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Germania Covid

Come cambieranno le norme anti Covid in Germania

L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino sulla nuova legge anti Covid in Germania

Ci vorrà il voto del Bundestag e poi quello del Bundesrat (che però può solo opporre obiezioni) per approvare la modifica alla legge per la tutela della salute con la quale la Germania sta gestendo l’emergenza Covid e che di fatto mette parzialmente in soffitta il sistema federale tedesco e consegna al governo centrale la chiave per azionare “il freno d’emergenza”, cioè la sospensione delle riaperture quando si oltrepassano soglie sensibili di contagio. E poi ci vorrà il concorso degli stessi Länder un po’ esautorati, cui è comunque demandata l’applicazione delle restrizioni previste.

Il freno di emergenza era già stato varato in una precedente riunione comune, ma poi i Länder hanno cominciato a far di testa propria, ignorando gli allarmi. Ora la retromarcia scatterà automaticamente, quando in distretti e comuni saranno superate per tre giorni consecutivi le soglie delle 100 nuove infezioni per 100.000 abitanti in 7 giorni e delle 200 per quanto riguarda le scuole. Alle autorità locali resta il compito di controllare.

Insomma, bisognerà attendere forse almeno una settimana affinché il nuovo meccanismo entri in funzione: i gruppi parlamentari stanno cercando di individuare una corsia privilegiata per la nuova legge in modo da affrettare i tempi, per la quale sarà però necessaria una maggioranza di due terzi del Bundestag. Per liberali e verdi, al momento, le misure sono troppo rigide. i secondi appaiono però più possibilisti dei primi.

E poi bisognerà vedere cosa davvero faranno le regioni per capire se effettivamente avrà efficacia. Perché trovata la via per aggirare il caos applicativo, Angela Merkel, che questa legge ha fortemente voluto, rischia di scontrarsi lo stesso con il muro di gomma dei presidenti dei Länder. I quali non appaiono molto felici di questo esproprio. A cominciare dal sindaco di Berlino (la capitale è una delle tre città Stato, quindi fa Land a sé). Michael Müller, tecnicamente il presidente di quella Conferenza Stato-Regioni in cui si erano consumati gli ultimi falliti tentativi della cancelliera di inasprire l’eterno morbido lockdown tedesco, non l’ha mandata tanto giù e negli ultimi due giorni ha varato una sua serie di iniziative (test nella scuola, maggiori libertà per i vaccinati) e ha polemicamente ricordato che alcune misure già adottate da Berlino sono molto più restrittive di quelle immaginate nella nuova legge.

L’intenzione di Merkel è di mettere fine al “libero arbitrio” dei singoli presidenti di regione, a suo dire più preoccupati delle ricadute elettorali che della salute dei cittadini, e di fissare criteri unitari con i quali affrontare la terza ondata. I numeri sono tornati a preoccupare, nei contagi ma soprattutto nell’affollamento delle terapie intensive e l’impressione è che su questo fronte le misure del governo siano già in ritardo. I medici delle rianimazioni annunciano la saturazione dei posti letto già per fine aprile, mentre il personale è allo stremo, sfibrato da un anno di superlavoro. I contagiati sono mediamente più giovani, la loro degenza è più lunga, le strutture sono stressate e questa ondata, gonfiata dalla variante inglese, “potrebbe essere la peggiore di tutte”, ha ammonito la cancelliera.

Le nuove regole si misurano sulla punta delle dita (e per chi segue la gestione tedesca della pandemia non sono neppure tutte nuove).

La novità più grande (già adottata qua e là da qualche comune) è l’introduzione di un coprifuoco notturno, dalle 21 alle 5, con esenzioni per lavoro e visite di natura medica quando si raggiunga la soglia di 100 nuove infezioni per 100.000 abitanti in 7 giorni. A questo si aggiunge la riduzione dei contatti privati a una persona oltre il nucleo familiare, l’obbligo di mascherine Ffp2 sui mezzi pubblici, la chiusura degli esercizi commerciali e dei musei. Le eccezioni sono le solite e riguardano i servizi essenziali come alimentari, farmacie, drogherie, benzinai, edicole, fiorai e – questa volta – parrucchieri.

Per le scuole, la chiusura scatta al raggiungimento per tre giorni consecutivi della soglia di 200 nuove infezioni per 100.000 abitanti in 7 giorni. Nel frattempo viene introdotto l’obbligo di test due volte alla settimana, per personale scolastico e studenti, iniziativa che in molte scuole elementari sta creando disagi e litigi anche con i genitori e pare di complicata applicazione.

La misura che più di tutte incontra l’ostacolo delle regioni resta quella del coprifuoco. Diversi presidenti si sono dichiarati contrari, basandosi sullo studio scientifico reso noto proprio ieri secondo cui i pericoli di maggior contagio avvengono nei luoghi chiusi, mentre all’aperto i rischi sono di gran lunga minori.

Con i dati attuali 325 dei 401 distretti tedeschi hanno già superato la soglia 100, 69 quella dei 200.

Un’altra misura approvata dal governo è l’obbligo per le aziende di testare i propri lavoratori che non sono in home office almeno una volta alla settimana. I costi, ha detto il ministro Scholz restano a carico delle aziende e non verranno rimborsati dallo Stato. Gli imprenditori sono infuriati.

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