Se Startmag fosse un giornale pigro e il suo direttore non fosse interessato alla qualità, oggi potrei riprendere un articolo di un anno e mezzo fa, cambiare poche parole e sottoporglielo di nuovo. Bisogna invece riscriverlo da capo, per dare conto che questa volta il bersaglio è il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara anziché il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per il resto, il tema è sempre Ustica e identico è l’argomento centrale: la pretesa che di quella tragedia sia titolato a occuparsi solo chi aderisce alla linea della battaglia aerea portata avanti per anni dal giudice istruttore Rosario Priore, dal giornalista Andrea Purgatori e dalla ex senatrice PDS Daria Bonfietti.
Nel 2023 Bonfietti, spalleggiata dalla sua parte politica, aveva contestato l’ingresso dell’Associazione per la Verità sul Disastro Aereo di Ustica nel “Comitato consultivo sulle attività di versamento agli Archivi di Stato e all’Archivio centrale dello Stato della documentazione di cui alle Direttive del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2014 e del 2 agosto 2021”, istituito a Palazzo Chigi. Oggi protesta per l’inserimento della stessa associazione nel “Protocollo d’Intesa per realizzare iniziative didattiche e formative volte ad approfondire il tema del terrorismo e a conservare tra i giovani la memoria di tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice”, appunto gestito dal MIM.
Oggi come allora, non ci sono in ballo soldi o poltrone. Tutto a titolo gratuito, anzi a carico dei proponenti. Oggi come allora, non ci sono verità di Stato, ma solo la possibilità di fare ricerca sulle carte (finalmente desecretate, dopo essere state considerate per anni pericolose per gli interessi dello Stato, come disse il governo Conte all’ex ministro Carlo Giovanardi) o di proporre attività alle scuole (senza alcun loro obbligo di accettare, beninteso. Oggi come allora, non si tratta di entrare in consessi a numero chiuso (togliendo dunque il posto a qualcuno che vi siede da tempo) ma di estendere ad altri soggetti la possibilità di proporre iniziative (chiamatela, se volete, inclusività). E, curiosamente, oggi come allora la protesta arriva sui giornali prima ancora che qualsiasi attività abbia luogo.
Uguale, soprattutto, è la linea argomentativa dell’ex senatrice Bonfietti, da sempre presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della Strage di Ustica (APVSU), ente del terzo settore in procinto di trasformarsi in fondazione grazie a una proposta di legge regionale dell’Emilia Romagna che le garantirebbe 150.000 euro l’anno per tre anni. Nel 2023 Bonfietti, insieme con Paolo Bolognesi e il sindaco di Bologna Matteo Lepore, aveva protestato per l’inserimento nel Comitato di AVDAU e di alcuni professori che non ne facevano parte e sui quali non era stato chiesto il gradimento ai membri tradizionali. E nel 2024?
Secondo l’Ansa, Bonfietti avrebbe definito l’inserimento “inaccettabile per modalità e contenuti”, aggiungendo che secondo lei non sarebbe possibile – scrive l’Agenzia – toccare burocraticamente, inserendo una nuova realtà, un protocollo d’intesa firmato ufficialmente da ministro e associazioni. Ma il nocciolo non è solo legale quanto di contenuti. Per Bonfietti “non è accettabile […] introdurre ‘integrazioni’ senza aver valutato l’effettiva rappresentatività e le pratiche attuate da eventuali nuovi pretendenti”. Per Bonfietti, non è consentita la ricerca su una pagina dolorosissima della storia italiana. Si tratta, dice nel comunicato Ansa subito ripreso dalla stampa d’area, di “un’operazione tutta politica, di evidente volontà di riscrittura della storia,” la cui colpa è quella di “sostenere la tesi della bomba tanto cara a parte della destra.”
Conclusione: nel 2024 come nel 2023, secondo Bonfietti nei comitati e nei protocolli il governo dovrebbe ammettere solo chi è gradito a lei.
In una nota, AVDAU ha ricordato come l’ordinanza di rinvio a giudizio di Priore – tuttora sempre presentata dalla stampa come sentenza di condanna – sia stata smentita da tutte le sentenze penali, che non ne hanno mai condivisa l’impostazione. Non a caso, ricorda AVDAU, nella sentenza di appello l’ipotesi di battaglia aerea, con missili o quasi collisioni, è definita con parole durissime: «Tutto il resto è fantapolitica o romanzo che potrebbero anche risultare interessanti se non vi fossero coinvolte 81 vittime innocenti.».
La notizia, insomma, è che l’attacco di Bonfietti è tutt’altro che una novità. Come in una serie televisiva, i personaggi recitano sempre la stessa parte, incuranti degli ascolti in calo. Anche se, a ben guardare, la notizia ci sarebbe pure: 16 mesi dopo l’intemerata di Bonfietti a Meloni, AVDAU siede ancora nel Comitato Consultivo di Palazzo Chigi e partecipa alle riunioni.