“Zampolli? Zampolli chi?”. Difficile non condividere lo stupore del ministro degli Esteri Antonio Tajani nel venire a conoscenza (dalla stampa) di Paolo Zampolli, imprenditore nato e cresciuto in Italia (ma che ormai parla italiano come un amerikano), scelto da Trump – anche se ufficialmente nessuno lo sa – come “inviato speciale” degli Stati Uniti in Italia.
Ecco quali sono state le reazioni (e i silenzi) nel nostro Paese.
CHI È PAOLO ZAMPOLLI
Nato a Milano nel 1970, Paolo Zampolli ha lasciato l’Italia dopo la morte del padre in seguito a un incidente di sci a Saint Moritz. Nella sua famiglia annovera una nonna con una lontana parentela con papa Paolo VI.
È un imprenditore e ha iniziato a vivere tra Miami, Ibiza e infine New York dove ha fondato la ID Models, un’agenzia di modelle che ha rappresentato, tra le altre, Melania Knauss, oggi Melania Trump.
Sebbene Zampolli già conoscesse e fosse in affari con The Donald nel settore immobiliare, il fatto che una sera del 1998 sia stato il Cupido tra lui e la first lady ha consolidato il loro rapporto professionale e di amicizia che ormai dura da trent’anni.
Il suo unico incarico diplomatico ufficiale è quello di ambasciatore della Dominica alle Nazioni Unite.
LA “GENIALE” IDEA DI RENDERE GAZA UN RESORT
L’inviato speciale non si è voluto prendere tutto il merito ma stando a quanto detto a Bruno Vespa, che lo ha invitato nel suo programma Cinque Minuti in prima serata su Rai 1 nel giorno del terzo anniversario dell’invasione russa in Ucraina, sarebbe sua l’idea di trasformare Gaza (definita dal giornalista “un posto meraviglioso peraltro”, per poi aggiungere “paesaggisticamente parlando”) “in una specie di resort spostando mezzo milione di persone per volta” (parole di Vespa).
“Forse il presidente ed io pensiamo tante volte le stesse cose – ha detto Zampolli -. Questa è una mia idea che è venuta nel 2016-2017 dopo che sono stato in visita ufficiale in Israele. Ma il presidente è il presidente”.
UNA PROPOSTA CHE NON SI PUÒ RIFIUTARE
Che le nomine di Trump vengano fatte sulla base dei rapporti personali, più che sulle competenze, non è una novità. È stato così anche con l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Tilman Fertitta, “il ristoratore più ricco del mondo”, nonché uno dei principali finanziatori della campagna presidenziale. Ma la nomina di Zampolli è ancora più particolare perché l’incarico di “inviato speciale” è riservato a Paesi e situazioni critiche come nel caso di negoziati di pace o di dossier particolari come il cambiamento climatico. A quanto riferito dall’imprenditore, Trump ne ha nominati cinque “in varie parti del mondo”.
Tuttavia, come ha raccontato Zampolli in un’intervista al Giornale, la sua nomina è stata una sorpresa anche per lui che non sa perché il presidente lo abbia scelto per un simile incarico, nonostante sia il suo “My Paolo”. “L’altro giorno il presidente, davanti a dieci persone all’improvviso mi ha indicato e mi ha ordinato di fare l’inviato speciale. […] Ha detto: Paolo, tu sei il mio inviato in Italia. Otto parole. Lui è sempre molto impegnato e veloce. Dice poche parole e chiude il problema”.
COSA FARÀ ZAMPOLLI IN ITALIA
Cosa farà Zampolli in Italia, nessuno lo sa, forse nemmeno lui visto che ha detto di definire la sua agenda “giorno per giorno”. Nell’intervista ha chiarito che anche se ha “il rango di ambasciatore” lui è “una cosa diversa” e che deve “obbedire agli ordini del presidente”, per cui dice di essere operativo già “da almeno nove anni”.
Si è definito anche “il portatore delle sue decisioni e dei suoi desideri” e ha spiegato che ha il mandato “di irrobustire le relazioni con l’Italia” perché Trump pensa che “sia un Paese molto importante”.
INCONTRI A SOSPRESA(?)
Tuttavia, in Italia, nessuna istituzione è stata ufficialmente informata dagli Stati Uniti della sua nomina. Non ne sanno nulla né al ministero degli Esteri, né alla presidenza del Consiglio o a quella della Repubblica, è stato sottolineato in questi giorni. Nemmeno l’ambasciata italiana a Washington e quella americana a Roma sanno nulla. Come fa notare Il Post, a dare notizia “è stato Paolo Mastrolilli, un giornalista sempre ben informato su quel che succede al dipartimento di Stato, lo scorso 20 febbraio su Repubblica“.
