Caro direttore,
stamattina presto due amici americani che devono aggiornare i loro capi su quello che avviene di rilevante in Italia a livello istituzionale mi hanno svegliato in ogni modo per capire cosa diavolo sta succedendo nel governo e in particolare tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, visto che il Corriere della sera ha svelato con un articolo di Francesco Verderami che Crosetto sta disertando da tempo le riunioni del consiglio dei ministri e che i rapporti fra Meloni e il ministro si sono molto raffreddati, per usare un eufemismo.
I miei amici pensavano che io sapessi molto, ma li ho delusi perché sapevo poco o nulla; anzi, sapevano più loro perché hanno letto e compulsato – lo fanno per mestiere, a differenza mia che lo faccio per diletto – i giornali italiani delle scorse settimane. Così sono stati loro a farmi notare alcune dissonanze pubbliche, ossia note, fra capo del governo e titolare del dicastero della Difesa su alcuni dossier, non solo quello sui cosiddetti o presunti dossieraggi.
Ad esempio, sulla questione Israele-Gaza il ministro non ha avuto peli sulla lingua a maggio scorso: “Ho l’impressione che Israele stia seminando un odio che coinvolgerà figli e nipoti. Hamas è un conto, il popolo palestinese è un altro. Dovevano discernere tra le due cose e fare una scelta più coraggiosa dal punto di vista democratico”, disse Crosetto. “Siamo convinti che Israele dovesse risolvere il problema con Hamas – ha aggiunto -, ma fin dal primo giorno abbiamo detto che questa cosa andava affrontata in modo diverso. Tutti gli Stati sono concordi che su Rafah Israele doveva fermarsi. Non siamo stati ascoltati e ora guardiamo con disperazione la situazione”. Il ministro si definì anche “molto preoccupato” dalla prospettiva di “una lunga guerra”. “Quello che sta accadendo, in Medio Oriente come in Ucraina – sottolineò -, ci dimostra che tutta la comunità internazionale anche quando è unita nel chiedere la stessa cosa alla fine non conta nulla di fronte alla volontà di un singolo Stato che decide di fare un’azione come quella che sta accadendo in Ucraina o adesso a Rafah”.
Da rimarcare anche – ma questo lo rammentavo anche io, seppure non nitidamente – quanto di recente ha detto Crosetto nei giorni delle prime operazioni di Kiev in territorio russo, a Kursk: “Nessun Paese deve invadere un altro Paese. Il nostro tentativo è di dire che deve cessare l’attacco russo e ripristinare le regole del diritto internazionale, non quello di vedere un conflitto che diventa ancora più duro, che si sposta sul territorio russo. Questo prevederà un ulteriore peggioramento della Russia sul fronte ucraino e quindi allontanerà sempre di più la possibilità di un cessate il fuoco”.
Parole, in entrambe i casi, non proprio collimanti con quelle (dette o non dette) da Meloni.
Che su alcuni provvedimenti non secondari dell’esecutivo, inoltre, Crosetto non sia stato concorde gli amici lo hanno letto su Startmag (qualcuno ci legge, direttore, tranquillo…). Il tuo titolo e il tuo sommario di questo pezzo di Marco Dell’Aguzzo dice tutto: “Decreto materie prime, perché Urso e Crosetto non concordano su tutto. La Camera ha approvato il decreto sulle materie prime critiche. Urso festeggia, ma gli analisti hanno qualche perplessità. Secondo Gianclaudio Torlizzi, consigliere di Crosetto, il documento non tiene in considerazione le necessità della difesa”.
Anche nelle partecipate di Stato – nel caso di specie nel gruppo Leonardo – le sortite di Crosetto sono state vissute con uno scarso entusiasmo, mi ha fatto notare uno degli amici, quello che monitora siti e blog di destra ed estrema destra, visto quanto ha scritto il blog Sassate diretto da un noto giornalista di destra ora in pensione, Guido Paglia, peraltro con una posizione editoriale più vicina a Crosetto che a Meloni. Il caso sarebbero state le critiche del ministro a Mbda e Thales su Samp-T (qui l’articolo di Startmag firmato da Chiara Rossi).
Nulla di tutto questo materiale-retroterra è stato finora citato sui giornali italiani nell’approfondire i dissidi tra premier e ministro. Invece i quotidiani evocano soltanto – perché magari è davvero il motivo più rilevante – la questione dei Servizi, ossia i rilievi espressi da Crosetto sulla questione dossieraggio Striano-Domani all’Aise. Il punto è che – secondo quanto evoca lo stesso Corsera di oggi – sui rilievi Meloni non avrebbe appoggiato a sufficienza Crosetto attestandosi sulle posizioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha la delega in materia e che ha difeso l’Aise diretta da Giovanni Caravelli.
“Nell’esecutivo c’è chi pensa che la frattura nasca dal caso dossier e dalle critiche ai Servizi“, scrive papale papale il quotidiano di Cairo.
