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Blinken

Ecco come Blinken proverà a ricucire lo strappo Usa-Cina

La visita di Blinken in Cina potrebbe tenersi già domenica prossima, in un clima pessimo. Tutti i dettagli nell'articolo di Marco Orioles

Secondo anticipazioni giornalistiche l’annunciata visita del Segretario di Stato Usa Tony Blinken in Cina si terrebbe già domenica prossima. Un assaggio del clima che attende il capo della diplomazia Usa si è avuto l’altroieri con la telefonata tra lo stesso Blinken e il suo omologo cinese Qin Gang nella quale quest’ultimo ha chiesto all’Amministrazione Biden di “mostrare rispetto”.

Il comunicato del dipartimento di Stato

A dare notizia della telefonata tra i vertici delle due diplomazie è stato il Dipartimento di Stato con un tweet e un comunicato del portavoce Matthew Miller:

Nella conversazione, precisa il comunicato, Blinken e Qin hanno “affrontato un’ampia gamma di temi bilaterali e globali”, anche se il cuore del colloquio è stato rappresentato da come “gestire responsabilmente la relazione tra Usa e Pcc”.

A tal proposito il Segretario di Stato ha sottolineato “l’importanza di tenere aperte le linee di comunicazione (…) per evitare di ricadere in errori di calcolo o nel conflitto”, con un chiaro riferimento alla chiusura di queste stesse linee di comunicazione da parte della Cina dopo il clamoroso incidente a febbraio del pallone spia.

Poiché l’obiettivo di Blinken co la telefonata e soprattutto con la sua prossima visita a Pechino è quello di cercare di ammorbidire la controparte e di ripristinare il dialogo al più alto livello, lo stesso Blinken nella telefonata ha “chiarito che gli Stati Uniti continueranno a ricorrere al coinvolgimento diplomatico per individuare temi oggetto di preoccupazione così come aree di cooperazione”.

La versione cinese

Come si evince dal comunicato emesso dal Ministero degli Esteri cinese e riportato da testate come Cnn, Reuters e South China Morning Post, alle profferte di Blinken sono corrisposte, da parte del suo interlocutore, affermazioni dai toni molto duri.

Qin ha anzitutto detto al suo collega che gli Stati Uniti dovrebbero “mostrare rispetto” e tenere dunque in alta considerazione le priorità cinesi a partire dalla questione di Taiwan. In tal senso, il ministro ha sollecitato l’America “a smettere di interferire con gli affari interni della Cina” nonché di cessare di “minare la sovranità e gli interessi di sicurezza e di sviluppo della Cina”.

“Sin dall’inizio dell’anno”, ha spiegato Qin al suo interlocutore, “le relazioni sino-americane hanno conosciuto nuove difficoltà e sfide, e la responsabilità è chiara”, ha detto Qin con un evidente riferimento sia alle tensioni tra le due marine nel Pacifico sia all’episodio del pallone spia e alla successiva repentina cancellazione da parte Usa della visita programmata di Blinken.

“Spero, ha concluso il ministro, “che da parte Usa si intraprendano azioni per implementare l’importante consenso emerso durante il meeting tra i due capi di Stato a Bali” a margine del G20 del novembre scorso, e che così “si promuova la stabilizzazione della relazione Cina Usa”.

Contatti ravvicinati

Come osserva la Cnn, c’è un importante punto d’incontro nei due comunicati: ambedue non fanno alcun riferimento alla visita programmata di Blinken in Cina, la quale peraltro non è stata ancora ufficialmente annunciata dal Dipartimento di Stato e resta dunque nel limbo delle indiscrezioni giornalistiche.

Eppure Reuters ha appena confermato, richiamando una fonte interna all’Amministrazione Biden, che il viaggio si farà e che avrà luogo addirittura questa domenica.

È evidente la volontà del governo Usa di ricucire i rapporti dopo gli scontri dei mesi scorsi, riportandoli sul piano di una relazione equilibrata e rispettosa dei reciproci ruoli.

I segnali in tale direzione si stanno in effetti moltiplicando. C’è stato il mese scorso l’incontro tra il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan e l’incaricato agli Affari esteri del Pcc Wang Yi a Vienna per quelli che sono stati definiti colloqui “franchi e costruttivi” nel primo scambio tra alti esponenti dei due governi dopo i fatti del pallone spia.

Ugualmente significative sono state le “produttive” discussioni intercorse dieci giorni fa a Pechino tra l’assistente Segretario di stato Daniel Kritenbrink, la direttrice degli Affari cinesi e di Taiwan del Consiglio di Sicurezza Nazionale Sarah Beran, l’ambasciatore americano in Cina Nicholas Burns e, per la parte cinese, il Viceministro degli Esteri Ma Zhaoxu e il direttore generale del Dipartimento per gli Affari del Nordamerica e dell’Oceania Yang Tao.

Ma il gran passo da compiere è quello di convincere Xi ad accettare la telefonata della Casa Bianca dopo che per mesi questi si era opposto fermamente all’idea di concedersi a Joe Biden, rimasto alla finestra a scrutare una relazione sull’orlo di precipitare in qualsiasi minuti in aperto scontro.

L’eventuale successo del viaggio di Blinken in Cina si misurerà anche con questo parametro.

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