Skip to content

cina

Chi russa sulla Cina in Italia?

Le risposte non ricevute sulle mosse filo Russia e filo Cina in Italia. L’intervento di Marco Mayer, professore di Intelligence e Sicurezza nazionale alla Lumsa

L’Abruzzo è l’ennesima riprova che la metà degli italiani non è più interessato alle elezioni, ovvero alla libertà politica, uno dei pilastri della democrazia.

La sfiducia dei cittadini è alimentata dalla mancanza di serietà di troppi esponenti politici di  destra, di centro e  di sinistra. Per par conditio indicherò ai lettori di Startmag alcuni dei casi più eclatanti di scarsa serietà che riguardano sia esponenti dell’attuale maggioranza sia esponenti dell’opposizione.

Inizio da Nicola Zingaretti esponente storico di DS e PD.

Sono anni che aspetto da lui una risposta alle domande che ho sollevato sul gravissimo attacco hacker subito dall’azienda in house della Regione Lazio nel delicatissimo comparto sanitario.

È stato attivato l’ispettorato? Cosa ha prodotto l’indagine interna? A che punto siamo? C’entra o non c’entra il macro progetto Consip? A me non interessano gli eventuali risvolti penali che mi auguro non ci siano. Mi interessa semplicemente che i politici dicano ai cittadini la verità di cosa è accaduto o, se sono incapaci di scoprirla, si scusino per la loro palese inefficienza. Nel caso specifico il paradosso è che nonostante la sua sfortunata esperienza  in materia di  Cybersecurity ora Zingaretti si cimenti nel campo altrettanto (e forse ancora più minato) dell’Intelligenza Artificiale.

Per restare nella sinistra e nel Lazio, mi ha molto colpito durante la pandemia Covid l’atteggiamento dell’assessore alla Sanità di Zingaretti, Alessio D’Amato, in materia di vaccini. Finché è l’ambasciatore italiano a Mosca Pasquale Terracciano (onestamente non so se lo ha fatto anche l’addetto militare, l’ormai noto generale Vannacci) a promuovere il vaccino di Putin, la spiegazione è semplice: lo zelo di un diplomatico che non è stato informato o peggio è stato disinformato. Tuttavia si tratta di un errore di comunicazione che può capitare anche ai diplomatici più smaliziati. Ma la domanda è perché in compagnia di Matteo Salvini l’assessore alla sanità del Lazio ha voluto promuovere il celebre vaccino russo, notoriamente farlocco e non autorizzato dalle autorità sanitarie? Ma il quesito ancora più importante per me è il seguente. Perché l’assessore non ha ammesso l’errore e si è scusato con i cittadini laziali? Il paradosso è che se l’avesse fatto la sua carriera politica sarebbe proseguita con maggiore successo e con ogni probabilità avrebbe raccolto più voti coma candidato alla Presidenza della Regione rispetto a risultati non certo brillanti.

Purtroppo per  dire ho sbagliato ci vuole coraggio e i Don Abbondio abbondano non solo nel centro sinistra, ma  anche nel centro destra.

Come ha riconosciuto pubblicamente sui social un esponente di grande esperienza internazionale del centrodestra (mi riferisco all’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata) anche in Fratelli di Italia c’è chi subisce le sirene della lobby trasversale filocinese.

Proprio su Startmag ho sollevato un interrogativo a cui nessuno ha ancora risposto su presunti fondi Pnrr alla mega azienda di Stato cinese Zte.

Un altro esempio –  molto più ampio – è quello del leader di Fratelli di Italia in Sardegna Paolo Truzzu che è stato l’alfiere dei progetti Huawei nell’isola e a Cagliari in particolare.

I casi che ho appena indicato sono segni tristezza politica perché intrisi di paura e di ipocrisia.

Possibile che in questi tempi così drammatici non si trovi un politico disposto a parlare ai cittadini il linguaggio della verità?

In una  Europa – e ancor più in Italia – sempre più circondata da minacce russe, iraniane e cinesi è inaccettabile il perdurante silenzio della politica sui brutti esempi (e molti se ne potrebbero aggiungere) che ho citato in questo articolo. Speriamo che nella campagna elettorale per le elezioni europee i partiti inizino a usare finalmente il linguaggio della verità  che – con buona pace degli esperti – è l’unica forma di comunicazione valida per ristabilire la fiducia dei cittadini nella politica.

Torna su