È sicuramente secondario, laterale e banale, comunque vista la narrazione pubblica e privata del melonismo su lobbismo, affarismo e Dagospia, leggendo recenti cronache e interviste si evidenzia come un avversario di Meloni (o almeno considerato tale da una parte dei meloniani), ossia Luigi Bisignani – che non ho ancora capito che professione svolga, ma questo è un mio limite -, è amico di Crosetto, o quanto meno conoscente, o quanto meno apprezzato molto Crosetto. Lo ha detto e fatto capire lui stesso in un’intervista di pochi giorni fa al quotidiano La Stampa che trascrivo qui perché magari non tutti in Italia leggono il quotidiano torinese (“un giornale regionale”, secondo il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in una esternazione non degna – diciamo – della seconda carica dello Stato).
Con Crosetto parla?
«Con lui sì. Con tutti gli ex dc ho un rapporto».
Cosa pensa della vicenda del dossieraggio e delle sue accuse all’Aise?
«In un Paese normale dovrebbero dargli una medaglia: ha denunciato lo scandalo del dossieraggio. E invece dicono che è colpa sua: incredibile».
La seconda risposta, peraltro, sembrerebbe in linea con Crosetto e meno con Mantovano, se arguisco bene. Anche se ai ghirigori di Palazzo non sono abituato, visto che una recente nota del sottosegretario sulla questione ha avuto l’ok del ministro.
Alla fine mi rendo conto che ti chiederai: ma perché Francis mi ha scritto? Hai ragione, non lo so manco io. Ma siccome so che non mi rispondi più al telefono e siccome ho tempo da dedicare a cazzeggiare, passo il tempo a scriverti così non mi annoio: la pensione – caro direttore – è una brutta bestia.
Saluti.
Francis Walsingham
Ps: mentre ti stavo mandando la lettera, vedo il post di Crosetto:
“Mi scuso ma il giornalismo italiano è così. Mi scrivono: lei ha spiegato le sue assenze ai CDM ma non ha smentito il gelo con la Premier. Solo per essere chiari, non c’è e non c’è mai stato gelo. Come sempre, ci sentiamo più volte al giorno. Soprattutto nell’ultimo periodo. Senza geli, senza problemi e con totale sintonia sui drammatici temi di cui dobbiamo occuparci insieme. Per essere ancora più esplicito, nell’ultima settimana ci siamo sentiti o visti almeno 2/3 volte al giorno per monitorare la situazione in Medio Oriente, più volte per Albania, 2 volte per preparare Ramstein (poi saltato), 2 volte per preparare incontro con Zelensky e delegazione ucraina, 1 volta per G7 difesa, più varie volte su altri argomenti (comprese le chat di gruppo!). Questa sera alle 18,30 sarò a Palazzo Chigi, informalmente, come decine di altre volte”.
Pps: Ah, a proposito, dopo il tuo tweet mattutino ho smanettato su Google ed ecco che cosa ho trovato: non so se è davvero una risposta alla tua domanda.
(Fonte: Teleborsa) – Costruire e mantenere aperto il rapporto tra Stati e le aziende del digitale che siano grandi Corporation o realtà emergenti, per condividere insieme le opportunità e le responsabilità che le nuove frontiere dell’innovazione richiedono: è questa “la grande sfida” di ComoLake2024 – presentato oggi, presso la Sala Stampa Estera – che si terrà dal 15 al 18 ottobre al Centro Internazionale Esposizione e Congressi di Villa Erba, a Cernobbio, sul lago di Como. I dettagli di questa seconda edizione sono stati illustrati da Erminio Fragassa, Presidente di Micromegas, la società organizzatrice e da Raffaele Barberio responsabile dell’agenda e dei rapporti con gli speaker.
Con il titolo “The Great Challenge”, Comolake2024 si concentrerà su sette aree tematiche chiave: Reti e Infrastrutture, Energia, Mobilità e Trasporti, Banking e Fintech, Intelligenza Artificiale, Sanità Digitale e Pubbliche Amministrazioni. Lo sviluppo del programma, ricco di panel e interventi, è affidato a oltre 160 relatori provenienti da 14 Paesi, in rappresentanza di Governi, Organizzazioni Internazionali, Università, Organismi di controllo e aziende leader nel settore.
Numerosi inoltre anche gli eventi collaterali tra cui l’istallazione “Bosco Virtuale”, progettata da Micromegas per la divulgazione della biodiversità italiana e realizzata in collaborazione con il CUFAA (Comando delle Unità Forestali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri), riproposta a ComoLake2024 dopo essere stata allestita presso la sede dell’ONU a New York, in occasione della “Settimana sui Cambiamenti Climatici”.
L’evento sull’innovazione tecnologica, sulla digitalizzazione e l’intelligenza artificiale – ha spiegato Erminio Fragassa, Presidente di Micromegas – è stato promosso dal Dipartimento per l’innovazione che ha una “grande propulsione” nella figura del Sottosegretario Butti.
“Abbiamo creduto immediatamente alla rilevanza di questo evento e ci siamo impegnati come organizzatori a costruire una seconda edizione più ricca e robusta rispetto a quella di esordio: siamo passati a un programma di 4 giorni, un allestimento espositivo sull’intera area di Villa Erba, abbiamo coinvolto oltre 80 aziende partner e ricevuto 25 patrocini italiani ed europei“, ha sottolineato Fragassa, concludendo “ritengo che ComoLake2024 possa considerarsi uno dei principali eventi in Europa sul tema innovazione e digitale, per dimensione, qualità dei contenuti e numero di speaker”.
(Teleborsa) 09-10-2024 10:22