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Francia, ecco come Bardella sta coccolando manager e imprenditori

Cosa pensano manager e imprenditori in vista delle elezioni legislative in Francia il 30 giugno e il 7 luglio

Se in Francia dopo la convocazione delle Parlamentari si stanno levando alti gli scudi contro l’avanzata dell’estrema destra di Marine Le Pen e del suo delfino Jordan Bardella, c’è qualcuno nel Paese che si muove in direzione opposta in vista di un risultato già scritto. Come ha rivelato ieri il Financial Times, banchieri e manager delle grandi aziende hanno già consultato riservatamente i vincitori predestinati nel sacro timore del programma tassa e spendi del cartello delle sinistre che fa loro paura più dell’agenda lepenista.

La rivelazione

Sono quattro grandi manager e banchieri a rivelare anonimamente al quotidiano della City che il mondo del business transalpino e il partito alleato di Salvini si stanno attivamente consultando in nome della convinzione del primo che una vittoria dell’estrema destra sarebbe uno scenario meno agghiacciante di un successo di chi, alle loro aziende, procurerebbe più danni che benefici.

“È improbabile che la sinistra”, spiega l’alto dirigente di un’azienda quotata, “annacqui la sua tenace agenda anticapitalista”. “Se mi aveste detto due settimane fa”, osserva un importante investitore svelando i movimenti in corso, “che il mondo del business avrebbe puntato sul RN scaricando Macron, non ci avrei creduto”.

Significativamente, gli imprenditori intervistati dal Ft confidano come già vi sia stato più di un approccio a porte chiuse tra loro e Bardella. Un parlamentare RN ammette addirittura di aver ricevuto varie chiamate da top manager e lobbisti in cerca di chiarimenti sui piani economici del partito. “Abbiamo detto loro”, spiega, “che l’RN terrà il punto sui deficit presentando un piano credibile”.

Di “una scelta tra le piaghe e il colera” parla un altro manager mettendo a nudo il dilemma che si trova di fronte il business francese. Un ricco imprenditore la mette così, come una scelta senza scampo: “il programma economico della sinistra è totalmente inaccettabile ed equivarrebbe a un’uscita della Francia dal sistema capitalistico”.

I pranzi segreti

Era stato però il magazine Jacobin a rivelare per primo, quasi due settimane fa, il corteggiamento reciproco in corso tra lepenisti e imprenditori.

Sarebbero in particolare il manager della campagna di Bardella Alexandre Loubet e il parlamentare RN Sebastien Chenu i registi dei pranzi riservati organizzati presso ristoranti molto chic per permettere i chiarimenti tra lo stesso Bardella e Le Pen da un lato e influenti capitani d’industria dall’altro.

Tra i commensali eccellenti dei due leader di partito figurerebbero membri del gruppo Dassault, l’ex Ceo dei colossi dell’energia EDF e Veolia Henri Proglio e l’ex presidente di Medef Pierre Gattaz.

I piani economici del due Le Pen-Bardella

Malgrado il partito favorito non abbia presentato un piano economico, sono numerosi gli indizi su ciò che potrebbe fare dopo aver espugnato Matignon.

È già stata annunciata ad esempio l’intenzione di azzerare un provvedimento bandiera di Macron come la riforma del sistema pensionistico, sia pur, si precisa, solo dopo averne studiato attentamente le conseguenze sui conti pubblici.

Agli atti poi c’è la promessa di tagliare l’IVA sull’energia e sui carburanti con un costo stimato di 16 miliardi di euro. E se le perplessità non mancano su questi impegni generosi, Bardella ha già tentato di rassicurare tutti annunciando di voler procrastinare il taglio dell’Iva da sette miliardi sulle spese delle famiglie.

Ma la promessa più eclatante riguarda l’intenzione di violare le regole europee sulla competitività assicurando una corsia preferenziale per i campioni nazionali nelle procedure di appalto.

Il punto forse più importante è però un altro ancora e a sottolinearlo è ancora Jacobin: del tutto eclissate dall’orizzonte del partito sono le parole d’ordine sulla Frexit e contro l’euro, in una gradita svolta che si accompagna ai toni più morbidi adottati su un altro vecchio cavallo di battaglia inviso al mondo del business come l’opposizione al libero commercio, sostituito ora con una più tenue invocazione di una “competizione equa”.

I moniti degli sfidanti cadranno nel vuoto?

Bisogna vedere a questo punto se resteranno del tutto inascoltati gli appelli lanciati tra gli altri dall’attuale ministro delle Finanze Bruno Le Maire circa lo spettro di una crisi del debito in caso di vittoria rotonda dell’RN.

Il ministro ha parlato di un potenziale buco da centinaia di miliardi qualora un eventuale governo Bardella mantenesse le sue promesse sulle pensioni e sull’Iva, evocando addirittura “uno scenario alla Liz Truss”, l’estemporanea premier britannica i cui piani economici sortirono l’effetto di una brusca vendita dei bond.

“Il programma dell’RN è un programma marxista puro e semplice”, ha ammonito ancora Le Maire rivolgendo in una intervista all’emittente BFMTV una domanda elementare agli elettori: chi pagherà il conto “del programma marxista di Marine Le Pen?”.

Di una catastrofe alle porte aveva parlato del resto lo stesso Macron, lesto a indicare le nefaste conseguenze di un governo a trazione RN: “l’accesso al credito sarà più costoso, come saranno più costosi i prestiti per comprare le case”.

“Mobilitatevi”, è stato invece l’appello del ministro dell’Industria Roland Lescure che, menzionando l’opposizione delle grandi imprese tedesche ai piani di conquista di AfD, ha chiesto ai francesi di prestare molta attenzione al “programma dannoso” dei cugini francesi.

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