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Stati Uniti Cina

Come si muovono Stati Uniti e Australia nel Sud-est asiatico

Gli Stati Uniti di Biden e l'Australia di Morrison vogliono aumentare la collaborazione economica con l'Asean. Il punto di Giuseppe Gagliano

 

La partecipazione del presidente americano – seppur in forma virtuale – al vertice dell’Asean rappresenta non solo una rottura dal punto di vista geopolitico con le scelte dell’amministrazione Trump, ma nasce dall’esigenza di contrastare la Cina in casa propria in una logica di multipolarismo.

A tale proposito è infatti molto significativo dal punto di vista geopolitico che il presidente americano abbia sottolineato come la partnership americana sia essenziale per salvaguardare un Indo-Pacifico libero e aperto.

La Casa Bianca ha dichiarato che Biden annuncerà piani per fornire fino a 102 milioni di dollari per espandere la partnership strategica degli Stati Uniti con l’ASEAN, che è attualmente presieduta dal Brunei, con finanziamenti destinati a programmi sanitari, climatici, economici e di istruzione. Finanziamenti questi che naturalmente serviranno a ostacolare le iniziative della nuova via della seta cinese.

Parallelamente a questa iniziativa, anche l’Australia si è mossa in questa direzione. Infatti il primo ministro australiano, Scott Morrison, ha reso noto che il suo governo intende sostenere l’Asean in materia di sicurezza, clima e salute, con 126 milioni di dollari. Allo scopo di rafforzare questa sinergia, Brunei (che presiede in questo momento l’organizzazione) ha posto in essere un accordo proprio con l’Australia.

Anche il primo ministro australiano, come presidente americano, ha sottolineato che la stabilità e la prosperità della organizzazione è fondamentale per la stessa Australia. Superfluo osservare che questa iniziativa procede di pari passo con quella del presidente americano perché ha come suo obiettivo finale quello di contenere la politica cinese nell’Indo-Pacifico .

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