Zampolli comunque ha già fatto visita all’Italia in questi giorni anche se non ha voluto dichiarare se si trattasse di incontri istituzionali. Si è limitato a dire che conosce bene il presidente e che sa cosa gli piace, ovvero “business business business”. Secondo quanto riferito dal Post, arrivato a Milano, martedì scorso “aveva intenzione di incontrare il console generale statunitense Douglass Benning, o alcuni suoi stretti collaboratori” ma “l’incontro è stato poi rimandato per impegni già presi da Benning, e la sera Zampolli è andato invece allo stadio di San Siro per vedere la partita di Coppa Italia tra Inter e Lazio insieme al senatore di Forza Italia Claudio Lotito, presidente della Lazio”, a cui è legato da “rapporti pregressi” e con cui è amico “di lunga data”.
SALVINI, L’ENTUSIASTA
Il giorno dopo, a Roma, è stato invece ricevuto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini per un incontro “organizzato tramite conoscenti comuni senza molto preavviso, ma che è stato poi ampiamente pubblicizzato da Salvini stesso”. Era presente anche il senatore Armando Siri, responsabile dei dipartimenti della Lega, il quale ha detto che l’incontro è avvenuto grazie a “un insieme di congiunture” e che è stato la possibilità di confrontarsi “su un terreno comune di valori che accomunano la Lega, Trump e il governo italiano”. Le parti hanno parlato “di temi urgenti e attuali”.
Siri ha poi aggiunto che l’incontro gli ha dato “l’impressione che ci sia una particolare attenzione per l’Italia con una modalità molto friendly di relazionarsi con noi, di grande disponibilità di ascolto e di volontà di collaborazione”.
Stando al Post, Zampolli doveva avere nella capitale “una serie di incontri con persone delle istituzioni di un certo livello” e “alcuni dei suoi collaboratori italiani hanno detto anche di una visita al presidente della Camera Lorenzo Fontana, il cui staff però smentisce”.
Anche all’HuffPost, che lo ha intercettato nei suoi viaggi in treno per la Penisola non ha voluto rilasciare dettagli ma ha detto di aver “visto tanta gente” in circa “dieci incontri”. In compenso, si è (incredibilmente) molto entusiasmato per i nostri treni: “Ho detto a Matteo Salvini che dovrebbe portarli in America, sono favolosi!”.
https://twitter.com/matteosalvinimi/status/1894735307121344994
IL BOTTA E RISPOSTA TAJANI-ZAMPOLLI
Il ministro degli Esteri, invece, non è sembrato altrettanto entusiasta e, da quanto riportato dal Post, “in privato ha commentato in maniera piuttosto sbigottita l’incontro tra Salvini e Zampolli” e “ai cronisti che gli chiedevano un giudizio sul nuovo sedicente inviato speciale ha risposto con una battuta liquidatoria: ‘Zampolli? Zampolli chi?'”.
L’inviato speciale non deve averla presa bene e, stando all’HuffPost, ha replicato: “Tajani non mi conosce? Strano, forse non ha capito la domanda. Ho anche il suo numero di Whatsapp e sono in contatto col suo staff”. Non solo: “Il suo capo di gabinetto mi ha fatto le congratulazioni, io comunque non ho richiesto nessun incontro di cortesia con il ministro Tajani. Comunque se lui non ha bisogno di me, io non ho bisogno di lui”, tronca Zampolli.
Da Fratelli d’Italia, il viceministro Edmondo Cirielli ha ribadito: “Noi di questa presunta nomina di Zampolli non sappiamo proprio niente. L’abbiamo scoperto dai giornali”.
Stupisce poi che Formiche, giornale sempre molto informato sulle questioni americane, non abbia scritto una sola parola sull’inviato speciale. Che qualcuno negli ambienti a stelle e strisce si stia vergognando?
INCONTRO AD ARTE ANCHE CON GUALTIERI
Così come afferma Trump, anche per Zampolli bisogna parlare con tutti e, dunque, l’HuffPost riferisce che ha visto anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, con cui ha parlato della mostra di Albert Watson: “Vai su Google e cerca, è molto importante – ha detto al giornale -. La porteremo anche al Metropolitan”.
Secondo l’HuffPost, l’inviato speciale avrebbe poi ribadito il suo incontro con il presidente della Camera e di aver visitato alcuni ministeri. In merito a quali tipi di investimenti italiani Trump voglia favorire, Zampolli non si è sbottonato molto. Da Vespa ha parlato di Finmeccanica, Eni, Fincantieri, mentre riguardo allo spazio ha detto che non è nella sua agenda.
Ad ogni modo questo era un viaggio “di cortesia” ma promette di tornare presto: “Appena serve sarò di nuovo qui, sono sempre a disposizione dell’Italia”. E come ha detto a Vespa “Just call me”.