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Ruffini si arruffiana le opposizioni lasciando l’Agenzia delle Entrate?

C'è un passaggio politicamente significativo nell'intervista che il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha rilasciato al Corriere della sera annunciando le sue dimissioni. La lettera di Gianluca Zappa

Caro direttore,

mi ha lasciato un po’ di stucco stamattina l’intervista del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che al Corriere della sera ha annunciato le dimissioni.

Come ho visto da un tuo post di giorni fa, ti saresti aspettato da giorni le dimissioni di Ruffini. Un po’ perché, tramite indiscrezioni e commenti via giornali, molti esponenti della maggioranza di governo avevano criticato non poco le ultime mosse dell’Agenzia, come la lettera sul concordato che ha fatto imbestialire la Lega ma che avrebbe lasciato stupito seppure nella forma (come ho arguito da uno dei quei pezzi del Corriere che pattinano sul giaccio dando conto dei sussurri delle parti contrapposte) anche il viceministro all’Economia con delega alle Finanze, Maurizio Leo, di Fratelli d’Italia, peraltro nel mirino di fatto dei leghisti per la stessa vicenda. E un po’ perché – con interventi, presenze e dichiarazioni – Ruffini ha lasciato correre ricostruzioni, indiscrezioni e approfondimenti giornalistici che lo descrivono come candidato de facto a fare da federatore del centrosinistra o da perno moderato e centrista del cantiere progressista al quale stanno lavorando tutti i movimenti di centrosinistra.

Oggi, invece, Ruffini spara più un alto possibile: “Non mi era mai capitato di vedere pubblici funzionari essere additati come estorsori di un pizzo di Stato, oppure sentir parlare di Agenzia delle Entrate che tiene in ostaggio le famiglie, come fosse un sequestratore”.

Pizzo di Stato? Poffarbacco. E chi ha parlato di recente di “pizzo di Stato”?

Era il 26 maggio 2023 quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlò di “pizzo di Stato”, suscitando “un vero e proprio vespaio di polemiche politiche”, ricorda cronisticamente l’istituzionalissima agenzia di stampa Ansa. “Sulla riforma fiscale la sinistra dice che gettiamo la spugna sulla lotta all’evasione. Mai – disse Meloni – ma la lotta a evasione fiscale si fa dove sta davvero l’evasione, le big company, le banche. Non il piccolo commerciante a cui chiedi il pizzo di Stato”.

Peccato che Ruffini era già alla guida dell’Agenzia delle Entrate da circa tre anni quando Meloni si espresse non proprio istituzionalmente con quelle parole

Quindi perché non dimettersi già un anno e mezzo fa?

Non ho risposte, caro direttore, solo domande.

Cordiali saluti,

Gianluca Zappa

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