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Germania Covid

Ecco come la Germania cerca di evitare un tracollo dell’economia

Gli ultimi dati congiunturali. Il dossier Lufthansa. I timori sui conti pubblici e le prospettive dell'economia in Germania. L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

 

Sono stati anche i numeri in crescita delle infezioni di Covid 19 in Europa e i timori di nuovi lockdown a seguito della seconda ondata della pandemia a trascinare al ribasso tutte le piazze borsistiche mondiali. L’estate della spensieratezza e dei party ritrovati è finita, scrive oggi l’Handelsblatt. In Germania, dove l’aumento è ancora meno accentuato che in altri paesi europei come Francia e Spagna ma non meno preoccupante, la cancelliera ha convocato un vertice straordinario per martedì prossimo, con ministri competenti e presidenti dei Länder. Una riunione nel formato conosciuto nella prima fase dell’emergenza. Questa volta, anche sulla scorta dell’esperienza accumulata, si farà di tutto per anticipare gli sviluppi ed evitare un secondo lockdown generalizzato, che avrebbe conseguenze catastrofiche per l’economia, colpendola di nuovo proprio nel momento in cui sta tentando la ripresa.

NUOVA STIMA DELL’IFO: PIL 2020 A -5,2%

I dati forniti in mattinata dall’istituto economico Ifo di Monaco lo certificano. Le nuove previsioni autunnali confermano le impressioni delle ultime settimane, secondo cui la ripresa dell’economia tedesca è più agile e robusta di quanto si temesse qualche mese fa. Gli aggiornamenti sulla stima del Pil ora indicano per il 2020 un calo del 5,2%, un punto e mezzo in meno rispetto al – 6,7% stimato nelle previsioni d’estate.

“Il calo nel secondo trimestre e la ripresa in quello successivo sono al momento più favorevoli di quanto ci aspettassimo”, ha detto Timo Wollmershäuser, direttore economico dell’Ifo. Il recupero del punto e mezzo di Pil si rifletterà naturalmente anche sulle previsioni dei prossimi anni, attenuando la ripresa che era stata indicata in estate. Gli esperti di Monaco prevedono ora una crescita della produzione economica del 5,1% per il 2021 invece del 6,4 precedente. Nel 2022 si prevede una crescita del Pil dell’1,7%.

DISOCCUPAZIONE AL 5,9%, LUFTHANSA TAGLIA ANCORA

Sono numeri importanti, che danno fiducia all’economia e che spingono il governo a cercare sempre nuovi equilibri fra la necessità di restituire a cittadini e attività economiche una vita normale e quella di preservare tutela della salute. Le due cose procedono di pari passo, perché se il paese non può permettersi un nuovo lockdown, altrettanto non può permettersi una catastrofe sanitaria.

Le previsioni economiche riflettono questa tenaglia. “L’incertezza delle prospettive resta molto alta”, ha aggiunto Wollmershäuser, “perché nessuno può al momento immaginare come evolverà la pandemia”. E in più restano sul tappeto tutte le altre incertezze che avevano già ingolfato l’economia tedesca prima dell’apparizione del virus: la Brexit, per la quale non si sa se ci sarà una soluzione condivisa con la Gran Bretagna o una rottura, e le guerre commerciali (tra Usa e Cina) che hanno intorpidito l’export di Berlino.

Altri dati forniti dall’Ifo riguardano lo stato dell’occupazione. La crisi pandemica è costata al momento 400 mila posti di lavoro, un danno limitato dalle misure di sostegno del governo (orario ridotto) di recente ancora prolungate al prossimo anno. Il numero dei disoccupati è passato in un anno da 2,3 milioni a 2,7 milioni, la quota dal 5 al 5,9%. Ma anche in questo campo il futuro resta incerto: dalle aziende arrivano quotidianamente notizie di strategie di ristrutturazione e taglio di posti di lavoro. Ieri Lufthansa ha annunciato 5.000 ulteriori licenziamenti che si sommano ai 22.000 precedentemente previsti. E c’è da capire cosa accadrà ai settori come turismo e gastronomia, per i quali una ripresa si annuncia molto più lenta.

L’Ifo resta comunque moderatamente ottimista e prevede una ripresa dell’occupazione già dal prossimo anno: la quota dei disoccupati dovrebbe scendere al 5,7% nel 2021 e al 5,5% nel 2022. Non basterà comunque a recuperare il livello pre-Covid.

