Ancora una volta sta infuriando una vera e propria guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina: dopo la scelta del presidente Usa, Donald Trump, di aumentare fino al 25% i dazi sui prodotti importati dalla Cina, Pechino ha risposto annunciando un nuovo round di aumenti tariffari che dal primo giugno prossimo alzerà al 25% i dazi su 60 miliardi di dollari di importazioni americane, colpendo 2.493 beni “Made in Usa”.
Questa disputa in atto sta avendo, tuttavia, conseguenze serie anche per alcuni segmenti del mercato europeo, in particolare nel settore manufatturiero.
L’ELENCO DI BLOOMBERG
Secondo Bloomberg, ad essere colpite sono state in particolare le case automobilistiche: l’indice Stoxx 600 Automobiles & Parts è crollato del 12% dal picco di aprile. Anche gli esportatori in generale sono stati colpiti dall’apprezzamento dell’euro contro lo yuan, riducendo l’attrattiva delle merci prodotte dalle aziende europee per gli importatori cinesi.
Per questo Bloomberg ha messo a punto un elenco non esaustivo dei settori che hanno una significativa esposizione al mercato cinese e che potrebbero trovarsi a soffrire se le tensioni commerciali dovessero continuare a lievitare.
MINIERE E PRODUTTORI DI ACCIAIO
La Cina è il mercato più importante per la domanda di metalli a livello globale, il che significa che le aziende del settore sono molto sensibili alle tensioni commerciali con il paese. Ad esempio, Kaz Minerals Plc mette a segno il 66% delle vendite nel Paese asiatico. I nervosismi in Cina possono avere un impatto significativo sui prezzi del rame, del ferro e dell’acciaio.
BENI DI LUSSO
I ricchi consumatori cinesi sono un mercato finale chiave per aziende di lusso come Kering, LVMH Moet Louis Vuitton e Cie Financiere Richemont. Quest’ultima ottiene circa un quarto dei suoi ricavi dalla Cina. Gli ultimi aggiornamenti commerciali del settore hanno indicato che la domanda per borse e orologi ha finora retto nel paese, sfidando le preoccupazioni che i compratori cinesi stavano iniziando a contenere la spesa.
AUTOMOBILI
La domanda di veicoli in Cina è in calo, colpita non solo dalle tensioni commerciali con gli Stati Uniti, ma anche da un rallentamento dell’economia nazionale. I potenziali acquirenti di auto a Pechino sono anche in attesa di possibili incentivi governativi per rilanciare il mercato. Le case automobilistiche europee e statunitensi sono diventate sempre più dipendenti dal mercato cinese con la diminuzione della domanda in Europa e Nord America.
SEMICONDUTTORI
La Cina è una parte essenziale della catena di approvvigionamento per le aziende che producono chip per smartphone e auto. Anche i produttori di semiconduttori traggono gran parte delle loro entrate dal mercato cinese, per cui spesso sono molto sensibili alle tensioni commerciali. Infineon, il più grande produttore di chip in Europa, realizza il 40% del proprio fatturato in Cina.
PRODOTTI CHIMICI
Le aziende chimiche vendono una grande quantità di prodotti a clienti cinesi. Il capo di Basf ha previsto che la Cina rappresenterà la metà di tutte le vendite dell’industria chimica entro il 2030. Queste aziende forniscono prodotti anche ad altri settori come i costruttori di automobili, per cui qualsiasi impatto su questi settori può colpire l’industria chimica. Lo stesso discorso vale per i fornitori di attrezzature industriali e, più in generale, per altre industrie europee.
PRODOTTI FARMACEUTICI
Aziende come AstraZeneca, produttore di farmaci del Regno Unito, e Novo Nordisk produttore danese di insulina, guardano sempre più da vicino il mercato cinese. Le loro ambizioni, tuttavia, hanno dovuto affrontare una battuta d’arresto rispetto ad un piano locale per iniziare ad acquistare farmaci sfusi. Ma la Cina rimane un mercato chiave per la crescita dell’industria farmaceutica. AstraZeneca ottiene già il 18% delle sue entrate dal paese asiatico, mentre Novo Nordisk ne ottiene circa il 10%.
LE SOCIETÀ DI COLLAUDO
Le società di collaudo e ispezione come Intertek Group lavorano per garantire che le merci che entrano nel mercato globale siano sicure e conformi alle normative. Il broker Jefferies ha affermato a febbraio che stima che circa il 5% delle entrate di Intertek proviene da prodotti importati negli Stati Uniti dalla Cina, che saranno direttamente coinvolti nei dazi.
LE ALTRE AZIENDE
Di seguito sono riportati alcuni nomi e la percentuale di entrate provenienti dal mercato cinese, secondo i dati compilati da Bloomberg:
Pentole a pressione e padelle per salse francesi SEB SA (25%); Società svizzera di logistica DKSH Holding AG (24%); Fornitore austriaco di attrezzature per centrali idroelettriche Andritz AG (18%); Distributore britannico di anticorpi Abcam (17%); Koninklijke Philips NV (13%) e la concorrente tedesca Siemens Healthineers AG (12%); Nokia Oyj (8,6%) e la concorrente svedese Telefonaktiebolaget LM Ericsson (8,6%); il rivenditore di abbigliamento svedese Hennes & Mauritz AB (8,5%).