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Canada, ecco i piani anti-Usa di Carney su energia e commercio

Il Partito liberale ha vinto le elezioni in Canada e Mark Carney è stato confermato primo ministro. Ecco le sue proposte sull'energia, l'edilizia, la difesa, le tasse e il commercio (l'obiettivo ultimo è la diversificazione dagli Stati Uniti)

Il Partito liberale ha vinto le elezioni in Canada, ottenendo 168 seggi in parlamento (poco meno dei 172 necessari per avere la maggioranza) e la conferma del primo ministro Mark Carney, in carica da marzo. I liberali, di centrosinistra, sono al potere dal 2015, quando è iniziato il primo mandato di Justin Trudeau.

Il Partito conservatore, di centrodestra, ha ottenuto invece 144 seggi; seguito dal Blocco del Québec con ventitré seggi, dal Nuovo partito democratico con sette seggi e dai Verdi con un seggio.

COSA CAMBIA CON LA VITTORIA DEI LIBERALI PER L’INDUSTRIA PETROLIFERA DEL CANADA

L’industria petrolifera canadese, che si concentra nei territori occidentali, è molto rilevante per l’economia nazionale ma è stata penalizzata dalle politiche energetico-climatiche di Trudeau. Carney, invece, ha promesso che sosterrà la costruzione di nuovi oleodotti e gasdotti – diversi progetti sono stati posticipati o cancellati sotto l’amministrazione Trudeau – sia tra le province canadesi che verso le coste, in modo da favorire l’accesso a nuovi mercati in Asia e in Europa.

Secondo il sito specializzato S&P Global, il settore oil & gas del Canada occidentale è “cautamente ottimista” nei confronti del nuovo governo federale – anche perché i liberali, come detto, non hanno la maggioranza – e del suo appoggio alla costruzione di nuove infrastrutture, che permetterebbero di ridurre la dipendenza dal mercato statunitense. I due progetti principali sono l’oleodotto Energy East, dalla capacità di 1,1 milioni di barili al giorno, dalla provincia dell’Alberta fino alla costa atlantica; e il Northern Gateway, un altro oleodotto (dalla capacità di 525.000 barili al giorno) sempre dall’Alberta ma diretto alla costa del Pacifico.

La realizzazione di queste condotte non è scontata, però, visto che per governare il Partito liberale dovrà ricercare l’appoggio del Blocco del Québec o del Nuovo partito democratico, ma entrambe le formazioni si oppongono alle infrastrutture petrolifere per ragioni ambientali.

Il Canada possiede le terze riserve di petrolio più grandi al mondo e invia oltre il 95 per cento del suo greggio negli Stati Uniti, di cui rappresenta il maggiore fornitore: vale circa il 50 per cento delle importazioni petrolifere del paese. L’amministrazione di Donald Trump ha imposto un dazio del 10 per cento sulle importazioni energetiche dal Canada; l’apertura di nuovi mercati di esportazione aiuterebbe a mitigare l’impatto delle tariffe.

Il Canada, peraltro, sta per fare il suo ingresso nel mercato internazionale del gas liquefatto: il primo carico di combustibile del progetto Lng Canada, gestito da Shell, partirà quest’estate.

QUAL È IL PROGRAMMA ECONOMICO DI MARK CARNEY

Carney, ex-governatore della Banca del Canada e della Banca d’Inghilterra, ha promesso che trasformerà il Canada “in una superpotenza energetica sia nell’energia pulita che in quella convenzionale”: tra le altre cose, ha intenzione di costruire una rete elettrica nazionale per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti.

Il suo programma prevede poi un forte stimolo alla costruzione di case, con l’obiettivo di 500.000 nuovi edifici all’anno, in modo da ridurre i prezzi delle abitazioni. Verranno eliminate le tasse per le case dal valore inferiore a 1 milione di dollari canadesi ai nuovi acquirenti, e ci sarà una riduzione del 15-14 per cento dell’aliquota fiscale ai cittadini nella fascia di reddito più bassa.

La spesa per la difesa verrà portata al 2 per cento del prodotto interno lordo, così da rispettare il target previsto per i paesi membri della Nato: l’anno scorso il Canada ha investito nella difesa meno dell’1,4 per cento del suo Pil.

Carney, inoltre, ha intenzione di investire 5 miliardi di dollari canadesi nella costruzione di strade, autostrade, porti e altre infrastrutture di trasporto per potenziare gli scambi commerciali sia tra le province che con altri paesi, riducendo la dipendenza dal mercato statunitense.

LA MOSSA ANTI-TRUMPIANA SUI T-BOND

Come raccontato da Alberto Franceschini Weiss su Startmag, nei mesi scorsi il Canada ha attuato una sorta di strategia difensiva dai dazi di Trump attraverso l’aumento degli acquisti di T-Bond americani, i titoli di debito emessi dal governo degli Stati Uniti per finanziare il debito pubblico.

A fine febbraio, le riserve canadesi di T-Bond ammontavano a più di 350 miliardi di dollari: nel caso in cui Trump avesse applicato tariffe commerciali molto aggressive, il Canada avrebbe iniziato a vendere queste obbligazioni, generalmente considerate un bene rifugio nei periodi di incertezza finanziaria globale. Carney avrebbe coinvolto alcuni paesi europei e il Giappone in questo piano.

– Leggi anche: Ecco come le banche Usa difenderanno i T-Bond, cosa sta studiando il Tesoro americano

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