Skip to content

Elly Schlein Paolo Gentiloni

Chi vuole fare centro col Pd

Che cosa hanno detto Gentiloni e non solo agli appuntamenti centristi che pungolano il Pd. La nota di Sacchi

Più che in nuove formazioni centriste, il centro Paolo Gentiloni lo vuole creare nel Pd che, come aveva detto prima di lui Claudio Petruccioli all’Assemblea ad Orvieto di “Libertà Eguale”, di Enrico Morando e Stefano Ceccanti, deve essere “asse portante” dell’alternativa di centrosinistra. Gentiloni, ex premier, ex commissario Ue, ricorda che il Pd è casa sua e in modo soft ma anche chiaro ricorda indirettamente alla segretaria Elly Schlein , senza nominarla, che se il governo Meloni, cui riconosce anche una certa cautela sui conti, è il più stabile in Europa, la stabilità non deve essere invece virtù dell’opposizione. Insomma l’opposizione non si deve accomodare in questo ruolo e deve diventare sempre più un’alternativa riformista e quindi più credibile. Gentiloni elogia anche Schlein, annuncia di volersi impegnare ma senza ruoli.

Insomma, se da Orvieto ieri sono venute parole in sintonia con la “comunità cattolica”, riunita da Graziano Delrio a Milano, parole gradite da Romano Prodi secondo il quale “da troppo tempo si stava zitti”, nelle stanze del Nazareno, invece, forse saranno fischiate le orecchie. Perché comunque Gentiloni, in un dialogo con Giorgio Tonini, dai riformisti di Libertà Eguale, e così sembra anche i cattolici riuniti a Milano da Delrio, anche con Ernesto Maria Ruffini, che ha lasciato recentemente l’Agenzia delle entrate, e Pier Luigi Castagnetti, escludono la formazione di nuovi partiti e partitini centristi.

Gentiloni lo esclude con nettezza: il Pd è il mio mondo, ma sia riformista o non sarà credibile. È il succo del suo messaggio. Poi, “non aspiro a nessun ruolo, mi piacerebbe dare contributo” .”La giornata di oggi – sottolinea- darà molto spazio a interpretazioni: che fa questo, che fa quell’altro, chi si candida a fare questo, che deve fare quell’altro… Io personalmente, nel nel mio piccolo, ho lavorato per il Pd già da più di trent’anni, addirittura fondammo dei partiti, avendo in mente una prospettiva Pd. Questo è il mio mondo. Com’era? ‘Nulla Salus extra ecclesiam…”. Ma, precisa: “Guardate non lo dico certo per fare la fronda nel Pd, non ci penso neanche lontanamente. Non lo dico polemicamente con Elly Schlein, alla quale va riconosciuto il fatto di avere riattivato per molti versi la presenza del Pd. Lo dico perché il lavoro che abbiamo davanti nei prossimi mesi è un lavoro che certamente fa bene a dedicarsi alla nascita eventuale di altre formazioni, ma deve avere anche come compito fondamentale: quello di avere un Partito democratico in cui l’anima, le idee, i progetti riformisti siano fondamentali”. “Senza questo la credibilità di un’alternativa di governo non sarà mai completa, non sarà mai sufficiente”, conclude Gentiloni. È così quella che era stata descritta come la giornata della nascita di un nuovo centro o nuovi centri diventa la giornata in cui al centro torna il Pd e la sua linea indirettamente criticata a Milano e a Orvieto come troppo radicale e massimalista. Il centro schierato a sinistra di Matteo Renzi resta in ombra, anche se a Orvieto ci sono rappresentanti di Iv. Al centro torna Gentiloni il premier che sostituì Renzi dopo la sconfitta referendaria. E anche a Orvieto ha esordito con quel musicale “Se stasera sono qui…”, con cui per sdrammatizzare iniziò il suo discorso alla Camera di insediamento a Palazzo Chigi.

Per il costituzionalista Ceccanti: “Con Schlein il Pd si è rafforzato, ma in un gioco a somma zero con i 5 stelle”. Oggi conclusioni di Enrico Morando a Orvieto, al convegno di Libertà Eguale, arrivata a 25 anni. Tra i più assidui frequentatori Emanuele Macaluso, di cui ricorre oggi l’anniversario della morte, e Giorgio Napolitano. Su di lui è stato presentato il libro di Giovanni Matteoli “Il presidente di tutti” (il Mulino).

Torna su