Amara Verità sulla lobby Ungheria, default Torino e Napoli, la rete di Starace (Enel), Rai dragata, pax Berlusconi-Bolloré
Non solo Rai, Sky, Mediaset e i rischi di default per 800 comuni secondo il Sole 24 Ore. Fatti, nomi, numeri, curiosità e polemiche. Pillole di rassegna stampa nei tweet di Michele Arnese, direttore di Start
CHI DRAGA DRAGHI
"Il premier Draghi tra il Colle e Palazzo Chigi. La destra lo spinge verso il Quirinale, a sinistra molti sperano che resti: la corsa al 2022 è partita". (Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
I NOMI DI AMARA SU LA VERITA’
Amara parla dell’esistenza della consorteria massonica (loggia Ungheria) che arruolava magistrati, avvocati, politici professionisti e alti ufficiali delle forze di polizia. Il legale sostiene di avere una lista di 40 nomi, ma non l’ha mai consegnata. (Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
La Verità sui verbali di Amara e la presunta loggia Ungheria pic.twitter.com/jdjhJPZmgT
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
LAZZI E SCHIAMAZZI SULLA RAI DOPO LA RAPPATA DI FEDEZ
Leggo che il Mef si è affidato ai cacciatori di Egon Zehnder per una scrematura dei candidati al vertice Rai.
Commento: ahahahahahahahahahahahhahaahhahahah
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 3, 2021
«Non è all’ordine del giorno». Nonostante gli appelli di Fico e Conte per una riforma della governance Rai che tenga «i partiti fuori dalla porta», al Mef escludono che il progetto Fondazione cui affidare il controllo della Tv possa vedere la luce entro la legislatura. (Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
Si parla di una doppietta firmata da Draghi: linea “tecnica” tanto per l’ad, quanto per il presidente. Dunque 4 posti in cda: Lega e Fratelli d’Italia appaiati con un consigliere mentre gli altri due posti in consiglio resterebbero appannaggio di Pd e M5S. (Corriere della Sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
"Il presidente Rai sarà di garanzia: l’ex direttore del Corriere, De Bortoli, o l’economista Quadrio Curzio. Se però l’ad fosse un uomo, la presidenza andrebbe a una donna: Paola Severini Melograni, Susanna Agnes (sponsorizzata da Gianni Letta) o Lucia Annunziata". (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
"Mentre Chiara Ferragni ha trascorso la giornata tra incontri di lavoro, allattamento e qualche stories sui figli e sul suo look, Fedez ha avuto anche il tempo di un mezzo battibecco con Guido Crosetto via Twitter". (Corriere della Sera, dico Corriere della Sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
LA RETE UNICA SECONDO STARACE (ENEL)
Poiché i fondi del Recovery "sono allocati su base competitiva, forse avere più di una rete che compete su aree da coprire risolve qualche imbarazzo. Se poi le due reti decidono di fondersi è altra cosa. È un discorso che sarà più interessante fra 3-5 anni". (Starace, Enel)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
I CONTI IN TASCA ALLA PACE BERLUSCONI-BOLLORE
Tra Mediaset e Vivendi la guerra è finita. Via al progetto europeo. Dopo 5 anni di cause e litigi l’ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi e quello di Vivendi de Puyfontaine firmano un accordo tombale per dirimere tutte le cause civili. (Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
Nessuno ha vinto. Bolloré è rimasto impantanato in una manovra che non gli ha consentito di uscirne con il profitto cui è abituato. I Berlusconi hanno perso l’occasione di realizzare l’investimento nella pay e dopo 5 anni devono ricominciare a tessere il futuro della tv. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
"Mediaset e Fininvest sono uscite con un pugno di mosche (1,7 milioni) dalla causa in cui chiedevano danni miliardari ai francesi". (La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
Bolloré benedice i progetti europei del Biscione. Mediaset e Vivendi stipulano accordi «di buon vicinato nella televisione free to air». Campo libero per il Biscione all’acquisto della francese M6 e nel proseguire nella tedesca ProsiebenSat1. Nucleo del polo europeo. (La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
