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Die Welt Mario Draghi

Chi e perché in Germania punzecchia Mario Draghi

Nel giorno in cui la Germania consegna a Mario Draghi la Croce al merito tedesca, il quotidiano Die Welt riassume le critiche all'ex presidente della Bce. L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

Sceglie l’apertura di prima mattina dell’edizione online il quotidiano tedesco Die Welt per portare l’ultimo attacco a Mario Draghi, nel giorno in cui la Germania, attraverso il presidente federale Frank-Walter Steinmeier, consegnerà all’ex presidente della Bce la Croce al merito tedesca, il più alto riconoscimento della Repubblica federale per meriti inestimabili in favore del bene comune. Il corsivo, che nell’edizione cartacea compare in una colonnina delle pagine interne di economia, si trasforma sul web nell’apertura a tutto campo, corredato di un articolo ripescato dall’archivio (datato 29 ottobre 2019, il giorno in cui Draghi lasciò la Bce) in cui viene tracciato un bilancio più agro che dolce della sua presidenza. Carta canta, ma è il web che oramai fa opinione.

NESSUNA EMPATIA VERSO I CITTADINI TEDESCHI

Die Welt non si lascia addomesticare dal clima ossequioso che accompagnerà la cerimonia di Steinmeier e riassume le critiche che per otto anni diversi settori del mondo economico-finanziario tedesco, della Bundesbank e di parte del mondo politico hanno rivolto al governatore. E le scarica sui cerimonieri di oggi e sulla politica: “L’onorificenza a Draghi manca di empatia verso i cittadini”. Un corsivo dal taglio populistico, tanto più che Die Welt, pur essendo la corazzata del gruppo editoriale Springer, si distingue per autorevolezza e toni dalla Bild, il tabloid aggressivo del gruppo che aveva paragonato Draghi a Dracula, moderno succhiatore dei risparmi dei tedeschi.

POLITICA BCE SENZA ALTERNATIVE MA CON GRAVI DANNI COLLATERALI

Die Welt la prende da lontano e ricorda l’ormai leggendario “Whatever it takes” (in tedesco “Was immer nötig sein wird”), pronunciato da Draghi nel discorso del 26 luglio 2012 nella Lancaster House di Londra, che aprì la strada alle strategie di salvaguardia dell’euro, dalla politica dei tassi accomodanti al quantitative easing, l’acquisto di titoli di Stato per consentire ai Paesi dell’Eurozona un maggiore margine di manovra sugli investimenti pubblici. Il quotidiano riconosce che tali strategie abbiano permesso di salvare l’euro, anche se ricorre due volte l’aggiunta dell’avverbio “temporaneamente”: un successo provvisorio, non definitivo. E tuttavia è stato il successo di Draghi, concede Die Welt: “È senza dubbio legittimo difendere la politica monetaria della Bce. È ormai consenso comune che nel 2012 e negli anni successivi fu una politica giusta e senza alternative. Un naufragio dell’euro avrebbe avuto conseguenze imprevedibili e avrebbe probabilmente provocato nuove e gravi crisi. Ma il momentaneo salvataggio dell’euro, che la Bce ha conseguito con un massiccia riduzione dei tassi e programmi multimiliardari di acquisto di titoli di Stato, che per molti erano quantomeno al limite del suo mandato, è stato ottenuto non senza danni collaterali”.

I RISPARMIATORI TEDESCHI HANNO PAGATO IL SALVATAGGIO DELL’EURO

Politici e banca centrale hanno avuto difficoltà a nominare questi effetti collaterali, riprende il quotidiano di Amburgo, ma la politica monetaria della Bce ha lasciato molte persone a mani vuote. L’elenco non è nuovo: giovani famiglie, spesso anche con due salari, non più in grado di fare affidamento sul capitale necessario all’acquisto di una casa di proprietà soprattutto nelle grandi città, risparmiatori delle casse di risparmio che a causa del crollo dei tassi si sono visti liquidare contratti favorevoli, coloro che avevano attivato forme di pensioni integrative che si sono visti ridurre le promesse ricevute al momento della stipula delle polizze. “O anche semplici osservatori, che hanno visto quanto poco la politica potesse davvero preoccuparsi del cambiamento di corso della Bce, dal momento che grazie ai tassi accomodanti si veniva addirittura premiati per far debiti o si festeggiava per il raggiungimento di zero debiti (lo Schwarze Null). Tutte queste persone “hanno il diritto di essere arrabbiate” soprattutto per il rifiuto della politica e della banca centrale di ammettere che sono stati loro a pagare il costo del salvataggio dell’euro. E invece a ricevere un riconoscimento sarà Mario Draghi, sottolinea Die Welt, l’uomo che per molti incarna gli sviluppi della politica monetaria e le sue conseguenze. Il giudizio sulla cerimonia odierna è durissimo: “È un atto che dimostra la mancanza di sensibilità, di empatia per la gente e che approfondisce senza necessità la divisione nel paese. La politica non poteva dimostrare meglio la propria estraneazione dai cittadini”.

UNA OFFENSIVA DI CHARME ORCHESTRATA ANCHE PER IL FUTURO DELLA POLITICA BCE

Il quotidiano conservatore nutre anche qualche timore per il futuro. E rivela che il suggerimento di conferire a Draghi la Croce al merito tedesca sia arrivato a Steinmeier dall’attuale ministro degli Esteri Haiko Maas. “L’idea si adatta bene all’attuale e ben orchestrata offensiva di charme per una percezione pubblica più positiva della politica monetaria per l’area dell’euro — scrive — si strapazzano gli economisti critici con la banca centrale, si parla di miti tedeschi sulla Bce e si ammonisce a non discutere approfonditamente della situazione dei risparmiatori tedeschi. “Tutto questo non suona già come quel linguaggio chiaro con cui il successore di Draghi, Christine Lagarde, vuole garantire in futuro che i cittadini capiscano le posizioni della Bce?”, si chiede sospettosa Die Welt?

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