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Coronavirus, tutti gli allarmi negli Stati Uniti

Tutte le ultime novità sugli effetti del Coronavirus sugli Stati Uniti

Confermato negli Stati Uniti il secondo decesso legato al Coronavirus, sempre nello stato di Washington. Lo rendono noto oggi fonti della Sanità americana, aggiungendo che si registra anche il primo caso di contagio a New York.

LE NOTIZIE SUL MORTO PER CORONAVIRUS

L’uomo che è morto sabato aveva 70 anni ed era “condizioni di salute scarse”, secondo l’ufficio di sanità pubblica nella contea di King, la più popolosa dello stato e sede di Seattle, città di oltre 700.000 abitanti. Sulla costa opposta, New York ha confermato il suo primo caso di positività.

LE PAROLE DI CUOMO

“La paziente, una donna di circa 30 anni, ha contratto il virus mentre viaggiava in Iran ed è attualmente isolata nella sua casa”, ha detto ieri sera il governatore Andrew Cuomo, aggiungendo che la paziente “non è in gravi condizioni ed è in una situazione controllata da quando è arrivata a New York”.

CHE COSA HA DETTO TRUMP

Il presidente Donald Trump ha confermato la notizia: “Purtroppo una persona è venuta a mancare, un uomo di circa 50 anni del personale medico”, ha detto il capo della Casa Bianca. “Non ci serve il panico”, ha aggiunto in conferenza stampa. Ma negli Usa “ci saranno probabilmente nuovi casi”. “Il nostro Paese è preparato a combattere il coronavirus, siamo pronti ad ogni scenario”, ha concluso. Poco dopo il governatore Yay Inslee ha dichiarato l’emergenza nello Stato di Washington, come qualche giorno fa aveva fatto la sindaca di San Francisco.

LA CARENZA DI KIT

Finora gli Usa hanno fatto solamente circa 500 test per il coronavirus a causa della carenza di kit, rivelatosi spesso fallaci. Lo riferisce la Cnn in una intervista con il vicepresidente Mike Pence che, come responsabile della task force incaricata di fronteggiare l’epidemia, ha annunciato l’invio di 15 mila kit nel week end.

CHE COSA HA DETTO PENCE

“Stiamo lavorando per mandarne poi altri 50 mila”, ha detto Pence, aggiungendo che inoltre e’ stata data l’autorizzazione per
produrre test a livello locale.

I LIVELLI DI ALLERTA

In meno di 24 ore l’amministrazione di Washington ha elevato due volte il livello di allerta nei confronti dell’Italia portandolo prima a 3 e poi a 4 per le zone in cui il virus è più diffuso; una vera mazzata per l’Italia. Ai cittadini americani si raccomanda in ogni caso di riconsiderare tutti i viaggi verso il nostro Paese, evitando quelli non strettamente necessari. Le persone che decideranno comunque di partire dovranno attenersi strettamente alle linee guida emanate dalle autorità sanitarie statunitensi sul fronte della prevenzione del Covid-19.

LA TASK FORCE

“Il presidente ha dato istruzioni al Dipartimento di Stato di lavorare con i nostri alleati in Italia e in Corea del Sud per coordinare uno screening medico nei loro Paesi su qualsiasi individuo in arrivo negli Stati Uniti. Puntiamo a lavorare con loro in modo coordinato e collaborativo”, ha detto il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, che coordina la task force contro il coronavirus.

LE CRITICHE DI UN MEDICO

Matt McCarthy, un medico che lavora all’ospedale presbiteriano di New York, in un’intervista alla CNBC ha detto: “Sappiamo che l’epidemia arriverà molto presto, ma non siamo preparati. Io lavoro in uno degli ospedali più trafficati d’America e non abbiamo nulla a portata di mano. Ogni volta che ho un sospetto devo chiamare il dipartimento della salute, perorare la causa e supplicare di fare i test alle persone. Questo non va bene. Ci sono 89 casi confermati in Usa? Saranno centinaia a metà settimana e migliaia entro la prossima. È solo una questione legata ai tamponi, che mancano”.  E quelli che ci sono sono difettosi, come ha fatto notare Scott Gottlieb, ex commissario della Food and Drug Administration.

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