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Economia Italiana

Antichi consigli di Jean per tutelare la sicurezza economica dell’Italia

Sempre attuali i consigli di Carlo Jean in materia di sicurezza economica e industriale per una sorta di colbertismo hi-tech come lo chiama Luttwak. L'articolo di Giuseppe Gagliano

La drammatica situazione a livello economico determinata dalla Covid-19 e la possibilità che paesi stranieri possano utilizzare questa situazione di fragilità per acquisire imprese italiane, riporta alla ribalta le riflessioni sulla competizione geoeconomica, come sempre lungimiranti, che ebbe modo di formulare nel lontano 1995 il generale Carlo Jean nel volume edito da Laterza dal titolo “Geopolitica” riflessioni queste che fra l’altro furono svolte da Jean nel lontano 1991 in un articolo pubblicato su Informazioni difesa.

Nel contesto della competizione geoeconomica, facendo riferimento esplicitamente alle tesi di Edward Luttwak formulate nel 1990, Jean ebbe modo di porre l’enfasi su alcuni nodi fondamentali relativi alla sicurezza economica del nostro paese.

In primo luogo l’autore ebbe modo di osservare come accanto all’esistenza di strutture per gestire le crisi e assicurare la direzione politico-strategica dei conflitti militari fosse necessario affiancare anche organismi per gestire le crisi e conflitti di natura economica per esempio attraverso l’organizzazione di gruppi di esperti che fossero in grado di valutare gli impatti sull’economia nazionale delle varie normative elaborate nel settore non solo del commercio ma anche dal controllo della tecnologie strategicamente critiche. In particolare secondo l’autore era necessario individuare i campioni nazionali e finalizzare a obiettivi geoeconomici gli interventi internazionali, gli aiuti allo sviluppo e gli accordi politici e militari consentendo al nostro paese di penetrare in modo adeguato.

In secondo luogo i servizi di sicurezza, sia sul fronte offensivo che difensivo, dovrebbero essere ristrutturati per essere in grado di fronteggiare le nuove competizioni economiche. Tutto ciò servirebbe a proteggere la nostra base industriale contro acquisizioni ostili da parte di gruppi stranieri o di esclusioni ostili.

In terzo luogo, prosegue Jean, sarebbe indispensabile porre in essere — per parafrasare Luttwak — provvedimenti di colbertismo hi tech.

Naturalmente affinché tutto ciò sia possibile è necessario che esista una classe politica burocratica integra che sia in grado di individuare in modo chiaro e lucido gli interessi nazionali. Se questo non sarà fatto sarà inevitabile da parte dell’Italia accettare una situazione di subalternità.

In ultima analisi, concludeva l’autore, non vi è alternativa alcuna a quella di preparare nel modo migliore possibile lo Stato all’esigenza della competizione geoeconomica allo scopo di attenuare il rischio di essere penalizzati da iniziative altrui. Infatti mentre nella geostrategia vi è solo un avversario nel contesto geoeconomico sono avversari tutti gli Stati e soggetti economici sul cui si tende a conseguire vantaggi economici.

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