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Intelligence Danesi

Che cosa sta architettando Nsa per spiare meglio con l’avallo del governo Usa

L'approfondimento di Andrea Mainardi

 

Spie governative. Una lettera riservata finita sui giornali dopo poche ore dalla firma che profuma tanto di manina interessata a farla conoscere. Un progetto di retroscenissima – ma non troppo – cyber propaganda sullo sfondo, basata sulla raccolta dati da parte delle web company. Tanto business. Un intreccio di registrazioni telefoniche e non solo nel nome della sicurezza nazionale che sembrerebbe far comodo a tutti: governo, partiti politici e aziende private. Forse decisamente meno ai comuni cittadini. Non fosse questione serissima, potrebbe essere il plot di un romanzo di John Le Carré.

L’INTELLIGENCE USA SCRIVE AL CONGRESSO

La lettera è quella datata 14 agosto e pubblicata dal New York Times il 15. La firma il direttore uscente dell’intelligence nazionale Usa, Daniel R. Coats, a riposo da Ferragosto. L’ormai ex numero uno della National Security Agency (Nsa) chiede nero su bianco la ri-autorizzazione permanente delle disposizioni contenute nel Freedom Act del 2015, in scadenza a fine anno. Coats, dimissionato qualche mese fa via Twitter da Donald Trump per contrasti di vedute su temi geopolitici – in particolare su Russia, Corea del Nord, Isis e Iran – si rivolge ai competenti organismi di Capitol Hill affinché Nsa possa continuare a raccogliere registrazioni audio e messaggi di testo, attingendo ai registri telefonici dei fornitori di telecomunicazioni. Scopo manifesto: intercettare i terroristi. Nei fatti, secondo gli attivisti per la privacy, è l’apertura alla registrazione degli affari propri anche di ignari milioni di americani.

L’ULTIMO ATTO DI COATS

Coats ha chiesto dunque al Congresso che le vecchie disposizioni che offrono al governo una vasta gamma di autorità di sorveglianza siano autorizzate in maniera permanente. Ricorda che l’Nsa ha chiuso il programma di registrazione delle chiamate – il punto più contestato della legge – e cancellato tutti i dati raccolti. Si tratterebbe di una mole enorme di dati: dal 2015 al 2019, qualcosa come la registrazione di 685 milioni di telefonate.

METADATI PER NULLA INSENSIBILI

Per Coats il governo dovrebbe mantenere la sua autorità – se necessario – per riavviare il programma. La tecnologia cambia in fretta – argomenta – e le abitudini “degli avversari” della sicurezza nazionale si adattano velocemente. Gli attivisti della privacy da tempo sostengono che è possibile raccogliere informazioni altamente sensibili da registrazioni di chiamate e navigazioni internet. A rischio i diritti civili? Philip Ingram, ex colonnello dell’intelligence militare britannica, sentito da Forbes rassicura: l’impatto non è così grave come la gente pensa: “I dati raccolti e analizzati sono metadati piuttosto che dati sul contenuto dei messaggi”. Afferma che questo è qualcosa che gli attivisti per la libertà civile spesso dimenticano: “Suggeriscono che lo Stato stia ascoltando le telefonate di tutti e leggendo le e-mail di tutti: ma fisicamente non è possibile”.

FREEDOM ACT, CROCE E DELIZIA

Il Freedom Act, che scadrà a dicembre, era stato progettato per ridurre alcuni dei vasti poteri di sorveglianza concessi al governo federale dopo il Patriot Act post 11 settembre 2001. Nel 2015, il Congresso ha istituito un nuovo sistema; obbligando le agenzie federali a chiedere un ordine del tribunale, caso per caso, per ottenere i dati delle chiamate dalle compagnie telefoniche.

LA POLITICA SULLO SFONDO

C’è un’angolazione politica da tenere in considerazione mentre si avvicinano le elezioni presidenziali 2020. Lo sostiene Ian Thornton, responsabile della sicurezza di AMTrust Europe: il Patriot Act e i programmi di intelligence che ha generato “sono sempre stati molto controversi” dal punto di vista costituzionale degli Stati Uniti. Tuttavia – sottolinea in una conversazione con Forbes – il problema con l’opposizione a un programma antiterrorismo è che i rivali politici di entrambe le parti caratterizzeranno le loro posizioni sulle libertà civili accusandosi contemporaneamente e reciprocamente di essere deboli sulla sicurezza nazionale. Aggiunge: “Le agenzie di intelligence non sono stupide: sanno che questo è il momento perfetto per spingere verso un’espansione dei loro programmi in quello che potrebbe rivelarsi il momento più divisivo della politica americana: la campagna presidenziale 2020”.

FALCHI DI SORVEGLIANZA E COLOMBE DELLA PRIVACY

Intanto Facebook gioca le sue carte. Secondo Politico, per cercare di influenzare le battaglie normative. Con una mossa bipartisan ha assunto in aprile sia un funzionario dell’amministrazione noto per aver contribuito a scrivere il restrittivo Patriot Act, sia un difensore della privacy che si è opposto con forza all’espansione della legge governativa sulla sorveglianza. Commenta Politico: “Decisamente segnali contrastanti nel tentativo di rassicurare i legislatori sulla gestione dei dati su oltre 2 miliardi di utenti”. Facebook l’anno scorso aveva assunto l’ex vice primo ministro britannico Nick Clegg come responsabile della politica e delle comunicazioni in un’altra mossa per espandere le sue connessioni globali.

QUELLA MULTA BUFFETTO

Quando Facebook Inc. ha patteggiato con la Federal Trade Commission (Ftc) degli Stati Uniti una multa per 5 miliardi, entrambe le parti hanno brindato. La Ftc ha osservato che si stava trattando di una sanzione record, mentre la società ha pubblicato un video dell’amministratore delegato Mark Zuckerberg annunciando solennemente ai dipendenti che una nuova era di conformità normativa era a portata di mano. Scrive Bloomberg: “A parte il fatto che la multa non è stata un duro colpo – solo l’anno scorso, il profitto di Facebook ha superato i 22 miliardi – l’accordo è una grande notizia per Zuckerberg. Probabilmente aiuterà Facebook a consolidare la sua posizione dominante nella pubblicità sui social media”. La risorsa più preziosa di Facebook sono i suoi dati. Ogni clic e commento dei suoi 2,5 miliardi di utenti è oro per la società. Dati che incrociati con le altre app – Instagram, Messenger e WhatsApp from Facebook – costruiscono una montagna inimmaginabile di informazioni. Fondamento del business pubblicitario da 70 miliardi all’anno per il gruppo di Mr Zuckerberg.

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