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Pakistan Cina

Che cosa combina la Cina in Pakistan

Come si insinua la Cina nell'economia del Pakistan. L'approfondimento di Giuseppe Gagliano

 

Anche in Pakistan la Cina sta ponendo in essere la sua strategia di soft power inviando il proprio vaccino anti Covid. Indipendentemente dai profitti che le aziende cinesi fattureranno grazie alla vendita del vaccino e indipendentemente dalla concorrenza che la Cina sta cercando di contrastare — alludiamo naturalmente a quella americana — l’interesse per il Pakistan da parte della Cina è centrale soprattutto per quanto riguarda il corridoio Pakistan-Cina.

Anche grazie alla centralità del corridoio all’interno della Nuova via della seta la strategia cinese si sta concretizzando in una penetrazione sistematica e capillare dei gangli vitali del Pakistan attraverso acquisizioni strategiche.

Le aziende cinesi stanno rilevando le principali attività nel settore manifatturiero del Pakistan il cuore redditizio dell’economia da 276 miliardi di dollari della nazione.

Poiché l’aumento degli investimenti cinesi promette di rilanciare l’economia in difficoltà del Pakistan in un momento particolarmente critico, sono state espresse preoccupazioni dalle imprese e dai gruppi locali che gli investitori cinesi stiano conquistando industrie locali chiave, beni statali e imprese a scapito degli attori e degli interessi pakistani. Infatti la Cina è il maggior contributore di investimenti diretti esteri in Pakistan.

Indipendentemente dalla corridoio economico Cina-Pakistan che fino a questo momento prevede un investimento di 60 miliardi di dollari-vi sono investimenti non direttamente correlati al corridoio e questi investimenti si costruiscono grazie a una manodopera a basso costo e grazie alla garanzia dell’accesso alle materie prime che vengono poi spedite alle fabbriche cinesi. A tale proposito la Cina sta costruendo fabbriche in Pakistan per esportare prodotti finiti direttamente nei mercati europei che Pechino spera di raggiungere più facilmente tramite i suoi investimenti infrastrutturali nel contesto della Bri.

Gli investitori cinesi sono inoltre pronti ad acquistare in varie imprese statali in perdita che il governo ha indicato di voler vendere. Le perdite legate a queste imprese hanno recentemente raggiunto i 9,4 miliardi di dollari. A tale proposito il governo pakistano prevede di vendere partecipazioni in Pakistan Railways (PR), Pakistan International Airlines (PIA) e Pakistan Steel Mills (PSM) di proprietà statale, tra gli altri, a investitori stranieri e naturalmente la Cina è uno dei pochi offerenti che potrebbe agevolmente acquisire queste partecipazioni.

I dati aziendali ufficiali mostrano che più di 2.000 entità aziendali cinesi si sono registrate in Pakistan, metà delle quali nella capitale Islamabad. I dati mostrano che i loro investimenti vanno ben oltre l’ambito del corridoio: infatti le imprese commerciali e industriali cinesi operano in tutto il paese. Cioè in fabbriche tessili, cementifici, produttori di energia, acciaierie, progetti di alloggi e società di telecomunicazioni. Complessivamente il numero di imprese cinesi supera di gran lunga le 5.000, compreso un numero crescente di imprese non registrate. Inoltre numerose società cinesi non si registrano presso le autorità fiscali pakistane e quindi non pagano le tasse, mettendo le imprese locali in una posizione di svantaggio competitivo.

Un altro settore particolarmente rilevante per i cinesi è quello energetico: le aziende cinesi sono coinvolte nella costruzione di 27 progetti energetici legati a Corridoio e di sei progetti autonomi dal progetto del Corridoio, investimenti che dovrebbero aiutare ad affrontare le carenze croniche di energia a livello nazionale.

Questi includono la costruzione da parte di Power China della diga Diamer Basha da 8,8 miliardi di dollari in una joint venture con la Frontier Works Organization, che appartiene all’esercito pakistano. Il progetto da 4.500 MW dovrebbe essere completato nel 2028.

Anche nel settore automobilistico la presenza Cina cinese è evidente: la società statale cinese Changan Automobile Company sta installando uno stabilimento di assemblaggio di automobili da 136 milioni di dollari a Karachi in una joint venture con il Master Group of Industries del Pakistan. Il progetto lancerà 30.000 modelli Alsvin all’anno. Anche gli interessi privati cinesi stanno investendo pesantemente nella produzione tessile, un settore che contribuisce all’8,5% del prodotto interno lordo (PIL) e impiega il 45% della forza lavoro industriale totale. In Punjab, l’azienda tessile Shanghai Challenge ha recentemente acquisito una partecipazione del 25% in Masood Textile Mills Faisalabad, un hub di abbigliamento e produttori tessili pakistani che fornisce capi di abbigliamento ad Adidas e Puma per i mercati statunitensi ed europei.

Ma anche nel settore metallurgico la Cina è attiva: infatti la Metallurgical Construction Corporation (MCC) cinese ha mostrato interesse a creare un nuovo impianto siderurgico senza diem tufate che la MCC gestisce già una miniera di rame nella provincia pakistana del Balochistan, attraverso la quale passa guarda caso il Corridoio.

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