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Perché con la modifica al Dodd-Frank le banche piccole negli Usa gongolano

Fatti, commenti, polemiche politiche e analisi tecniche sul passo indietro deciso dal Congresso degli Stati Uniti sul Dodd-Frank Act Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il primo grande passo indietro dal Dodd-Frank Act, la riforma che fu varata nel 2010 per evitare comportamenti spregiudicati e troppo rischiosi delle banche. LA SOSTANZA Gli Usa, dunque, hanno di…

Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il primo grande passo indietro dal Dodd-Frank Act, la riforma che fu varata nel 2010 per evitare comportamenti spregiudicati e troppo rischiosi delle banche.

LA SOSTANZA

Gli Usa, dunque, hanno di fatto ridimensionato la riforma finanziaria anti-crisi Dodd Frank, riducendo drasticamente il numero di gruppi sottoposti ai più stringenti controlli e alleggerendo divieti pur confermando un rafforzato regime di supervisione della Federal Reserve per i principali colossi e una miglior protezione dei consumatori.

LA VOTAZIONE

Il provvedimento che prevede un allentamento delle norme più restrittive sulle piccole banche e gli istituti di credito locali è passato con 258 voti favorevoli e 159 contrari dopo essere stato approvato al Senato lo scorso 14 marzo.

LE CONSEGUENZE

I potenziali effetto della marcia indietro rispetto alla Dodd-Frank? Secondo gli osservatori, l’iniziativa del Congresso potrebbe incoraggiare fusioni tra istituti di piccole e medie dimensioni, non più frenate dalla prospettiva di finire nelle maglie di severe norme. Inoltre, secondo gli autori incoraggerà la crescita economica, aprendo i rubinetti del credito locale. Per i critici incoraggia invece il ritorno a inaccettabili rischi nel sistema economico e finanziario.

TRA REPUBBLICA E DEMOCRATICI

Posizioni differenti anche a livello politico. La Casa Bianca ha sostenuto che la misura protegge le banche dalla “regolamentazione eccessiva”. La leader democratica della Camera, Nancy Pelosi, ha sostenuto che è stato fatto un altro tentativo per indebolire riforme cruciali per rendere più resistente il sistema finanziaria e che garantiva la maggiore protezione finanziaria dei consumatori nella storia.

CHE COSA DICE RYAN

“Questo è un importante passo in avanti per liberare la nostra economia dalla sovraregolazione”, ha dichiarato lo speaker repubblicano della Camera, Paul Ryan. “Le banche di Main Street sono motori di crescita, e ora sarà più facile per queste banche dare prestiti a #SmallBiz (piccole imprese, ndr) e famiglie”, ha aggiunto poi in un tweet. La riforma Dodd-Frank fu approvata per evitare una nuova crisi finanziaria come quella del 2008.

TRUMP E NON SOLO

Il Presidente Donald Trump ha immediatamente comunicato via tweet che firmerà la legislazione, una delle sue promesse elettorali. Le principali misure, votate dalla Camera dopo esser già state approvate dal Senato in marzo e forti del nulla osta dalla Fed, prescrivono che le banche di importanza sistemica soggette a stringenti stress test e verifiche siano solo quelle con asset sopra i 250 miliardi di dollari, non 50 miliardi. Tra i cento e i 250 miliardi la Fed avrà discrezionalità sui controlli. Sotto speciale sorveglianza rimarranno una dozzina di istituti invece degli attuali 38, con l’uscita di gruppi del calibro di American Express, Charles Schwab, Suntrust e Ally. Banche sotto i dieci miliardi di asset saranno esonerate anche dalla Volcker Rule, che vieta il pericoloso trading proprietario.

EFFETTI E RISCHI

Se i vantaggi complessivi appaiono rivolti anzitutto a istituti minori, lo stesso ufficio studi del Congresso ha però concluso che la legge «aumenterà leggermente» i rischi di crack di influenti banche, sottolinea il Sole 24 Ore. I critici credono inoltre che leader quali JP Morgan e Citigroup saranno in grado di avvantaggiarsi di allentamenti nella sorveglianza in un momento che già vede il settore più aggressivo e reduce da profitti record, aumentati del 27,7% a 56 miliardi nel primo trimestre 2018, aggiunge il Sole.

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