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Cina Taiwan

Tutti gli scazzi commerciali fra Cina e Taiwan

Taiwan ha presentato domanda di adesione nella CPTPP, l'accordo di libero scambio nel Pacifico, ma teme di venire ostacolata dalla Cina. Ecco cosa succede e perché

Nuove tensioni fra Cina e Taiwan.

L’ingresso di Taiwan nella CPTPP, l’accordo di libero scambio tra undici paesi della regione del Pacifico, sarà a rischio se la Cina dovesse venire ammessa per prima nel patto. Lo ha detto John Deng, il principale rappresentante commerciale taiwanese.

L’ANTEFATTO

Mercoledì Taiwan ha presentato una richiesta formale per unirsi alla CPTPP; meno di una settimana fa la Cina – che non considera Taiwan uno stato indipendente, ma una provincia del suo territorio – aveva anche lei fatto domanda.

COSA HA DETTO TAIWAN

Deng ha detto che la Cina sta “ostruendo la presenza internazionale di Taiwan”: il paese, ad esempio, è escluso dall’Organizzazione mondiale della sanità per via delle pressioni cinesi. E dunque, secondo Deng, “se la Cina viene ammessa nella CPTPP prima di noi, l’ingresso di Taiwan nel blocco commerciale sarà sicuramente a rischio”.

“La domanda di Taiwan [risponde] principalmente ai nostri interessi, a quelli delle nostre aziende e a i nostri obiettivi di pianificazione economica a lungo termine”, ha dichiarato, “e non ha niente a che fare con gli obiettivi degli altri paesi”.

LA REAZIONE DEL GIAPPONE

Toshimitsu Motegi, il ministro degli Esteri del Giappone, il principale paese promotore della CPTPP, ha accolto con favore la richiesta di ingresso di Taiwan. Ha detto che l’isola – definita “un partner estremamente importante” – “condivide i valori fondamentali della libertà, della democrazia, dei diritti umani basilari e del rispetto della legge”.

In precedenza, riferendosi alla domanda della Cina, Motegi aveva detto che bisognava verificare se fosse in grado di rispettare gli alti standard previsti dal trattato.

LA QUESTIONE DEL NOME

Nel presentare la sua richiesta di adesione alla CPTPP, che spera venga approvata il prima possibile, Taiwan ha utilizzato il nome di “Territorio doganale separato di Taiwan, Penghu, Kinmen e Matsu”, lo stesso utilizzato per l’ingresso nell’Organizzazione mondiale del commercio e per negoziare con gli altri paesi: il ministro Deng l’ha definito meno controverso di altri titoli (c’entrano sempre le rivendicazioni cinesi su Taiwan).

L’IMPORTANZA DELLA CPTPP PER TAIWAN

Per Taiwan l’ingresso nella CPTPP avrebbe una grande importanza sia politica che economica. Da un lato, infatti, gli permetterebbe di rafforzare la sua immagine e la sua presenza internazionale (e infatti la Cina non è contenta della mossa). Dall’altro, gli permetterebbe di potenziare gli scambi con un gruppo di paesi che, presi nella loro interezza, valgono il 24 per cento del suo commercio totale.

Come scrive il Nikkei Asia, Taiwan occupa peraltro un ruolo cruciale nelle filiere per l’alta tecnologia visto che l’isola ospita la sede di TSMC, il maggiore produttore di microchip avanzati al mondo.

LA QUESTIONE DELL’APPROVAZIONE

Per entrare nella CPTPP, Taiwan dovrà ricevere l’approvazione di tutti gli undici membri. Ci si aspetta che la sua richiesta di adesione verrà sostenuta dal Giappone e dall’Australia ma forse osteggiata dalla Malaysia, vicina alla Cina.

Al contrario, la domanda cinese verrà probabilmente rigettata dall’Australia, dal Giappone e dal Canada, visto che la Cina ha tensioni commerciali e politiche con tutti e tre. Anche il Messico si è mostrato scettico circa le capacità di Pechino di rispettare gli standard – sulla proprietà intellettuale, i flussi di dati, le norme lavorative, il ruolo statale nelle imprese – del trattato.

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