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Che cosa si dice tra le forze dell’ordine sul vaccino Astrazeneca

Umori e posizioni nella Guardia di Finanza, nella Polizia e nei Carabinieri sul vaccino Astrazeneca.

 

L’Aifa ha bloccato la somministrazione del vaccino AstraZeneca in attesa dei pronunciamenti dell’Ema. La decisione è arrivata dopo alcuni casi, avvenuti in Germania a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, di decessi in persone vaccinate con il vaccino anglo-svedese. Al momento, è bene specificarlo, non è stato riscontrato alcun nesso di causalità tra le morti e la somministrazione del vaccino ma la precauzione massima è d’obbligo quando è in ballo una delle più estese vaccinazione di massa della storia dell’umanità.

Chi si vaccina con AstraZeneca

Al momento in Italia è stato vaccinato il 3% della popolazione. Il vaccino AstraZeneca è stato somministrato al personale scolastico e al personale delle forze dell’ordine.

La reazione alla sospensione di Astra Zeneca

Per ora si fanno i conti con migliaia di cancellazioni delle prenotazioni di cittadini ai quali era destinato AstraZeneca, passato dall’uso nella fascia 18-55 anni in quella fino a 65 anni e infine anche per gli over 65.

Che cosa si dice tra i Carabinieri

Continuano a pervenire al SIM Carabinieri – Sindacato italiano militari Carabinieri – un numero consistente di segnalazioni che vedono colleghi colpiti da effetti collaterali molto simili (trombosi, crampi agli arti inferiori e dolori muscolari generali…) in seguito alla somministrazione del vaccino AstraZeneca. E’ quanto si legge in un comunicato recente dell’organizzazione precedente alla decisione giunta due giorni fa da parte dell’Aifa di sospendere la somministrazione del vaccino Astrazeneca; una decisione simile a quella assunta in Germania.

I finanzieri chiedono sorveglianza sanitaria

Ancora prima della decisione dell’Aifa di sospendere la somministrazione del siero Astrazeneca il SINAFI, il sindacato nazionale dei finanzieri, aveva fatto richiesta alla propria amministrazione di effettuare una riflessione sul proseguimento della campagna vaccinale tra i militari, per via degli effetti collaterali che si sono verificati anche a distanza di diversi giorni dall’inoculazione. “Ci uniamo al sentimento di forte preoccupazione, pur riponendo la massima fiducia nelle Autorità sanitarie preposte che stanno lavorando per la tutela della salute pubblica – si legge in un comunicato del sindacato -, tuttavia abbiamo il dovere morale e giuridico di attenzionare le segnalazioni, connotate da forti preoccupazioni, che provengono in queste ore da numerosi nostri iscritti e non solo”. I finanzieri lamentano di essere stati vaccinati anche con dosi appartenenti al lotto ABV5300, il primo posto sotto sequestro. “Corre l’obbligo di evidenziare, infatti, che dalle informazioni partecipateci, risulta che siano state somministrate dosi di siero immunologico collegate al lotto sospeso (e oggetto di indagine) a numerosi colleghi in servizio presso diverse località del territorio nazionale”. La richiesta del sindacato è quella di predisporre una “sorveglianza sanitaria, a scopo preventivo e precauzionale, contribuendo a eliminare ogni potenziale rischio per la salute”.

Polizia penitenziaria: molti vaccinati hanno lamentato effetti collaterali

Sulla stessa lunghezza d’onda dei finanzieri anche i poliziotti della polizia penitenziaria rappresentati dalla Co.S.P. “La Federazione Sindacale Co.S.P. chiede un’approfondita analisi, il cui esito sia prontamente e compiutamente portato a conoscenza dei dipendenti tutti di ogni Comparto e Settore di appartenenza e loro famiglie”, si legge nel comunicato dei poliziotti. La maggior parte dei poliziotti penitenziari vaccinati, scrivono i sindacalisti del Co.S.P., “hanno registrato febbre alta brividi, forti dolori muscolari subito dopo la vaccinazione”. Anche la polizia penitenziaria, dunque, chiede di “monitorare costantemente lo stato di salute dei colleghi tutti già vaccinati con il lotto ABV2856 di Astrazeneca, al fine di scongiurare analoghi lutti e non portare il personale ad un’errata interpretazione della campagna vaccinale di F.A. e Forze dell’Ordine”.

Tanti contagiati nelle carceri

La situazione nelle carceri è particolarmente delicata. Scrivono ancora i sindacalisti del Co.S.P: “Alla data dell’11 Marzo 2021 il REPORTER  del DAP ci consegna un triste numero di contagiati 470 detenuti su 53.000 reclusi mentre vaccinati sarebbero 1331; nella Polizia Penitenziaria il numero è ancora alto 704 contagiati di cui 49 funzioni centrali, 711 tra Dirigenti ed amministrati, su un totale di 8253 Poliziotti avviati, si ripete, avviati alla vaccinazione su 35.000 dipendenti circa, ad oggi solo diverse centinaia risultano effettivamente vaccinati”.

Polizia di Stato: niente allarmismi

Molto più cauti gli uomini della Polizia di Stato. Sul sito del sindacato Siulp, che conta ben 28mila tesserati tra gli uomini in divisa, si legge un appello alla prudenza e a non cedere a facili allarmismi. “Si è registrato un consenso di circa il 75% degli operatori della Polizia di Stato – scrive il Siulp -. In riferimento, pertanto, alle perplessità avanzate sull’efficacia del vaccino in questione, occorre evidenziare l’estrema importanza della più ampia adesione possibile alla vaccinazione da parte del personale della Polizia di Stato, indipendentemente dal tipo di vaccino utilizzato, costituendo questa l’arma più efficace nella lotta alla Covid-19, che nella nostra Amministrazione ha determinato finora oltre 7.500 contagi e 8 decessi, numeri che sarebbero stati ridotti verosimilmente del 60%, qualora questo vaccino fosse stato disponibile dall’inizio della pandemia”. Dello stesso parere anche il sindacato Italia Celere, che raccoglie gli uomini del Reparto Mobile, in prima linea nelle nostre strade. “L’ho fatto e lo rifarei – dice Andrea Cecchini, segretario del sindacato di Polizia Italia Celere intervistato dal Messaggero –. Con i miei colleghi dall’inizio dell’emergenza siamo stati chiamati a garantire la sicurezza nei luoghi più disparati, a partire dalle piazze anche quelle calcate dai negazionisti. Rifarei il vaccino come atto di responsabilità. Ma ci vogliono garanzie. Bene quindi che sia fatta chiarezza sull’utilizzo del farmaco affinché nessuno, tanto meno nelle forze dell’ordine corra il rischio di sentirsi una cavia”.

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