SI APPESANTISCONO I CONTI DELLO STATO

Si vanno appesantendo i conti dello Stato, ma non è affatto una sorpresa. Il surplus dello Stato di 52,5 miliardi di euro nel 2019 precipiterà quest’anno a -170,6 miliardi, grazie al drastico aumento delle spese per sostenere l’economia e al calo delle entrate fiscali. Il disavanzo del 2020 raggiungerà gli 86,9 miliardi, nel 2021 sarà di 68,4 miliardi.

Anche il tanto criticato surplus tedesco delle partite correnti (esportazioni, importazioni, servizi, trasferimenti) scenderà quest’anno, da 244 miliardi a 215,4 miliardi, perché le esportazioni stanno diminuendo molto più rapidamente delle importazioni. L’Ifo stima tuttavia una ripresa: nel 2021 l’avanzo salirà nuovamente a 276,2 miliardi, nel 2022 raggiungerà i 290,1 miliardi.

STRATEGIE CONTRO LA SECONDA ONDATA

Sul fronte della pandemia in anticipo ha giocato il ministro della Salute Jeans Spahn, che ha già preannunciato in una conferenza stampa le linee del piano di autunno per contenere la seconda ondata, nella speranza di risparmiare ai cittadini e all’economia un secondo blocco totale. Spahn ha prima di tutto rassicurato, affermando che il paese è meglio attrezzato rispetto a sei mesi fa, quando mancavano mascherine e disinfettanti e l’intero sistema dei medici di base si è trovato con poche linee guida ad affrontare l’impatto del Covid. Funzionò invece in maniera eccellente la risposta ospedaliera, tanto che le terapie intensive non andarono mai in sofferenza e diverse cliniche accolsero addirittura pazienti dalla Francia e dall’Italia. La capacità ricettiva delle terapie intensive è sempre molto alta e gli automatismi appresi permetteranno una reazione anche più efficiente, ha assicurato il ministro.

Ma la preoccupazione resta alta, e aumenta con il crescere dei contagi e con la stanchezza della popolazione già nei confronti delle ordinarie misure restrittive ancora in vigore. Specie fra i giovani la tensione è calata e l’adesione alle regole è più un eccezione. I numeri delle ultime settimane ne sono una conseguenza. Sono le grandi città (Berlino, Monaco, Colonia) a segnare le curve più alte del contagio, dove i giovani si assiepano nei bar e nei pub che hanno riaperto pur sotto misure di sicurezza non sempre rispettate. E nei parchi, dove impazzano i coronaparty.

VACANZE D’AUTUNNO IN PATRIA

Fra poco ci saranno le vacanze d’autunno, una consolidata tradizione nella scuola tedesca, e Spahn ha voluto mettere in guardia gli studenti dai viaggi all’estero: meglio restare in Germania, le vancanze all’estero sono state fonte di infezioni sia lo scorso inverno che in estate. Aumentano intanto le regioni europee considerate a rischio, nelle quali è sconsigliato viaggiare o per le quali esiste un obbligo di test o quarantena al rientro. Oltre ad ampie regioni della Francia e della Spagna, si sono aggiunte negli ultimi giorni capitali come Praga e Vienna. La crescita dei contagi nelle nazioni confinanti, come Austria, Repubblica Ceca, Francia e Olanda, accresce i timori. Anche l’Europa centrale, Polonia, Ungheria, Slovacchia e la stessa Repubblica Ceca, che era riuscita ad attraversare con danni limitati la prima fase della pandemia, pare questa volta più vulnerabile.

Per la Germania il ministro Spahn ha annunciato la creazione di “ambulanze della febbre”, centri mobili di pronto intervento per alleggerire il peso degli ambulatori fissi, presumibilmente intasati dalla probabile combinazione dei malati di Covid e di quelli della normale influenza stagionale. L’appello a tutti i cittadini (non solo agli anziani, ma anche agli scolari delle scuole) è di fare quest’anno il vaccino contro l’influenza.

Intanto Länder e città cominciano a prendere autonomamente nuove misure. A Monaco scatterà l’obbligo di mascherina all’aperto nelle piazze e strade del centro in cui è impossibile mantenere la distanza di sicurezza di un metro e mezzo e saranno permessi incontri con un massino di 5 persone o di due nuclei familiari. Berlino, città che ha fatto registrare negli ultimi giorni la crescita più alta di casi in tutta la Germania, sta pensando a misure restrittive nei quartieri della movida (Kreuzberg-Friedrichshain). Se ne riparlerà nel vertice con Merkel. La strategia per salvare l’economia sarà quella proposta dal virologo Christian Drosten della Charité di Berlino: nessun lockdown esteso a tutto il paese ma blocchi mirati in aree o città per circoscrivere la nuova diffusione del virus.

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