Se già poteva sembrare bizzarro e curioso che Confindustria nei mesi scorsi abbia ossequiato un uomo come Luigi Bisignani, definito a più riprese dai media “faccendiere” o “lobbista”, del quale esattamente nessuno conosce l’esatta professione, nell’ultimo periodo in gran spolvero per il libro I potenti al tempo di Giorgia, scritto a quattro mani col giornalista e direttore di Tag/Lettera43 Paolo Madron (pubblicizzato dallo stesso Bisignani nei modi più caracollanti, anche ricorrendo a scoop su Tim e Servizi di controversa portata che sembrano essersi sgonfiati in poche ore), appare a maggior ragione insolito che esponenti del governo prendano parte alla presentazione del volume edito da Chiarelettere che non lesina critiche maligne nei confronti di Giorgia Meloni e del governo Meloni.
BISIGNANI E I POTENTI
Passi infatti la sua appartenenza alla P2 (comune del resto a diversi membri presenti e trapassati dell’attuale maggioranza), ma la condanna nel processo Enimont, la radiazione dall’albo dei giornalisti e le tante inchieste che lo seguono ovunque vada assieme a quell’allure un po’ troppo primorepubblicana di gran bisbigliatore, di manovratore nemmeno così occulto e di burattinaio che negli ultimi tempi adora lasciare intravedere la sua figura, dovrebbero suggerire, quanto meno a chi oggi ha cariche pubbliche, una certa cautela. Perché magari qualcuno potrebbe elucubrare – dietrologicamente o meno – che se si presenzia in pompa magna come relatore o ospite d’onore o altro alla presentazione del libro di Bisignani, allora magari si potrebbe aver contribuito ad agevolare qualche spiffero poco benigno su meloniani di stretta osservazione presente nel libro di Bisignani e Madron.
IL POTERE LOGORA CHI NON CE L’HA?
Definito da Berlusconi come l’uomo più potente d’Italia, nell’ultimo periodo ha fatto di tutto per rafforzare questa immagine misteriosa. Tanto da perdere appunto ogni pretesa di mistero. Sulla quarta di copertina dell’altro libro scritto con Madron, sempre per Chiarelettere, “L’uomo che sussurra ai potenti”, si legge: “Ministri, onorevoli e boiardi di Stato fanno la fila nel suo ufficio per chiedergli consigli, disegnare strategie e discutere di affari. Luigi Bisignani è unanimemente riconosciuto come il capo indiscusso di un network che condiziona la vita del paese. Non c’è operazione in cui non ci sia il suo zampino, dalle nomine dei ministri a quelle in Rai, nei giornali, nelle banche e nell’esercito. La sua influenza arriva persino in Vaticano”.
Ma da quando i potenti hanno bisogno di una simile pubblicità? Da quando rimarcano che fuori dal proprio ufficio fanno la fila questuanti col pedigree? Che Bisignani, stanco di essere inseguito dalla giustizia, si sia messa a sfotterla sulla pubblica piazza raccontando ai PM ciò che volevano sentirsi dire? Oppure si tratta di nostalgie di un tempo che fu e più non sarà?
— Gianfranco Rotondi (@grotondi) July 16, 2023
I MINISTRI DEL GOVERNO MELONI DA BISIGNANI
Certo è che fa rumore che pochi giorni dopo l’inciampo sul presunto scoop di Tim, gonfiato da Bisignani (e smentito da Copasir e Tim) che suggeriva che pezzi deviati del gruppo tlc intercettino chiunque vogliano, senza rispondere ad alcuna autorità, alla presentazione prenda parte (non ce ne voglia Gianfranco Rotondi ma non è lui a lasciarci a bocca aperta) il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Dove si parla di Francesco Alberoni, del suo rapporto confidenziale con Giorgia Meloni e di quella volta che obbligò il ministro Lollobrigida a tagliarsi i capelli. pic.twitter.com/4DhC80TjpX
— paolo madron (@paolomadron) July 12, 2023
L’evento avrà luogo ad Avellino, è promosso dalla Fondazione Fiorentino Sullo presieduto da Antonino Giannone e dall’associazione Evoluzione Futura (la cui pagina Facebook punta a tutt’altro sito che offre servizi assicurativi, ceramiche artistiche e gestioni condominiali. Di tutto e un po’. Mancava appunto la presentazione del libro di Bisignani).
“C’è un altro tecnico – scrive Il Fatto Quotidiano nel darne notizia – che sembra provare un piacere perverso nel mettere Giorgia Meloni in difficoltà: l’ex prefetto Matteo Piantedosi (che oggi presidia l’Interno, tanto caro all’omonimo Salvini). Dopo essersi distinto per certe gaffe terrificanti – tipo la definizione di “carico residuale” per i migranti delle ong – Piantedosi ne combina un’altra: venerdì sarà ospite d’onore alla presentazione del libro di Luigi Bisignani e Paolo Madron, I potenti al tempo di Giorgia. Che c’è di male? Nulla, è perfettamente normale che un ministro porti i suoi omaggi a Bisignani, già iscritto alla loggia massonica P2 e condannato, tra le altre cose, nel processo sulla P4. Ma c’è un altro dettaglio diabolico: nel suo libro Bisignani è critico feroce di Giorgia e del circo che le orbita attorno. Piantedosi lo sa? Forse no: come insegna Gennaro Sangiuliano, in questo governo i libri si celebrano, ma non si leggono”.
E non è finita qui, perché secondo questo annuncio, nei primi giorni di agosto a Capalbio alla presentazione del libro di Madron e Bisignani prenderà parte un altro ministro del governo Meloni: il titolare del dicastero della Difesa Guido Crosetto.
Crosetto ci sarà o anche quella presentazione sarà annullata con tanto di coda complottistico-dietrologica (che tanto fa bene alla vendita del libro)?
Il ministro Piantedosi ha ceduto alle pressioni e ha dato forfait, la presentazione ad Avellino de "I potenti al tempo di Giorgia" è stata cancellata. Poco da dire, se non che un governo che ha paura di un libro non fa molta strada. E corre seri rischi di diventare un regime. pic.twitter.com/weDJITYIEu
— paolo madron (@paolomadron) July 19, 2023
Ma gli autori delle medesime dietrologie si smentiscono da sé:
Per fortuna che Rotondi c’è ( e del perché ci mancano tanto i democristiani) pic.twitter.com/e2RUxHEJCp
— paolo madron (@paolomadron) July 20, 2023