggio cinese — non dimentichiamoci a tale riguardo l’elevata conflittualità presente nel contesto dell’Indo Pacifico — all’interno del contesto universitario come indicato in un precedente articolo.

Inoltre anche in due articoli precedenti avevamo già chiaramente illustrato la pervasività e nel contempo la pericolosità dello spionaggio cinese sia nella Repubblica Ceca che in Belgio.

Back To Top