ESUBERI AMARI IN SKY
"Sky. Nel 2021-22 si prevedono 1.500 uscite. Di queste però gli interni sono 862. A sua volta in questo numero sono comprese poco più di 250 uscite volontarie già avute. Filtrando i numeri si arriva così a 174 uscite di interni da gestire nel 2021 e 433 nel 2022". (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
TORINO E NAPOLI SULL’ORLO DEL DEFAULT
Con lo stop della Corte costituzionale al tranquillo ripiano trentennale, il rischio di dissesto per 800 comuni diventa concreto. Per Torino la questione può arrivare a valere oltre 350 milioni. E a Napoli torna ad aleggiare lo spettro del default scacciato in questi anni. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
AZIENDE INDIANE PRO LOCKDOWN
Le imprese indiane chiedono al governo di prendere «le più forti misure nazionali, incluse restrizioni alle attività economiche». Diversi Stati indiani e la capitale New Delhi sono già entrati in lockdown, ma il premier Modi non ha finora adottato provvedimenti. (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
ADDIO COPRIFUOCO IN GERMANIA
Il governo tedesco ha deciso che da questo fine settimana i cittadini vaccinati non saranno più tenuti a rispettare coprifuoco e restrizioni sui raduni (fonte: Ft)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
QUISQUILIE & PINZILLACCHERE
La guerra delle toghe commentata da Belpietro su La Verità pic.twitter.com/iD9LEWIf3k
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 4, 2021
Il gran ritorno di Andrea Scanzi nel salotto di Lilli. Wow. Il caregiver ha finito i trattamenti detox, dunque.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 3, 2021
Poffarbacco. Viene annunciata la presenza di Andrea Scanzi nel salotto tv di Lilli. Saranno memorabili le sue intemerate contro i furbetti del vaccino. Gulp.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 3, 2021
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU TORINO, NAPOLI E I DEFAULT COMUNALI:
Sul quadro finanziario delle misure per i Comuni costruito dal governo in vista del «sostegni-bis» è piombata la sentenza 80/2021 con cui giovedì scorso la Corte costituzionale ha giudicato illegittime le regole sul ripiano lungo dei deficit extra prodotti dalla gestione del fondo sulle vecchie anticipazioni sblocca-debiti. Argomento molto tecnico. Ma facile da leggere nelle sue conseguenze pratiche. Traducibili in poche, significative cifre.
La Corte (Sole 24 Ore di venerdì) ha detto l’ennesimo «no» alle regole che permettevano un ripiano trentennale. Di conseguenza i termini per coprire il disavanzo si accorciano drasticamente, in un orizzonte “ordinario” che non dovrebbe superare i tre anni o la durata del mandato. La spesa per la copertura annua, quindi, si gonfia.
Secondo le prime stime circolate fra i tecnici dei conti locali, lo sbilancio rischia di superare i 2,5 miliardi di euro. Concentrati, per di più, in circa 800 Comuni che dal 2013 hanno chiesto le quote maggiori di anticipazioni per pagare le fatture ai fornitori, e che quindi non hanno bilanci particolarmente floridi. In molti casi, con lo stop al tranquillo ripiano trentennale il rischio di dissesto diventa concreto. Fra loro, e qui il problema si fa politico, ci sono grandi centri come Torino, dove la sindaca M5S Chiara Appendino è agli ultimi mesi a Palazzo di Città (non si ricandiderà) e dove la questione può arrivare a valere oltre 350 milioni. E Napoli, dove torna ad aleggiare lo spettro del default scacciato a più riprese in questi anni cadenzati da norme «salva-Napoli».
Quella che il governo ha cominciato affannosamente a costruire è più in generale una norma «salva-conti», che poggia per ora su un’unica certezza. Servono soldi. E servono in fretta, perché la sentenza impone di ripensare i bilanci, da chiudere entro il 31 maggio, con il mese in più appena concesso dal decreto proroghe.
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